giovane critica - n. 14 - inverno 1967

, iolcnza ( « il ordo rancore dei contadini, delle masse contro Milano, che aveva voluto la guerra ccc. », come dirà ironi dopo Caporctto) • covava e ingigantiva. Dopo l'esecuzione d"un soldato a cui s'era trovato casualmente ad as,i,tcre. Comisso coglie l'odio nei suoi pur affezionati soldati. intui,ce, enza oHermarvisi, lo scatto segreto dì una antitesi, un sentimento oscuro di ribellione: « essi, che lo avevano visto passare [ ... ] pallidi, stravolti e quasi paralizzati. mi guardavano cupi come dominati dall'odio» ( G. Com isso, Giorni di guerra, Milano, 88). 9. Episodi di io 11bordinazioue individuale, tentattv, di ri, olta alla morte o comunque di soluzione delle sofferenze del singolo. le mille disperate forme di soluzione individuale dell'angoscia - imboscamenti, automutilazioni. suicidi, diserzioni, ecc. - sono frequentemente attestati nei libri della guerra; diventano particolarmente o e sivi in quelli di Attilio Frescura e Carlo Salsa; ma anche !"approdo a forme superiori e piu avanzate di dissenso - fraternizzazioni col nemico, rivolte, ammutinamenti - non sono assenti da questi e da altri testi, per esempio quello di Emilio Lussu. 'cl moderato Frescura la comprensione è umana e prepolitica, e va, non a caso, agli episodi di disperazione individuale, all"angoscia della carne; all'istinto di conscrrnzione in omma. alle rivolte elementari dettate dalla paura, piu che agli indizi d'una presa di coscienza di classe e d'una tensione· alternativa. el libro di Lussu, invece, al di là delle sue ormai incrinate convinzioni di interventista, è al maturare nella coscienza e negli atti dei germi d'una azione costruttiva, piu che alla stanchezza e alla paura, che si rivolge l'attenzione dell'uomo d'azione, del-politico. Perciò egli segue con sensibilità il manifestarsi di successivi livelli di generalizzazione dell'esecrazione e del distacco, il loro farsi, da stato d'animo, insofferenza intima e individuale, discussione, proposito collettivo e alla fine, anche, rivolta e ammutinamento: dal grottesco iniziale di Marrasi Giuseppe, fuggito per errore 36 - ,·crso le lince italiane e, accolto dalla comprensiva ironia dei compagni, dalle promesse e dai tentativi di Ottolenghi - un ufficiale! - di levare di mezzo il generale Leone, con tanta delusione di soldati e uHiciali per tre volte sfuggito alla morte incipiente, all'ammutinamento della Sassari e a quel punto d'arrivo dirompente e esemplare che è !"esecuzione collettiva, istantanea, come per un ordine, sul posto, del maggiore, reo d'avere ordinato, dopo il macello, la decimazione. « - Anche domani un assalto! Io scommetto che domani c'è l'assalto. E perché non ci dovrebbe essere? Non siamo noi figli di puttana? [ ... ] Non si è mai visto un assalto senza cioccolato e senza cognac. Cinque uomini di corvée per il ciccolato e per il cognac! Ingrassano bene il porco prima di ammazzarlo. Lo ingrassano bene! C'ingrassano bene! » ( E. Lussu, 94-97). È un grado - cupo, disperatamente sarcastico __:_ della dolorosa conferma sociale che è la guerra per i contadini e pastori della Brigata Sassari, per le masse di quel futuro Partito Sardo d'Azione che proprio dal conflitto e nel conflitto germina con la sua iniziale carica classista. L'antitesi, di cui la conduzione stessa della guerra va facendo approfondire la coscienza, tra gruppi dirigenti ~ subalterni, trova espressione anche io quell'atto di accusa che è Trincee, di Carlo Salsa. « I nostri soldati si fecero ammazzare cosi a migliaia, eroicamente, io questi attacchi assurdi, che si ripetevano ogni giorno, ogni ora, contro le stesse posizioni. Nessun alto ufficiale fu visto mai salir.i tra noi per rendersi conto, per giudicare » ( 76). Sarebbe vano voler risolvere sul piano eminentemente tecnico-militare il fenomeno ( gli errori di 'governo degli uomini'): i soldati alla fine lo vivevano come un oltraggio socialmente rivelatore. « Di quella gente, non ne muore uno

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