giovane critica - n. 14 - inverno 1967

noia e contro il nemico se il mal di ,tomaco non sarà cccc ...... ivo: ~aran , aloro~i se la notte pri111a nvran potutO dormire. Sono per batlcr,i. Per '"incere bisogna la fede di quc-to popolo, una tremenda allegrezza / nel ,acrificio. Se •l'ntirò il boato della moltitudine ,arò ,icuro » (Con Cla11del. 57). :\'on , i fu. « Gli uomini entrarono nel cerchio della l!uerra a capo chino. bestemmiando » ( C. .\lalaparte. La ·it"Olta dei santi maledetti. Roma. 1921, 30). 2. \"cnuta la iruerra. la scelta-per-il-popolo dell'inter- ,enti,ta ,i tro,·a di fronte al riscontro della realtà. Chi. tra irli ~crittori, cerca di politicizzare la condizione del popolo--oldato, cli indi\"iduarc nella truppa, al di lii della eo-trizione, ragioni positive, convincimenti po• litici che diano il ,cnso di comballere per una causa pro• pria inganna se stesso e fallisce. « Una volta il Comandante del 1'( Corpo d"Armata l---] domandò a un soldato della mia ,quadra: ·Chi sono gli Austriaci?' 'Eccellenza, si' ripose il oldato. Questa è la dcunizione di uno stato di animo. \" olcre in-istere. voler sapere di piti, ottenere una risposta in accordo con le idee di patria e di devozione al sovrano è un ,upporre nel soldato un grande interesaamento a cose e a questioni che noo lo riguardaoo per nulla.» (.\Jalaparte. 47) 1 • folti, in realtà, la apoliticità, la non-co•cieoza nel oldato delle cause e degli scopi, le dànno, direi, per scontate, ripicgaodo subito, nel motivare la ubbidienza. su moveoti piti elementari, d'ordioe pre,·alentcmente p icol?gieo, di psicologia sociale e iodividualc: lo spirito di corpo, il coraggio, il senso del dovere e del oacri[icio, la capacità di sopportare e resistere ecc.•. Alcuni però si impegoaoo in uo teotativo di giustificazione storica dcli'' ignoraoza' politica e dell'estraneità alla patria del soldato, accusando per converso i ceti dominanti, come fa SoHici, di avere corrotto o lasciato corrompere in senso materialistico e socialmeote disgregatore una pianta umaoa potenzialroeote civilissima. Qui torna fuori l'idea degli ioterventisti di uoa loro scelta 28 - della guerra per delega implicita di un grande popolo silenzioso. che non ha ancora trovato i suoi veri interpreti, contro quelle che parevano le incertezze, le viltà, gli intcre,,i dei gruppi di governo. « Giovanni Giolitti non lo può rappresentare / Giuro che questo popolo non è mai ,tato / rapprc entato » (Jahier, Con Claudel. 58). li dc,idcrio di salvare comunque un cerio grado di ·politicità· ncll"azionc delle clas i subalterne e quindi una loro partecipazione non del tutto passiva e forzata, conduce alcuni degli scrillori a ostenere, come gta nei giorni della campagna interventista, quasi uoa secooda linea difensiva, la tesi di una vitloriosa antitesi dell'iocon cio collettivo, di un oscuro istinto dcJJa ' razza' contro e nonostante le mene e le inadempienze dei reggitori: contro la stessa storia d'Italia, che ha reso i soldati d'origine proletaria estranei alla Nazione e allo Stato, contro le te-se idee ricevute e i criteri consci nelle masse prevalenti: quasi una palingenesi politica. « Ed è il suo lato sublime questo di essere trascinato dalla ignorata grandezza della sua anima » ( A. SoHici, Kobilek, Giornale di battaglia, 1928, 62). In questo diario di SoUici - interventista, ufficiale presso lo Stato Maggiore della 2' Armata, addetto alla propaganda sul fante, già eversore della borghesia nei movimenti culturali d'anteguerra, futuro autore e ideologo ciel regime - è già in germe ( e si tenga presente, dello tesso autore, il precedente Lemmonio Boreo, uno 'squadrista ' d'anteguerra) il fascismo come movimento di mn~sa e ' rivoluzione'. « Ah I se qualcuno ci tradisse la pagherà cara. Chi ride, scherza, sopporta tanti disagi con una tale pazienza e perseveranza in faccia alla morte imminente, ha il diritto di essere il padrone della vita futura italiana, e se dovesse essere defraudato ciel suo diritto avrà ragione di divenir terribile. Noi che abbiamo vissuto a contatto di corpo e d'energia con questi grandi semplici, ci troveremo ancora coo loro contro il putridume di un 'Italia che già non dovrebbe piti esistere. » ( Soffici, 55). Un tentativo in qualche modo analogo, anche se dissimile cli segno, compie Johier, nella sua strenua volon•

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