giovane critica - n. 11 - primavera 1966

;a parlare del ncorcali,rno come descrizione crouachi tica, che manca di spiegazione del « donde » e del « dove »: J'idcologia antifascista ha una natura complessa e articolnta. ri1nanda ad u □ a serie di cause e di giu tificazioni, cd è strcllamente legata ad una prospelliva nel futuro. ~la tulla J"impostazione, per cui il limite del neorealismo sarebbe nella semplice riproduzione del c1uotidiano, risente di un profoDdo idealismo. Anzilullo perché la terrninologia lukacsiana viene ripresa in modo meccanico eschematico. se11ca far precedere quest.e proposte da un serio c-amc della realtà. da un discorso in termini di classe: e ciò bisogna dire, in quaDI0 l'Aristarco si proclama ,, marxista ». Eppoi perché esprime una concezione ancora aristocratica della cultura, per cui tulio il problema è -cmpre limitato all"intcrno di una o di un'altra tendenza culturale, senza vederne i legami con la realtà. .',lanca soltanto, al neorealismo, I'« esperienza culturale n che ,pieghi il "donde» e il «dove» e superi la sua semplice "esperienza originale»: tulio è, e rimane sempre, un problema di cultura. «Naturalismo» e « realismo n non ,ignificano nulla se non spiegano la posizione dello autore nei confronti della realtà, e non di una realtà di comodo, che può essere quella di Balzac e quella dei nostri giorni. ma la realtà italiaDa, le sue CODlraddizioni, il suo s,·iluppo. La « mediazione» pratica di Aristarco è sempre stato un generico antifascismo, acritico e superficiale: solo co i si spiegano affermazioni come: « se la Resistenza resiste, il cinema italiaDo resisterà », che nel 1955 sono sempre piti inspiegabili. Vediamo, ad esempio, come Aristarco si pone di fronte al film di Dc Sica Il tetto (1956). Lo riteniamo un «test» importante, perché, io quegli anni di cri i e di accrescimento del potere dei gruppi monopolistici, ripropone il discorso conoscitivo-poetico del!'« impegno » antifascista, ormai del lutto iDsufficienle e anemico, il cui moralismo si riflellc nella levità degli esiti piscologici nel film. Sebbene, secondo Aristarco, il limite del film è che non è « romaDzo >>: « in Zavattioi e De Sica viene ancora una volta a mancare la 'categoria centrale' il 'criterio fondamentale' del realismo: il 'tipo', 48 - appunto [ ... ] »; bisogna invece passare dal neorealismo al reali mo; « non si tratta di ccunbiare il colore di una bandiera, come teme Zavallini, e proprio mentre la battaglia è in corso; ma di coDtinuare la battaglia per portare avanti la bandiera[ ... ] »67 • Sembra chiaro come Aristarco, partito da una volontà di vedere « criticamente » i! neoreali mo, si trova ora ad enunciare una vuota fraseologia, anch'egli inca pare di una critica completa alla natura dell'aDtifascismo e, di conseguenza, di una concezione storicamente esatta dell'ideologia neorealista, dei suoi meriti e limiti. Natura e limiti dell'antifascismo, sua crisi, rapporti fra cultura e aDtifascismo, il neorealismo - e la sua crisi - in questo coT1testo, un discorso sulla cultura in termini di classe, i rapporti fra cultura (arte) e ideologia, la crisi ciel movimento operaio italiano degli anni '50- '60: tulio ciò dall'Arislarco non è preso in considerazione. E se ci obietta che questo non è il compito di un critico cinematografico - nemmeno di chi vuol essere <' marxista »? - opponiamo come risposta, appassionala e netta, i1 senso del nostro lavoro. Maria Cannella 1 Da una leltera serilta da F. FonTINI a Leo Spitzcr il l° gennaio 1956, ora in Verifica dei poteri, cit., pp. 177-178. 2 In Bia11co e Nero, anno Xl, n. 2, febbraio 1950, pp. 31-H. 3 In lncltiesta sul neoreolismo, a cura di CARLO Bo, Roma 1951, p 15. 4 G1uSEPPE FERRAltA, Il nuovo cinema italiano, Firenze 1957, pp. 87-88. 5 CAHLO L1ZZANI, Storia del cinema italiano, Firenze 1961, p. 107. • Il 'mito degli inioi' e la parabola di R. Rossellini, in I! Con- ·remporoneo, gennaio 1964, n. 68, p. 42. 7 L'espressione è di C. Lizzani, op. cit., p. 89. 8 ALBERTO LATTUADA, Pre/a:ione, in Occhio Quadrato, Corrente Edizioni 1941 ; ora in CARLO L1zZANI, op. cit., p. 390. 9 CARLO LrZZANI, lnfan:ia del cinema italiano, in Si gira, n. 3-4, aprile-maggio 1942; ora in CAnLOLIZZANI,op. cit., pp. 399-402. 10 idem. 11 C. L1zzAN1, op. cii., p. 100. 12 l\·1. SANSONE, op. cit., p. 572. Questa opinione è sostenuto nn~ che dal PERSIANI: « Si dovrà dire, insomma, che nel neorealismo

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