rcdata da brani delropera, da interviste col regista o coi suoi collaboratori, ecc. ecc. - altro che le mortali frasi fatte dei nostri « presentatori di cicli »!), delle proiezioni in cinémathèquc. di ri,·iste come Positif o i Cahiers, delle monografie tascabili sui registi più noti. ella situazione descritta da noi, come potrebbero formarsi queste schieri' o drappelli"? arebbc bene che si cominciasse a parlare seriamente di queste cose, ora specialmente che i critici, molti almeno, hanno una certa fetta di potere in mano, ora pccialmentc che finito un ventennio democristiano ne comincia uno cli centrosinistra che sta rimpastando leggi che donemo sopportare, se nascono male, per altri vent"anni. l\fa è meglio passar oltre: 11011 vorrei dare la imprc-sionc di insegnare il mestiere a gente tanto più còperta cli mc. i\Ia che si sbrighino e si muovano bene. È scocciantissimo dover fare discorsi del genere, partendo dalle cgoi tiche prirnte insoddisfazioni di spettatore esigente, e scoprirsi ridotti a spiegare paradossalmente alla borghesia italiana la strada per allinearsi con le borghesie più avanzate. In quest'Italia meschina e inguaribilmente soddisfatta della propria mediocrità, ci si ritrova anche senza volerlo e nonostante la massima attenzione, a scivolare ogni tanto in queste squallide lotte secondarie e arretrate, arretratissime. Non è questione « [ ... ] Vi prego di non provvedere all'invio con-- lra-55egno di Giovane critica. V i dirò, a me intere-5$ava esclusivamente come rivista cinematografica. Non è questione di sin~tra giovane o vecchia o sini5tra ... piU sinistra o meno di un'altra sinistra: io rritornerò vostro lettore se l'unico interes3e di Giovane critica .sarà il cinema (e i suoi problemi, s'intende). Cordiali wluti e ringra• =:iamenti )). 8Abbiamo pensato cli contrappesare il << Llamento >> di Saverio Esposito - non condividendone alcune premesse e conclusioni - con la pubblicazione di due lettere. L'una di un lettore che hn cor. tcscmcnte disdetto il suo nbbounmcnto; l'altra, nella pagina a fronte, da noi sollecitata, di un amico con cui avevamo da tempo uno scambio epistolare sui temi espliciti e impliciti contenuti nel testo di Esposito ( nostro sodale tanto stretto eia perdonarci le atroci maz. zatc di Adorniani). Ora la prima lettera si commenta da sé; purtroppo si tratta di un atteggiamento assai diffuso, favorito da tutta la dinamica (per usare un 'antifrasi) del cinc1na italiano, delle sue sedi e istituzioni. La seconda è scentrata quanto al suo bersaglio immediato 1 « l'Autore)), cui neppure lontanamente si addicono le pesanti accuse rivoltegli. Per alcuni giudizi di fondo ci sembra invece acuta e cosi inedita nella lingua di chi parla cc dc cinema » eia meritare largamente la pubblicazione. Beninteso non vogliamo metterci indenni al centro della mischia, distribuendo pene e indulgenze. L'itinerario cli Cic,.. vcme critica attesta chiaramente come questi temi siano da noi stati sentiti al fondo. sino a rimodellare In fisionomia e la portata del nostro lavoro. Non abbiamo mai avuto « amore per il cinema»; io Italia questo nffetto ha avuto una coloritura d'importazione, quasi csclusiv:Hncntc negativa, un alibi fra gli altri nel marasma de11a nostra cultura. é ci sembra utile contrapporre in blocco la cultura cinematografica francese - certo pili folta e smngata e poHforme della nostra - a quella italiana. Ahri amici, nei paraggi di Torino, stanno raccogliendo la proposta di una rivista cinematografica agevole e agibile, rapida e moderna. A noi sembra che il progetto, per usare un,espressionc cli Tristan Tzara, non esca « dall,àmbito delle clebolcz.ze europee sempre di merda si tratta »; non costituisca minimamente cioè uno strumento nuovo cd eversore nella direzione politjca che ci è cara, tutt'altro. Lo stesso richiamo al Cinema nuovo quindicinale risulta probante a contrario: que11a rivista poggiava la sua « potabilità )► su una cuhura - quella del neorea1ismo - (e una politica), di cui era espressione non volgare e non angusta. Qual è il codice in cui andrebbe letta oggi una rivista cinematografica cli quella fatta? Certo vi avverrebbe una selezione di temi e cli autori; non vi si parlerebbe de l'estate come di un prodotto culturale (come avviene su Rinascita) ma come un fatterello pornografico, fra i piti provinciali e declassati. C'è del resto chi dà l'esempio: citano Barthes, i cuor contenti, come un tempo si citava Luklles. Con tutto il rispetto, si badi bene; ma allora ha ragione Adomiani, queste non sono l< lotte ».
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