giovane critica - n. 14 - inverno 1967

che, decorato allora allora ,ul campo, ,ta\'a allontanandosi verso la licenza. Oppure, tra le tante testimonianze di uno stato cli , iolcnza permanente, il grottesco della finta fucilazione per placare la sinistra figura ciel generale Leone ( Lu-su, pp. 58-60). }la anche i diari di Muccini, Salsa, l\lalaparte sono istruttivi; e qualcosa trapela anche in altri, ,ui · germi patogeni ', a giudizio di Cadorna e degli alti comandi dilaganti nell'animo e nel comportamento dei soldati e sulla ' necessità' di stroncarli con la violenza, pre\'cntiva e punitiva 12 ; la documentazione non manca, anche se più d·uno Ira i libri degli scrittori più noti si pre,enta, per disinformazione o per significativo senso di ·opportunità', evasivo su questo e su altri punti maggiormente densi di problematica e di carica oggettivamente polemica. La violenza scaturisce, oltre che da congenita mentalità militare, dalla volontà di reagire nei casi in cui la rassegrw:ione e lo spirito di sacri/ icio si dimostrassero dubbi insuHicienti ormai a contenere la spinta eversiva e cenlri[uga delle masse militarizzate. Essa d'altra parte chiama,·a ancora disperazione e, a volte, rivolta. Ho cercato di mostrare innanzitutto qualche manifestazione a livello individuale; era naturalmente il più immediato e di[fuso, è oggi Eorse il più frammentariamente e meno precisamente documentabile nell'entità e nella qualità, ma il più pacifico politicamente. Non mancano comunque negli scrittori neanche testimonianze sparse di dissenso e insubordinazione di massa, di manifestazioni di insoCCerenza c,ollettiva, giunta a volte fino alla rivolta di battaglioni, reggimenti, brigate; anche se, per ragioni diverse - tra cui la stessa ignoranza eHcttiva degli avvenimenti, a volte un certo tipo di amor di patria oppure il fatto che alcuni di questi testi nacquero comP. corrispondenze giornalistiche, soggette perciò alla censura !' alle esigenze della politica seguita nei confronti della opinione pubblica, il fatto che essi uscirono o furono ristampati durante il fascismo ecc. - questo livello di massa dell'insubordinazione, prima del problematico nodo di Caporetto, è trascurato o solo frammentariamente 38 recepito rn molti dei libri e diari di guerra; che la storiogra[ia è precisa e esauriente, in proposito; c'è da ricordare, d'altronde, che sempre o quasi sempre questi libri, cosi ricchi di notazioni significative sul piano della realtà quotidiana e della cronaca della guerra, sono deboli sul piano della ri!lessione della realtà nei suoi aspetti generali; la chiusura dell'orizzonte, la depoliticizzazione è una necessità scontata e dichiarata dagli scrittori-ufficiali, tanto più nettamente, di solito, quanto più era diretta e personale la loro esperienza della trincea di prima linea. E ancora c'è da osservare che per la mentalità moderna di parecchi Ira questi intellettuali si doveva probabilmente trattare di atti umanamente e politicamente vergognosi, d~ e orcizzare quasi nel ricordo e da nascondere il più possibile; per i più 'addentro ' di una preoccupante manchevolezza tecnica più o meno scontata in anticipo e da ridurre il più possibile nei suoi effetti negativi; per gli interventisti democratici, alla Jahier, una fonte di ansiosa ri Oessione e di angosciato sgomento, da cui schermirsi. il più delle volte, quasi con pudore 13 • Accade frequentemente di trovar sottolineata dagli scrittori un 'influenza negativa del paese sull'animo dei com battenti; tema d'altronde derivante dagli stessi alti comandi e da Cadorna in prima persona, nelle sue requisitorie contro i dirigenti politici, prima e dopo Caporetto; « r... J i soldati tornano dalla licenza cupi e sfiduciati, inaspriti per quello che hanno veduto, attossicati dalla propaganda bestiale e schifosa dei socialisti » ( M. Muccini, 206). È lo stesso Muccini ad accennare alla forza corrosiva esercitata nel '17 dalla nota del Papa alle potenze a proposito della 'inutile strage'. « Allora è proprio vero che tutti i morti fino a ieri e quelli di domani f: i feriti e i mutilati e i dolori e gli strazi sono inutili! » ( 230). Non insiste; c'è però incertezza e rancore". Ma se è diffuso il tema del soldato che torna dalla licenza diverso da come era partito e insomma non piu ' rassegnato ', ma torbido, ansioso, in preda a una faticosa gestazione di sentimenti, convincimenti ed azioni, è poco apprezzabile negli scrittori - presumibilmente an-

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