siooista. E poiché in quegli anni i rapporti sono ancora intensi tra giovani intellettuali comunisti e i surrealisti ( non pochi i surrealisti tesserati, compreso Breton), cosa di piu interessante, per l'autore di Père ]uillet, di chiamare anche i surrealisti nell'iniziativa? Il progetto comune diviene quello di un Teatro Spartaco che anch'esso è di ovvia derivazione piscatoriana, anche se il nome è spiegabiJe ricordando che lo stesso Moussinac era uno degli animatori del cineclub Amici di Spartaco, attivissimo già da qualche anno. Ma, purtroppo, non se ne farà nulla. Moussinac non precisa. ma oltre alle fondamentali difficoltà finanziarie, è presumibile che sorgessero come già in altri campi difficoltà piu fondamentali, e cioè d"impostazione ideologica. Unica soluzione possibile ed insperata, da prendere o lasciare, quella di un compromesso con Georges Le Danois, che dirige il teatro delle Bouffes du 1ord 7 , sul boulevard de la Chapelle, nell'estremo Nord operaio parigino, e che ha qualche ambizione artistica. Cera un teatro, c"era un pubblico probabile, e quel che piu conta, diverso. La co-direzione Moussinac-Le Danois poneva evidentemente grandi limitazioni, ma valeva la pena di tentare. Repertorio, formazione di un gruppo omogeneo di attori, riadattamento della scena delle Bouffes, sono problemi preliminari da risolvere rapidamente, tanto piu che, contrariamente all'opinione di Moussinac, Le Danois vuole aprire in autunno (siamo a maggio) e non aspettare il 1933. I piani di trasformazione vengono affidali a René Moulacrt, e i lavori cominciano immediatamente. L"iniziativa avrà il nome di Théiitre d'Action Internationale ( T.A.l.). Moussinac procede contemporaneamente aJla fondazione di una associazione di Amici del TAI ' che avrebbe, nelle sue intenzioni. dovuto garantirgli quel sostegno intellelluale indispensabile alla riuscita dell'iniziativa - mentre dall'altra parte quello « dell'avanguardia operaia » avrebbe dovuto arrivargli direttamente dall'appoggio del partito, dell'Hunw, o perfino dei sindacati. Per spettacolo di apertura la scelta cade su Miracolo a Verdun dell'austriaco Hans Schlumberg. 52 - n opuscolo informativo-propagandistico poi ripreso nel numero, rimasto unico, della rivista del TAI, << Pour• quoi le TAI? » compendia i fini che l'iniziativa si propone: rivelare in Francia le nuove opere piu rappresentative della letteratura e dell'arte rivoluzionarie, spesso già note in un gran numero di paesi, studiate dagli intellettuali e dai critici, e applaudite dalla avanguardia operaia; permettere ad una letteratura e a un'arte rivoluzionarie di manifestarsi in Francia, e particolarmente nelle forme teatrali [ ... ] dal coro parlato alle nuove forme di regia del dramma e della commedia, dalla canzone mimata e recitata al lirismo di massa, senza dimenticare la danza, la farsa da circo, e perfino il cinematografo [ ... ] senza trascurare infine lo studio critico delle piu alte opere del passato che è necessario spiegare secondo il metodo del materialismo dialettico » •. Insomma: « un teatro al servizio di una vera avanguardia, quella che è conscia dei destini profondi dell'umanità, al servizio di un 'arte autentica, quella che esprime le nuove aspirazioni delle masse, che concorda con l'aggravarsi delle lotte sociali e lo sviluppo di una crisi economica grazie aJla quale le vecchie assise delle società sono già scosse ». Questo programma si svolgerà attraverso spettacoli regolari di lavori rivoluzionari inediti o del repertorio internazionale; di montaggi di varie forme teatrali, dal coro parlato alla danza; di lavori noti o meno caratteristici per ogni epoca della storia sociale e politica del teatro; discussioni pubbliche sulle arti) ed irregolari ( « classici » rivisti alla luce del materialismo dialellico, spettacoli per ragazzi, spettacoli di circostanza, per feste, manifestazioni, ricorrenze storiche ecc.). Come si vede, il programma era ambizioso e completo, contemporaneamente escludente quelle forme di dilettantismo ancora presenti neJle precedenti esperienze teatrali di Moussinac. Si tratta di aprire il teatro francese alle esperienze internazionali piu avanzate e piu chiaramente ideologizzate, si tratta di una vera e propria rivoluzione nel repertorio, nello stile, nelle proposte. Siamo lontani comunque dalla chiarezza ideologica piscatoriana: basti pensare all'arlicolo, neJlo stesso numero, di Carlo Suarès 10 che intende essere un 'analisi materiaJjsta del teatro d'a-
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