giovane critica - n. 10 - inverno 1966

• Ovvia conseguenza di tale assimilazione generica: il sostanziale disconosci• mento della trasvalutazione poetica che le figure degli dèi ( e degli eroi) del mito subiscono nei poemi omerici. Si può notare, di passaggio, che nel di• scor.io hegeliano sull'epos il distacco ge• nerico dal testo poetico è segnalato, tra l'altro, da riierimenti testualmente infondati e da dilatazioni estremistiche - per sottrazione dal contesto - dei 1ignificati di taluni luoghi poetico-narrativi. Si tratta di sviste o di arbitrii interpretativi che, nell'àmbito apeculativo hegeliano, tengono ovviamente un posto solo marginale e che, per tanto, al di Cuori del senso sopra accennato, sono - come già avvertiva Engels - trascurabili. • Vale qui la pena di rilevare che il carattere comico di alcune vicende (' errori ' o • licenze ' terrene) degli dèi de11,epos omerico viene artificiosamente giustificato, da parte di Hegel, come una sorta di riscatto ironico dell'este• riore antropomorfismo degli dèi gyeci ( cfr. E,1e1ica, cit., pp. 658, 1421-1422). Non sfugge - a tacer d'altro - quanto poco tale giwtificazione ai accordi con la tesi hegeliana dell'oggettività della forma epica, forma oggettiva di un con• tenuto oggettiYo ( cfr.," ivi, le pp. 1372, 1387-1389, 1411). getti artistici solo nella misura generica in cui ne accetta contenuti per siste• marli al di là della « limitatezza » attribuita alla sfera dell'arte. Con questa ine• vitabile conseguenza: che la fenomenologia estetica hegeliana, chiudendo in una sorta di parentesi i valori artistici concreti e svolgendosi tendenzialmente al di fuori ( al di sopra) di essi, tanto piu esattamente sembra cogliere e definire i suoi oggetti quanto piu esiguo o incerto è il loro valore specifico ( v. il discorso sui miti greci), e - viceversa - tanto piu in effetti li trascende, e però giunge a sva• lutarne paradossalmente la concreta realtà estetica, quanto piu alto è il loro grado di artisticità, quanto piu alto, anzi, tale grado risulta entro le stesse parentesi hegeliane ( a questo riguardo, l'interpretazione dell'epos omerico può essere rite• outa io particolar modo esemplare): s'è già accennato come oell'àmbito hege- !iano affiori una capitale difficoltà metodologica proprio io riferimento alla perfezione delle opere d'arte degli antichi greci. Le varie fasi e il senso ultimo della conversione generica che Hegel impone ai significati artistici nel suo itinerario fenomenologico possono risultare evi• denti anche da una sommaria considerazione dell'esempio medesimo - gli dèi greci (secondo Omero)- da Hegel avanzato per significare l'autosuHicieoza delle rappresentazioni artistiche e quindi l'incompatibilità che si genera tra la forma peculiare di tali rappresentazioni e l'astrazione ( simbolica) come mo• mento di un loro totale recupero concettuale. Il curriculum eterologico a cui nel discorso hegeliano sono indotti i significati poetici di Zeus e delle altre divi, nità omeriche può essere indicato nella seguente progressione schematica. Anzi tutto, Hegel assimila il piano degli dèi omerici al piano degli dèi del mito fino a identificarli, per cui l'ovvio nesso genetico si contrae e si risolve unilateralmente nel senso del genere o prossimo antecedente storico·culturale, con una riduzione - permessa e giustificata dall'ipostasi contenutistica - della ve· rità delle figure poetiche alla dimensione significativa degli dèi della favola reli• giosa popolare, il cc lato » estetico risultando - per l'astratto isolamento io cuì la forma artistica è prospettata - come luogo vacuo, privo di serietà e di ragione '. In secondo luogo, Hegel discrimina, nell'àmbito stesso dei contenuti religiosi del mito, le manifestazioni l'onformi agli attributi della gravità e maestà, impliciti nell'astratta idea del divino, dalle manifestazioni strettamente indivi• duali o esteriori, imposte alle divinità greche dal rigoglioso arbitrio fantastico ch'è l'eccesso ( e il difetto) dell'impulso mitopoietico: distinzione con cui Hegel conforta ed estende al mito greco io generale le note censure moralistiche dello scrittore del Sublime, onde predispoi-re i contenuti mitici all'aggiunta simbolica, ovvero al « riconoscimento » speculativo della verità in essi « adombrata ii'. In conseguenza, il concreto vincolo originario tra il contenuto religioso del mito e il a lato » della rappresentazione sensibile è da Hegel indicato come il !imite immanente della concezione greca del divino ( la religione greca come la -7

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