giovane critica - n. 11 - primavera 1966

storico scrive appartiene sempre al ' proprio tempo ·, cioè alla sua classe sociale, al suo paese, al suo am• hientc politico. !\la la sola legittima parziali1i1 che sia oggi compatibile con la piu grande cura della verità è quella dello torico proletario. Poiché la classe operaia è la ,ola che abbia tulio eia guadagnare, in qual iasi cir• co,lanza, dalla conoscenza della ,·erità. Essa non ha nulla eia naaconclere, nella storia almeno. Le menzogne sociali ~en ono eruprc, servono ancora, ad ingannarla. Le rifiuta per vincere e vince rifiutandole n. E, con lo stesso tratto. cli slancio, Serge si pone nella linea cli pensiero ~ di azione dei bolscc,·ichi, dei rivoluzionari per i quali l:i , cri ti, è rivoluzionaria, condanna gli « storici n staliniani. allora ai primi passi, uomini che, egli scrive, « hanno cccluto a tradizioni che non sono le loro e sacrificato a iuteressi parziali e passeggeri gli interessi superiori e pcrmauenli della loro classe n. Ed è per questo, fra !"altro, che la pubblicazione cli questo libro è preziosa, oggi, quando la denuncia delle menzogne fabbricate al tempo cli talin non è seguita che dalla fabbricazione di altre menzogne sacrificanti anch'esse a « interessi parziali e passeggeri » gli interessi superiori della classe ope• raia. cioè la conoscenza della verità, arma indispensabib per la sua ba1taglia. È impossibile riassumere questo libro che tutti devono leggere. Attraverso una abbondante documentazione - oggi praticamente inaccc ibile -, soprattutto i ri• cordi di militanti apparsi ulla stampa e sulla rivista La révolution prolétarienne, attraverso la stampa, le conversazioni con alcuni militanti, le memorie dei controri- , oluzionari e le loro pubblicazioni, Victor Serge fa rivi- ,·ere la rivoluzione esattamente quale fu: non si leggerà senza passione né senza emozione questo affresco: la lott.i dei marinai rivoluzionari a Pietroburgo per la distru• zione degli stocks di vodlw, quest'arma estrema dei privilegiati per demoralizzare e corrompere i lavoratori, la incredibile leggerezza delle Cardes Noires anarchiche di cui Victor Serge, non certo sospetto di ostilità sistematica nei loro confronti, rivela che avevano finito per farsi manipolare dai servizi occidentali e dalle organiz8zazioni militari dei Bianchi, la straordinaria difesa di Kazan, i proclami di Trotskij schioccanti come una bandiera, la tensione di tutte le energie e lo spirito di sacrificio che permettono ai battaglioni dell'Armata Rossa di vincere una battaglia che gli « esperti » giudicavano perduta, ne costituiscono alcuni degli indimenticabili quadri. la Victor Serge non si contenta di descrivere e di raccontare; egli spiega: cosi la genesi del « comunismo di guerra n, il contenuto dei disaccordi tra i bolscevichi al momento dell'ultimatum tedesco per la firma della pace di Brest-Litovsk, l'utilizzazione degli specialisti borghesi, uHiciali dell'Armata Rossa, particolarmente, e so• prattutto il Terrore, la limitazione della democrazia ope• raia imposta dalle necessità della guerra civile. A tutti gli « storici » che denunziano le « orge sanguinanti » del terrore rosso, dimenticando eh 'esso ha fatto meno vittime di una sola giornata della carneficina chiamata« guerra mondiale », Victor Serge risponde che i lavoratori non sono assetati di sangue - e che gli stessi bolscevichi sono stati, agli inizi della rivoluzione russa, vittime del proprio umanitarismo. Egli afferma: « Come il terror.! giacobino, il terrore rosso fu direttamente provocato dall'intervento straniero. Il fatto è che nel 1913, la solidarietà proletaria non era ancora tanto forte da impedire qualsiasi intervento straniero contro la rivoluzione; la Ru sia rivoluzionaria avrebbe facilmente fatto a meno, nel caso contrario, di quattro anni di guerra civile. Un proletariato vittorioso, protetto contro l'intervento stra• niero dalla solidarietà internazionale dei lavoratori non avrà bisogno del terrore o non ne avrà bisogno che per pochissimo tempo [ ... ]. Organizzazione proletaria, coscienza di classe, volontà rivoluzionaria intrepida e implacabile, solidarietà internazionale attiva, ci sembrano i fattori che, portati a un certo grado di potenza, possono in av,•cnire rendere il terrore rosso superfluo ». È una analisi o una testimonianza, questa descrizione del Partito bolscevico al momento della grande crisi del 1918, in occasione della discussione relativa ~ Brcst che lo porla alle soglie della scissione? Entrambe, indubbiamente, lo sguardo di un militante cosciente che

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