giovane critica - n. 11 - primavera 1966

;.uppo,to ideologico », gioca sull'equivoco e opera una fal,ificazionc. Gioca sull"cqui,·oco perché confonde l'«ideolof!Ìa n conte prog;rarnrnatico e intellettuali:,tico giudizioi intcn,ion~ co-cicntc dell"artista. precedente alla sua opera, e l'« ideologia » quale direzione parziale e storica, « senso » dialettico della realtà che è presente in ogni crea, do,re arti,tica - e in ogni attività un1ana - e che va ricercato alf"intenro dcli.opera. fa tutt"uno con essa. Sulla ha-e di que,ta confu-ione Chiarini mistifica, in quanto nega al ncorcali-,1110 una e< ideologia >>, lo considera autentica c-prc,-ionc della « verità » e della « realtà ». Se teniamo prc-entc !"identità fra ideologia neorealista e icleologi:i antifa,ci,ta. che abbiamo tentalo di spiegare, po iamo capire come anche in Chiarini ci sia la totale incapacità di , edere J"antifa,ci mo come espressione della dialettica storica. come « parziale >>suo momento: egli lo accella i1Hecc come « assoluto » e « spontaneo », e rimane perciò -u un piano acritico, non storicistico. Chiarini si rende conto dell'importanza del neoreaforno « come espressione degli orientamenti ideologici <! degli stati d'animo del nostro popolo »"; nei film neorealisti « pur nelle difCerenze si riscontra un mondo e un modo comuni, un.identità cl'interes i, un analogo atteggiamento spirituale nei confronti della realtà »52 ; accenna anche alla « esigenza di vedere l'uomo non solo nel MIO rapporto con altri uomini, ma con la società>>: ma c1 piega quegli « orientamenti ideologici », quello « analogo aucggiamento pirituale »? I piu acuti critici cinematografici - dice Chiarini - hanno definito il neorealismo come « realismo socialista>>: << e certamentr. qui siamo piu vicini a una giusta interpretazione, a patto che ci si intenda sulla parola socialismo »53 • Egli ci dà allora una definizione del socialismo, e insieme del neorealismo, che riportiamo integralmente, perché tipica non solo ciel critico in questione, ma di una diffusa mentalità: « Se ( ... ] per socialismo si intende l'esigenza di un rinnovamento sociale, che nasce da una reazione alle ingiustizie di una società per molti versi ancora feudale, da una scoperta non lelleraria e retorica, ma sincera, della personalità umana, da una rivolta contro la guerra 46 - e la violenza, da un concreto amore per il prossimo e un interesse umano per la realtà che ci circonda, di front<' alla quale sentiamo di dover mortificare il nostro eccessii•o individualismo e compiere un atto di amore eh~ è urniltà nello stesso tempo, allora si può dire che il neorealismo è realismo socialista. Un tale alleggiamento, che è oggi piu diffuso di quanto possa sembrare nel prevalere degli egoismi e delle fazioni, trova nel [ilm un indirizzo stilistico facilmente identi[icabile. Questo indirizzo è, appunto, il neorealismo »... Poche volte, crediamo. sono stati condensati in cosi breve spazio i motivi piu [rusti ad abusati del corredo antifascista, che li mantiene assieme: la componente risorgimental-mazziniana, lo sdegno per gli aspelli « feudali », la ri,•olta contro la guerra, la volontaristica « mortificazione» del proprio individualismo, la cristiana umiltà. Di fronte a questo iperuranio cli sentimenti, quale distaccato disprezzo per il « prc,·alere degli egoismi e delle fazioni >> ! Le contraddizioni reali sono cosi risolte: sulla base dell'umiltà antifa cista tutto diventa « oggellivo »: il neorealismo è frullo « di un mondo travolto e sconvolto che prendeva alla gola e la cui rappresentazione non poteva non destare in lulli le stesse idee, le medesime emozioni e reazioni; dirci, le stesse conclusioni »55 • Ritorniamo al mito dcli'« umanità », che si ritrova in uno slancio di solidarietà. Anche « il carattere dominante del neorealismo d, Dc Sica e Zavattini è dato dal fatto che la loro polemica sociale non parte da u.n dato ideologico, ma da un mot.ivo u,nano »56 : quasi esistesse una umanità-moralità che non sia anche oggettivamente (=storicamente) « ideologica », cioè che non vada in certe direzioni o in altre; ( il che è poi un modo sollile per non spiegarci affatto la natura e la complessità di quella « polemica n). Quando le premesse sono queste, abbiamo visto la difficoltà di esprimere motivazioni accellabili sulla crisi del neorealismo. Anche il tono di Chiarini è predicatorio e moralistico, il solito puntare il dito: i registi neorealisti non hanno il coraggio di essere « conseguenti n, « non vogliono rinunciare del tutto allo spellacolo »67 ; sembra quasi che tutto si riduca ad un problema di linguaggio,

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