giovane critica - n. 11 - primavera 1966

mo: che il cinema italiano è popolare; secondo: che è ua• zionalc j ... ]. Nel nostro tempo, infatti. i pone il compilo tremendo, che la generazione del Ri orgimcnto iniziò appc• na ad a,,oh·crc, di [are dell"Italia una nazione unita e mo• dcrna j ... j. È un·opcrn incominciata ( o meglio, ripresa) ii giorno io cui il distacco dal fascismo significò anche distacco da tutto ciò che v'era in esso di non Italia, di anti• Italia f ... J »". l::rano le pcranzc dell'ideologia risorgimen• talc-nazional-antifascista. Si è visto dove esse ci hanno con• dotto: dohhia1119 rimpiangere che quella fiducia sia stata « tradita », lamentare che non si sia concretizzata? Di piu, riproporla oggi come parola d'ordine e come prospettiva'! Lo neghiamo: e diciamo. al contrario, che bisogna pren• dcre atto, francamente e con coraggio, ciel suo fallimento storico cruale ideologia rilevante ai {ini di un discorso socialista. h) .Jlolto piu proficua ai [ini cli un intendimento ciel neorealismo, è l'impostazione cli quelli che chiameremo « gli apologisti » ciel neorealismo: qui esemplificati nei nomi di Brunello Rondi e Giuseppe Ferrara. Essi assumono, dichiaratamente, come proprio punto cli Yista quello neorealista, vogliono accantonare tutte le ideologie per porsi su un piano interno al fenomeno stu• diato. cYitando - cosi dicono - di offrire un quadro par• ziale. deformante: « poiché il neorealismo - cosi si espri• me ad es. il Ferrara - è un nuovo modo di vedere la realtà, sia nell"arte del Iilm, come in tutta l'arte e in ogni campo. e poiché crediamo fortemente al neorealismo, in questo la\"Oro [ ... 1 si è tentato di svolgere un 'analisi neorealista, abbandonando, per motivata sfiducia, ogni orientamento preco tituito, idealista o marxista che fosse »27 • Queste le intenzi!)ni. Nella sostanza invece essi ope• rano il tcotativo di far assurgere il neorealismo al livello di una nuova ideologia storica che poi fanno propria, e che diventa il loro metro di giudizio. In questo modo si pongono all'interno dell'interclassismo antifascista, ne condividono tutte le speranze, i mili, le illusioni: di piu, si pon• gono su di un piano in certa misura metafisico, proprio perché accettano le componenti dell'ideologia resistenziale ia modo a-critico, negandola come ideologia ( storica), e 42 assumendola quale categoria dello Spirito, della « possibilità umana ». Detto il limite cli fondo, gravissimo, bisogn:. aggiungere che le loro analisi ciel neorealismo sono tanto pi,, acute, e tanto piu ci avviciniamo alla realtà di quel fatto artistico, quanto piu essi si pongono al suo interno, ne svi cerano con passione tutte le intenzioni e le speranze, ne c,primono anche gli accenti piu autentici. Il punto di partenza cli B. Rondi è esplicito: egli ri• tiene che la Resistenza « non è stata soltanto la sagra di una provvisoria unità, nell'entusiasmo livellatore di varie ideologie impegnate in una lotta comune, ma, insieme a ciò, anche un fatto nuovo, « semplice », di per sè valido, ricco cli depositi spirituali ben caratterizzati »28 • Che sia esistita una « cultura della Resistenza )), lo abbiamo già detto: ma ne abbiamo svelato i gravi limiti, gli equivoci, k illusioni che essa generò e che la condussero conseguentemente alla crisi. Rondi invece ne accetta acriticamente !:i positività, « di per sè valida », ed è sinceramente partecipe della sua spinta fiduciosa, traendo motivo dal fatto che la Resistenza ,, è stata un pò la prima, e aurorale e tutta lirica ( e illusoria) realizzazione effettiva dell'unità italiana »29 : « per la prima volta dopo tanti anni, l'Italia, la società italiana, sentivano una nuova coesione, cioè una comunanza di problemi, di situazioni, di orizzonti storici »'0 ; questa Resistenza, come nuova « emozione mo• raie » è stata « la grande matrice umana e storica del sentimento neorealista »31 • Ciò che della vicenda resistenziale colpisce di piu J'e. sistenzialismo etico di Roncli è l'aspetto migliore e piu genuino dell'interclassismo, l'« atteggiamento corale » che si realizzò nello spirito italiano e « si fuse soprattutto nell'opera cinematografica »: « Si può dire che il clima mo• raie della Resistenza è in questa riscoperta di una tensione della coscienza nella solitudine, nella sincerità del rischio; è l'esperimento comunitario di piccoli gruppi, è il senso di poter partecipare, tutti, a una storia collettiva, sotto la spinta di grandi eventi, di estreme necessità [ ... ]. Distanze, fra gli uomini, che parevano invalicabili, crollavano di colpo. L'uomo si rivelava essenziale all'altro uomo[ ... ]. Mai la tensione della coscienza individuale si era accompagna•

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