giovane critica - n. 15/16 - primavera/estate 1967

delegano i compiti rivendicativi, e, a questo livello, si delega anche la salvaguardia del1a unità di classe; al partito si delega la lotta politica, che ha nel Parlamento la sua arena e nelle elezioni il suo sbocco, e nella quale l'unità operaia o non è necessaria o diventa addirittura un ingombro. Queste due azioni sul piano reale non s'incontrano mai [ ... ). Esse trovano solo una conciliazione ideologica, astratta, nella concezione del programma. II programma è una enciclopedia della scienza socialista, o talora, piu modestamente, un manuale di riforme; è il trionfo di un astratto gradualismo. Finisce con il diventare piu spesso il vuoto alibi del piu piatto riformismo ». Dal cielo del programma si scende alla terra della classe operaia: « Il soggetto del programma o di una politica di sviluppo non può essere che la classe operaia. Una politica economica nuova, in antitesi con la politica della classe borghese, parte necessariamente dalla lotta che gli operai combattono all'interno delle strutture produttive, ha qui la sua base necessaria ». Da qui a dire: « Vi è una contraddizione sempre piu evidente, oggi, tra il grande e importante sviluppo delle lotte di massa del nostro Paese, e ciò che accade nei partiti », il passaggio era logico e necessario, ed ebbe per quanto riguarda Panzieri conseguenze pratiche dirette co_n l'uscita dal partito per ritrovare la classe in fabbrica, in un discorso nuovo da verificare praticamente alle radici del reale modo d'essere e svilupparsi del capitalismo delle grandi fabbriche e della conseguente condizione operaia che quello sviluppo determinava non in termini oggettivi, ma di sfruttamento massimo col massimo di alienazione nel produrre e nel consumare, e di subordinazione politica ". Luciano Della Mea 1 Parlito Socialùta Italiano :32° Co11gre.uo Nazionale, Edizioni Avanli !, Milano-Roma 1957, voi. cli 310 pp., L. 400. 2 Parti'to Socialista Italiano: 33° Congrcuo Na:ionalc, Edizioni Avanti!, Milano-lloma 1959, voi. di 549 pp., L. 700. ' In Mondo Operaio n. 3/1956. pp. 146-154. 4 EM1LJO Lussu, Democra::.ia interna del Partito, in l'tfondo Operaio n. 1/1957, p. 24. 5 Collana « La conclizionc operaio in Italia », 3° voi., ~filano, Edizioni Avanti!, 1962. 6 Appunti per un e.some della situa::.ione del movimento ope• raio in Mondo Operaio n. 1/1957, pp. 30-36. 7 Nel Contemporaneo accluso a Rinascita n. 4 del 27 gennaio 1967. in Analisi e propo&le della rivi·sta « Quaderni Ro.5.5i »: Il marxismo come sociologia, a p. 21, nota 13, G1uSEPPE VACCA coglie questo elemento di continuità fro l'elaborazione di Panzieri in 1llo11do Operaio e quella successiva in Quaderni rossi, ma sllbito rile. va un elemento <li contraddizione fra il « non saltare sulla test3 del Partito n di allora e il saltarci successivo. Questa ossen•azionc non infirma la sostanziale continuità della ricerca di Panzieri, vista nel suo sviluppo essenziale e al di fuori dei limiti e dei con• dizionamcnti della sua collocazione politica. Inoltre, poiché Vacca si riferisce particolarmente alle Tesi sul controllo operaio. alle Teli sul partito e infine al1e conclusioni al dibattito su tali tesi (ne parleremo in séguito); cioè al lavoro s,•olto insieme da Panzieri e Libertini, non è certo estraneo alla conlraddilorietà notata da Vacca il fatto che Libertini e Panzicri, dopo la strclla collaborazione in Mondo Operaio. prendessero slradc praticamente diverse e in larga misura contrastanti. Per q·uanto riguarda in parlicolarc la slesura del 1es10 delle conclusioni al dibattito relativo alle TeJi Jul controllo operaio mi sembra che una sommaria analisi stilistica possa farla attribuire in misura almeno preponderante a Libertini: il che è significativo perché proprio allora Panzieri slava portando alle estreme conseguenze il discorso sul processo di rinnovamento del movimento operaio iniziato alcuni anni prima. Di questo fatto posso recare una testi• monianza diretta, personale, per aver vissuto da vicino tale vicend3 che dove,•a culminare nel 1961, nel corso del 34° Congresso nazionale del Psi, nella estromissione di Panzieri anche dal Comitato centrale de] parlito e, in sostanza, nel suo distacco dalle organiz• za.zioni ufficiali del movimento operaio italiano. 8 Si riprende qui e si sviluppa in termini più precisi e netti una posizione che era aCfiorata ( dopo e contro la « svolto di Sa1,mo » della politica del Pci, operata da Togliatti ol rientro in halia) in un documento dell'Esecutivo del P•iup del 1944, pubblic2to nella Storia della Re,i,ren:a italiana di Renato Carli Ballola, Edizioni Avanti!, Milano, pp. 376, L. 600. ' La piti efficace critica a tale giustificazione è data proprio dai saggi • sulle contraddizioni » di Mao Tse Tung e dalla espe- - 103

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