razione. Perché costava caro: spesso la vita, sempre la l:bertà e il benessere. Ma non c'era altra via d'uscita. Ld intelligencija rivoluzionaria russa dava all'avvenire del mondo la Narodna'ia Volia e i suoi magnifici terroristi, ii nichilismo e i suoi cercatori di verità, l'embrione di una grande social-democrazia marxista che va da Plekhanov a Lenin, un socialismo rivoluzionario nobilitato dai Lavrov e dai Michajlovskij, pleiadi di terroristi che sono autentici apostoli - Sazonov, Kaliaef, Balmachev, Guerchouni -, anarchici capaci di tutte le audacie e di tutti i sacrifici ... Tuttavia non era che un 'avanguardia, sulla quale si fissavano tutti gli sguardi. E non si scorgevano quali forze di reazione e di oscurantismo venivano dietro questa avanguardia. Giacché la piccola borghesia da cui la intelligencija rivoluzionaria era venuta fuori, restava eguale a se stessa. Solo pochi osservatori perspicaci discernevano, con una dolorosa acutezza di visione, il ridicolo, la ferocia, la bestialità insondabile, l'egoismo sordido di questa innumerevole mediocrità. Gorkij scriveva i suoi Piccoli borghesi. Cekov, con un sorriso contratto, dipingeva l'anima meschina di una piccola borghesia laida. Marzo 1917 e le speranze democratiche. Per un attimo, durante la rivoluzione, la piccola bor• ghesia sperò di vincere. Un mattino del marzo l 917, gli operai di Pietrogrado fuori dai gangheri per gli inutili massacri della Galizia, dei Carpazi, della Polonia, di Volhynie e di innumeri altri luoghi, avevano abbattuto l'edificio tarlato dell'autocrazia. Che se ne cadeva da solo, a dire il vero. I rapporti dei capi di polizia di Pietrogrado negli ultimi giorni dell'antico regime, annunziavano ogni giorno la catastrofe. La popolazione operaia diede la spallata di cui c'era bisogno. E si vide avanzare sulla scena un principe L'vov, un Rodzianko, un Miljukov, un Kerenskij, parlamentari formatisi alla Duma, che si credevano per l'appunto designati a riprendere la successione dei Stolypin e degli Sturmer, e cominciavano col tentare di salvare la monarchia. Era il sogno di una grande borghesia d'inclinazione costituzionale che salutava con gioia l'avvento delle potenze del denaro. La piccola borghesia non ne permise la realizzazione. Voleva la repubblica. Invase, assimilò quasi istantaneamente il partito socialista rivoluzionario i cui ideologhi e oratori sapevano interpretare le sue aspirazioni molto bene. Il regno degli uomini d'affari, degli avvocati, di una borghesia liberale illuminata, " molto avanzata » naturalmente, stava per CO· minciare. A (ianco, o un po' al di sotto, della bandiera nazionale si inalbererebbe volentieri, per far piacere al popolo, una bandiera rossa - di un rosso che volge gradevolmente al rosa. Si sarebbe socialisti, e addirittura socialisti-rivoluzionari: cioè si parlerebbe molto, a lungo, con eloquenza, seriamente, di dare la terra ai contadini; come in Germania si è parlato delle socializzazioni. Si continuerebbe la guerra di diritto, non senza la speranza di ottenere i Dardanelli. La rivoluzione operaia d'Ottobre annientò questo bel sogno. Le battaglie dcli' ottobre 1917. Ottobre si compi contro la piccola borghesia. Fu pertanto costei a difendere, con accanimento, la proprietà c i diritti della borghesia. I baroni della finanza e dell'industria avevano già sloggiato. A Mosca, a Pietrogrado, a lrkutsk, ovunque ci si batté nelle strade per il potere dei Soviet degli operai, dei soldati e dei contadini, chi furono gli ultimi difensori del governo provvisorio di Kerenskij e dunque della democrazia borghese? Furono le scuole militari, la gioventu delle scuole, gli studenti, la gioventu piccolo-borghese in una parola. Sono quegli stessi elementi che, in Finlandia, dovevano ben presto costituire le guardie bianche e dar vita a!Ja repres- ~ione ben nota. Anche a Mosca, credendo per un attimo di vincere, questa piccola borghesia in armi, cominciò sin dalle battaglie d'ottobre a fucilare i prigionieri. Non è l'occasione di rammentarsi il ruolo della piccola borghesia francese - anch'essa repubblicana - allo indomani della rivoluzione del 1848, quando affidò al - 107
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