Tutto ' e ari aouc1, ecco finalmente un'occasione unica per scrivervi. Non avrete la lettera, indubbiamente, e che tra qualche mese. E' già moltissimo. Può darsi, e voglio sperarlo, che, grazie ai vostri sforzi, io non sia lontano dalla liberazione. Ma devo prevedere il peggio, non avendo mai consentito a vivere cogli occhi chiusi. Ho chiesto un passaporto, per me solo, nel 1928; non ho mai abbandonato le mie pratiche dopo; altre ne sono state fatte in Francia, il cui fallimento resta sorprendente. Nel frattempo la situazione qui si è talmente aggravata, le consuetudini sono cosi cambiate, nel senso di una intolleranza sempre pili assoluta, che mi vedo spesso costretto a dubitare dell'avvenire. (Parlo in questo momento del mio, e piu esattamente del nostro, giacché siamo in tre.) Non starò a descrivervi la precarietà della mia condizione: non un compagno; tutti coloro ai quali sono stato legato: deportati, imprigionati, morti, perduti. La impossibilità di tenere anche un minimo di corrispondenza all'interno o con voi; boicottaggio completo che mi impedisce qualsiasi attività intellettuale qui; la difficoltà enorme, e che tende a diventare insormontabile, di poter continuare a scrivere. La storia? Non è tollerata che a condizione di essere falsata, rimpastata, adattata ai gusti del giorno; e dubito, non consentendovi, che i miei manoscritti messo questione riescano ad arrivare come una volta a Parigi, se li affidassi alla posta. ( Il gabinetto nero ha smesso di fare i complimenti e trafuga tutto quel che vuole, raccomandato o no.) La letteratura? La realtà circostante è talmente opprimente che ho paura di affrontarla. I miei manoscritti vi giungerebbero? L'opera iniziata è già eretica ad un punto che non saprei precisare e l'incubo presente pesa a volte sulla mia visione del passato, sul mio stesso pensiero, che vorrei piu libero. La mia stessa lingua patisce di questa esistenza in vaso chiuso; quasi ignoro il francese vivente di oggi, e la censura, divenuta infinitamente piu rigorosa che sotto il vecchio regime, lascia entrare solo una quantità infima di libri e di pubblicazioni. Neppure la possibilità di tenere un diario, solo a solo con me stesso ... un diario che ogni notte potrebbe venir preso per servire in séguito a chissà quali basse intraprese contro voi e i vostri cari. Per vivere, e non è facile, la necessità di correre appresso a incarichi talora nauseabondi a forza di imbecillità, di menzogna, di disonestà. Felicissimi di trovarne, perché, domani, chissà ... A casa, un insieme sinistro di persone che vi circondano, le une terrorizzate, che urlano con i lupi, le altre convinte che in fondo tutto è loro permesso. Tre agenti della Ghepeu nell'appartamento, tra cui due - 63
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