giovane critica - n. 14 - inverno 1967

storica p1u ampia; scoprono, uella varietà delle regole e delle forme adottate presso i diversi popoli e nei dirnròi tempi. uu ·armonia e un ordine; in quel cumulo di errori. di superstizioni, di pregiudizi, rinvengono una linea fatico·a di progresso: al relativismo ingenuo e sommario sottentra un piti maturo storicismo ( o, per meglio dire. si irrobustiscono e salgono in primo piano quelle correnti storicistiche, che esiste,,ano già nella cultura ciel Settecento), quindi una valutazione piti equa, e non meramente negativa, del passato e una maggiore attenzione a non rompere con esso tutti i ponti, a farne scaturire con graduale trapasso gli spunti e gli avviamenti ciel progre so presente e futuro. Occorre non esagerare nel contrapporre al razionalismo illuministico lo storicismo romantico, non solo perché il secondo prende le mosse dal primo e ne accetta l'eredità, si anche perché altrimenti si corre il rischio cli sopravvalutare certe tendenze retrograde, che nel romanticismo esistono senza dubbio e prendono a volte ( in determinati momenti e ambienti) il sopravvento, ma non si può dire ne costituiscono la caratteristica essenziale e durevole»'. A parte alcune riserve sui termini di ,e armonia » e ,e ordine » inserite in questo contesto, mi pare che questo brano dia alcune indicazioni generali ma concrete sul perché sia sconsigliabile una identificazione fra romantici mo e Restaurazione. E questo riguarda anche Leopardi, non meno dei suoi contemporanei. Nella deprecata da Timpanaro Noterella leopardiana (che è del 1948), Sapegno scrive: « E romantico è il contenuto piti genuino della sua sensibilità e della sua umanità; romantica la idea, a cui approda n'el momento culminante della sua riflessione, cli una poesia come pura lirica, palpito del cuore nella sua immediatezza e momentaneità, voce del sentimento che procede ovvero annulla ogni intervento intellettualistico; romantica la stessa soluzione pessimistica della sua travagliata meditazione ( che pur nasce e si svolge nell'àmbito del razionalismo e materialismo settecentesco), e persino l'atteggiamento non rassegnato ma polemico contro il destino, il suo grido di uomo « reni14tenie al fato », atteggiamento che trova parziali rispondenze e consonanze non casuali negli spiriti fraterni di Goethe e di Hoelderlin, di Byron e di Shelley, di Vigny [ .... ). Che poi Leopardi svolgesse la sua esperienza letteraria in senso divergente, e talora opposto alla via segui• la dalla scuola manzoniana; che per un altro verso non si piegasse mai alla concezione del liberalismo moderato, è pur certo; ma né è giusto circoscrivere il romanticismo italiano e tanto meno quello europeo, nei limiti delle esperienze ciel gruppo lombardo, né si deve dimenticare che la ribellione leopardiana alle illusioni dei moderati non approda da parte sua in modo stabile e coerente a un concetto piti rivoluzionario della storia e del progresso umano »•. Quel sentimento che in Leopardi annullerebbe " ogni intervento intellettualistico » è probabile che non sia piaciuto a Timpanaro ed anche a me sembra che - nonostante Sapegno adoperi il termine « intellettualistico » e non « intellettuale » - questa singola frase possa offrire spunti a quell'interpretazione di Leopardi che tende a scindere il piti possibile la poesia leopardiana dal pensiero leopardiano. E capisco come, per contrapporsi a questa interpretazione, si voglia scrivere sulla poetica di Leopardi un saggio dedicato proprio al pensiero leopardiano. Non mi sembra però si possa dire che questa affermazione della Noterella sia quella determinante agli effetti della valutazione che Sapegno dà delle componenti romantiche in Leopardi. Per questo condivido nel com• plesso il brano di Sapegno sopra citato. Né mi pare arbitrario ritenere che ciò che nella Noterella disturba piti Timpanaro, è proprio quel ribadito invito a giudicare il fenomeno romantico con parametri piti ampi. Prece• dentcmente ho mosso a Timpanaro - con le opportune cautele chiarificatrici - il rilievo di eccessiva « italianità » del suo punto di vista nel giustiziare il romanticismo. Vorrei adesso riprendere questo giudizio, tentando di argomentarlo ulteriormente. Mettiamo per un momento da parte il romanticismo come categoria - con tutte le incertezze che com•

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