giovane critica - n. 11 - primavera 1966

teatro Teatro, politica culturale e pubblico. 2 4. Ruolo degli intellettuali: tra R. Bianchi Bandinelli e M. Alicata. Teatro nel sistema, che non va oltre la consacrazione, per sua natura: la natura dei suoi finanziamenti e dei vari controlli. In altre parole, si resta nella politica culturale del movimento operaio, la quale oscilla fra la politica delle alleanze eterogenee, la separazione di giudizio ideologico e giudizio culturale, la collaborazione democratico-antifascista per la consacrazione della Resistenza, del populismo e dei valori nazionali, oggi mescolata alla smobilitazione ideologica, all'apertura agnostica ed epidermica, nei confronti delle metodologie sperimentali e della descrizione sociologica. E dall'altra parte - con ritorni periodici - la traduzione nazionale dello zdanovismo. Insomma, la politica culturale intesa come cinghia di trasmissione di una strategia politica che mescola, o alterna, lo stalinismo alla abdicazione riformistica ••. Le posizioni sostenute recentemente, sempre su Rinascita ( 4 e 8 dicembre), da R. Bianchi Bandinelli e M. Alicata (in polemica con la Rossanda), confermano puntualmente questa linea praticata nel passato. Bandinelli constata, nella recente politica culturale del Pci, la mancanza di una precisa scelta: « Scelta politica, deve essere chiaro, e non astrattamente teorica; ma che esclude il ' tutto fa brodo ' ». Insomma, a suo parere, riaffiora il vecchio errore di andare incontro a manifestazioni di pensiero o artistiche assai lontane dal pensiero marxista (se non addirittura inconciliabili con esso), con l'intento di mostrarsi aperti e di conquistarsi simpatie negli ambienti intellettuali. Il che f.inisce per essere « una specie di stalinismo alla rovescia e, tutto sommato, una confusione non bella e un serio errore politico, perché i consensi che cosi si ottenessero varrebbero poco ». Partendo da qui, ripiomba nella subordinazione del ruolo dell'intellettuale che separa l'elaborazione politica e l'intervento culturale. Chiede lumi al partito per 1 poveri intellettuali inetti ad una coscienza politica: « L'intellettuale è raramente un politico; e l'ideale dello intellettuale divenuto rivoluzionario di professione si realizza solo in un numero limitalo di casi ( e allora nasce il grande dirigente). Ma l'intellettuale spicciolo, come siamo quasi tutti, ha bisogno di un orientamento politico chiaro che divenga la materia attraverso la quale egli possa esprimere il contenuto al quale aspira. E se è vero, come credo, che l'azione politica coincide con lo sviluppo e l'orientamento culturale, mi pare che la Direzione stessa del partito, nel suo insieme, sia chiamata a indicare il nesso tra linea politica e orientamento culturale, mentre la Commissione culturale non dovrebbe far altro che curare l'organizzazione degli incontri, dei convegni, delle iniziative discusse in sede politica ». Abituato a navigare in acque mosse, Alicata inizia rimproverando blandamente Bandinelli per l'eccesso di zelo ( ccNon so se sinceramente l'accorgimento indicato dal compagno Bian- - 51

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==