giovane critica - n. 14 - inverno 1967

È possibile prendere pos1z1one sul romanticismo - e giudicare quindi chi fu e chi non fu romantico - partendo e sostanzialmente rimanendo all'esame di ciò che il romanticismo fu in Italia? Intendiamoci: Timpanaro dimostra di essere piu che informato su tutto quanto nella cultura europea possa avere avuto influenza sul nostro romanticismo, o comunque rapporto con esso. Gli appunti che gli si possono muovere non sono mai certamente di carenza di ... informazione. Bensi piullosto di angolo visuale: che appunto qui è assai piu che rigoroso, restritlivo, e che non tiene abbastanza conto delle esperienze romantiche non italiane ( e quando le considera, tiene conto quasi esclusivamente di quelle che possono far apparire il romanticismo come l'ideologia del regresso). E questo non per il fallo che si dedichi troppo spa• zio, quantitativamente, a un fenomeno che mi sembra in qualche modo apprezzabile solo entro i confini nazionali, come l'opera del Giordani: infalli non si djscute nemmeno che l'analisi monografica di un lellerato minore possa essere ( e nelle fa li ispecie per molti versi è) fatica utile e illuminante; bensi invece, per esempio, per la convinzione che possano essere trovate in un àmbito dj tempo e di spazio ristretto le coordjnate della poetica leopardiana rispetto al romanticismo. Ma si badi: nel ricostruire le componenti del pensiero di Leopardi, Timpanaro è ricchissimo di riferimenti, che vanno dal pen• siero greco alle moderne filosofie e letterature, e che sono quasi tutti pertinenti, oltre che genialmente inquadrati in una concezione del pessimismo leopardiano che fa giustizia delle interpretazioni limitative, sia di provenienza positivistica che idealistica '. Ma questo dimostra appunto che il rilievo da fare a Timpanaro non è quello di ristrettezza di orizzonti intellettuali e culturali, ma, al solito, di eccessiva diffi. denza per il romanticismo, cui, per dirla in parole po• vere, viene usato un ... trattamento meno favorevole rispetto a quello usato a tutti gli altri argomenti dei quali l'autore si occupa. Il romanticismo non deve essere con• siderato un dato pérennemente immanente dello spirito, una componente metastorica della civiltà; deve avere riferimenti di tempo e spazio, sociali etc.: benissimo. Ma volerne tagliare i confini con l'accella, amputando ampie porzioni del fenomeno, è nient'altro che correggere una deformazione con un'altra deformazione•. Questa ristrettezza ( soltanto su questo punto), questa « italianità » dell'impostazione di Timpanaro, la si ricava, non sembri strano, piu dai riferimenti che nel libro mancano che da quelli che ci sono, e da ciò che si avversa piu che da ciò che si afferma. Fra i passi piu polemici del libro di Timpanaro vi sono quelli in cui si cerca di confutare - con apprez• zamenti non sempre lievi - la concezione del romanticismo di Sapegno e il suo giudizio sui rapporti tra Leopardi e il romanticismo: « Si è finito col fare di 'ro• manticismo' un sinonimo di 'civiltà liberale-democratica del secolo XIX', o addirittura di tulio ciò che nella arte e nella lelleratura ollocentesca non è fredda acca• demia e imitazione inerte del passato. Cosi Goethe, Foscolo, Leopardi, Heine, Callaneo - per citare soltanto i nomi di avversari espliciti del romanticismo - sono stati aggregati, loro malgrado, alla scuola romantica. Il culmine di questa tendenza storiografica si riscontra nel Sapegno, il quale giunge fino a considerare come un romantico Marx ». Non mi è possibile citare per intero il capitolo III del III volume del Compendio di storia della letteratura italiana, se non per rimandarvi il lellore, a verificare se Sapegno concepisca il termine romanticismo come « bonne à tout /aire » ( per usare una espressione di Classicismo e illuminismo) o se invece si preoccupi di dare al discorso l'apertura che l'argomento merita, partendo dal panorama delle trasformazioni romantiche viste in tutto il loro contesto europeo. Vorrei comunque riportare alcuni brani che mi sembrano indicativi di una concezione che non può assolutamente essere assimilata a quello sto• ricismo generalizzatore che si è deprecato all'inizio: « I romantici, senza toglier nulla a questa esaltazione della libera ragione umana, vi aggiungono una considerazione - 13

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