giovane critica - n. 14 - inverno 1967

L ni del ouis-Ferdinand Céline è entrato nella grande letteratura come altri penetrano in casa propria. Uomo maturo, munito della vasta provvista di osservaziomedico e dell'artista, con una sovrana indifferenza nei confronti dell'accademismo', con un senso eccezionale della vita e della lingua, Céline ha scritto un libro che rimarrà, anche se dovesse scriverne altri dello stesso livello. Voyage au bout de la Nuit, romanzo del pessimismo, piu che dalla rivolta è stato dettato dallo sgomento dinnanzi alla vita e dalla stanchezza che essa genera. Una rivolta attiva è legata alla speranza. Nel libro di Céline non c'è traccia alcuna di speranza. Uno studente parigino, proveniente da una famiglia di piccola borghesia, ragionatore, antipatriota, semi-anarchico - i caffè del Quartiere Latino formicolano di siffatti personaggi - si impegna, seppure contro la sua stessa aspettativa, come volontario al primo suonar di tromba. Inviato al fronte, in quella carneficina meccanizzata comincia a provare invidia per la sorte dei cavalli che crepano come esseri umani, ma senza frasi altisonanti. Dopo aver ricevuto una ferita e una medaglia, passa attraverso ospedali in cui fior di !lledici lo persuadono a tornare il piu presto possibile « all'ardente cimitero del campo di battaglia ». Malato, abbandona l'esercito, parte per una colonia Céline e Poincaré africana dove viene scoraggiato dalla bassezza umana, esaurito dal calore e dalla malaria tropicali. Arrivato clandestinamente in America, lavora presso le officine Ford, trova una fedele compagna nella persona di una prostituta (sono le pagine piu tenere del libro). Di ritorno in Francia, diviene medico dei poveri e, ferito nell'anima, erra nella notte della vita tra i malati e i bene in salute altrettanto da compatire, depravati e sventurati. Céline non si propone minimamente la messa in accusa delle condizioni sociali in Francia. E' vero che all'occorrenza non risparmia né il clero né i generali né i ministri e neppure il Presidente della Repubblica. Ma il suo racconto si svolge sempre molto al disotto del livello delle classi dirigenti, fra la gente di poco conto, funzionari, studenti, commercianti, artigiani e portinai; inoltre, per due volte, se ne va fuori dalle frontiere francesi. Egli constata che la struttura sociale attuale è tanto cattiva quanto qualsiasi altra, passata o futura. Nell'insieme, Céline è scontento delle persone e delle loro azioni. Il romanzo è pensato e realizzato come un panorama dell'assurdità della vita, delle sue crudeltà, dei suoi urti, delle sue menzogne, senza sbocco né lume di speranza. Un sottufficiale che tormenta i soldati prima di soccombere con loro; una possidente americana che va conducendo la -71

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