Una sola volta ancora Moussinac avrebbe dovuto salire come regista sul palco di un teatro: a Mosca, al Teatro Laverny ( da camera) ebraico di Stato, nel 1934, su invito di Granowsky ". Questi, venuto in tournée in Francia nel 1928, propose a Moussinac la regia di una commedia di Labiche. La controproposta di Moussinac ( Le A carnee di Aristofane, in un libero adattamento già previsto per il TAl) venne rifiutata, e i due si accordarono infine per I Trenta milioni di Cladiator, diventato nella versione yiddisch Il Milionario, il dentista e il poveraccio. La buffa vicenda dell'americano giunto a Parigi per comprare tutto ciò che non può trovare in America e che finisce per sposare una cocolle, era svolta, secondo la versione Moussinac, su due piani: uno, « verticale », in cui si muove Gladiator col suo denaro; l'altro, « orizzontale », in cui vivono i molti personaggi piccolo-borghesi che lo attorniano. L'intervento sul testo er'l estremamente spinto, secondo le norme della revisione dei classici impostate da Piscator e dai russi, fino a dare un significato sociale preciso alla violenza della satira. Interpretata da splendidi attori ( tra i quali il celebre Michoels) e con scenografia di Labas, su un fondale di Mare Chagall, il vaudeville, provato per tre mesi, un mese per atto, rimase in cartellone per circa tre anni, e venne lodato come meticolosa prova di applicazione probabilmente molto scolastica dell'insegnamento congiunto di un Meyerhold, di un Tairoff, o di un Granowsky. Moussinac aveva potuto dare, libero dalle preoccupazioni economiche e da quelle della ricerca del pubblico, probabilmente il meglio di se stesso: in un 'applicazione puntigliosa dei principi elaborati dai grandi registi del teatro rivoluzionario, cui peraltro dovette mancare ogni traccia di apporto personale. Ma vi venne soddisfatta la vocazione piu profonda di Moussinac, quella, in definitiva, di un corretto analista, di un fedele esecutore, o di un buon divulgatore, con molti rischi di accademia e nulla di proprio da proporre. Ma intanto l'e~perienza Moussinac era fallito, e la Francia, che non era riuscita a dare nulla di piu e di meglio, non ebbe un'esperienza di teatro politico minimamente comparabile a quelle di altri paesi. La morte del TAi, salutata con maligna allegria dai commentatori di destra ( « la democrazia non è ancora riuscita a rendere noi francesi del tutto idioti o illetterati », scrive L'Action Française ") chiude un capitolo. I prossimi, ad eccezione della vivace esperienza prevertiana, ~aranno in clima frontista, meno azzardosi, piu ossequienti, piu squallidi e provinciali di questo. Goffredo Fo6 1 J EAN-RICIIAt<DBLOCII, Destin clu Thécitre, Parigi 1930. 2 L "esperienza è raccontata deuagliatamentc in: ANDRÉ l.ANc, Tiers e/e siècle. Parigi 1935. ' LÉONMouss1NAC e PAUL VAILLANT-COUTURIER, Le Père Juillet, trage-farce en deux parties et un. intermède. Parigi 1927. L1 importan• za di Vnillant-Couluricr sugli inizi dcUa politica frontista e su.I.la sua attuazione in campo culturale è indiscutibile e fondamcnlale. Su di cs:sa ci soffermeremo in un futuro studio sui rapporti tra il Pcf e gli intellelluoli negli anni '30. • L. Mouss1NAC, Parigi I 930. Moussinac era già staio redattore capo cli Comoedia 11/usrré. dal I 919 al 1922. dimostrandosi allora ammiratore convinto del teatro simbolista di Lugné.PoC, di Fort, di Rouché. Ma n queste influenze avevo saputo presto collegare un 'am. mirazione molto pit.i intensa per l'austerità coupeauiano. e la cono. scenza delle esperienze russe o tedesche aveva fatto il resto. I suoi libri cd articoli del tempo ( fu, sull'l-lumanité, collaboratore alla pagioo degli spcllacoli dol 1926 al 1932, al séguilo di Vaillaot-Couturicr; avevo aderito al PcC nel 1924) dimostrano un collo eclettismo, privo però dell'acume e dello originalità che caratterizzarono invece i suoi scritti sul cinema ( Naissance du cinéma. Parigi 1925; Cinéma expres• sion sociale, Parigi 1927: Le Cinéma soviétique, Pa.rigi 1928; Pano. ramique du Cinéma. Parigi 1929: e oalurolmente le critiche pubblicale su vari fogli, da C/arlé a L'Humanité). Anche in questo campo però si potrebbe affermare, ad uno rilettura pili attenta, che la sua importanza è piU quella di un precursore e di un attento divulgatore - e fu uno dei prim.i critici cinematograCici degno di questo nome. e ancoro oggi ve n'è meno che non si pensi - che non di un teorico d'eccezione. Ciò vale anche per lo sua utile storia del teatro. che Loterza ha fatto bene a pubblicorc in italiano, sia pure con decen.ni di ritardo, Il teatro dalle origini ai nostri giorni, Bari 1960. • Prefa,ione a Le Père Juillet, op. cii. e Ampiamente citati in: l\.fARCEL TARJOL, Lé.on Jtloussinac, homme de 1héiitre, io Revue d'Hùtoire du Théiitre, luglio-sellembre 1964. - 59
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==