giovane critica - n. 10 - inverno 1966

scita sentimenti o stati d'animo. Forse esso è pm primitivo. Se diciamo « la torre Eiffel è alta 900 piedi >> facciamo un 'asserzione, usiamo cioè dei simboli allo scopo di registrare o comunicare una referenza, cd il nostro riferimento è vero o falso in un senso rigoroso, e verificabile teoreticamente. Ma se diciamo « Urràh ! » o « la poesia è uno spirito » o « l'uomo è un verme », possiamo non fare affatto delle asserzioni, come possiamo anche fare delle asserzioni vere, solo che, con piu probabilità, usiamo le parole con l'unico scopo di evocare certi atteggiamenti. Si vedrà che ciascuna di queste opposte funzioni presenta due aspetti, quello di chi parla e quello di chi ascolta. Nella funzione simbolica sono comprese sia la simbolizzazione della referenza sia la comunicazione di essa all'ascoltatore, e cioè la causazione di una referenza simile nell'ascoltatore. Nella funzione emotiva sono comprese sia l'espressione delle emozioni, degli atteggiamenti, gli stati d'animo, le intenzioni, etc., di chi parla, e sia la comunicazione, che in questo caso consiste nell'eyocnzione di quelle nell'ascoltatore. Dal momento che non esiste nessun verbo adatto a designare tanto l'espressione quanto la evocazione, useremo il termine 'evocare' per designare entrambi gli aspetti della funzione emotiva, non correndo cosi alcun rischio di fraintendimenti. In molti casi, inoltre, il linguaggio emotivo è usato da chi parla non perché questi desideri esprimere una emozione che stia già provando, ma solo perché sta cercando una parola che evochi quell'emozione che egli desidera provare; né è necessario, naturalmente che chi parli sperimenti quell'emozione che tenta di evocare. È vero che alcuni elementi della referenza entrano in quasi tutti gli usi delle parole, almeno per quanto riguarda tutti gli adulti civili 11 , ed è sempre possibile introdurre una referenza, che sia però una referenza che si rivolga soltanto ad oggetti in generale. Queste due funzioni si presentano generalmente insieme, pur essendo essenzialmente distinte. In quanto le parole sono usate emotivamente non· è possibile fare delle domande circa la loro verità, intesa in senso rigoroso. Solo indirettamente, e questo è certo, è implicata la verità in senso rigoroso. Gran parte della poesia è fatta di asserzioni, di apparati simbolici che possono essere veri o falsi, e che vengono impiegati non per la loro verità o falsità, ma per gli stati d'animo che saranno evocati dal loro uso. A questo scopo avviene fortunatamente, o piuttosto è compito del poeta fare che ciò avvenga, che la verità o falsità di essi non favorisce né impedisce che siano accettati. Una volta che l'atteggiamento o il sentimento sia stato evocalo, questo linguaggio ha adempiuto alla sua funzione fondamentale, e qualsiasi funzione simbolica che le parole possono avere è solo strumentale e sussi· diaria a quella evocativa. Questo complesso intrecciarsi delle due Cuozioni ha come effetto principale che non sia universalmente riconosciuta la loro differenza. Per appurare se l'uso delle parole sia prevalentemente simbolico o emotivo, la prova migliore è data dalla domanda: « È vero o falso, nell'ordinario senso rigorosamente scientifico? ». Se la domanda è pertinente, l'uso delle parole è allora simbolico, se non è chiaramente pertinente si ha allora un'espressione emotiva. Ma nell'applicare questa prova non dobbiamo dimenticare due pericoli. Ci sono alcuni che sebbene usino un linguaggio evocativo, non riescono ad ammettere di farlo, riflettendoci, e penseranno che quella domanda possa essere soddisfatta in qualsiasi circostanza. E per questo motivo ad un numero di lettori, maggiore di quanto si pensi, la poesia riesce incomprensibile. Il secondo pericolo è ancora piu grave. Ci sono dei significati che. pur corrispondendo io qualche modo al significato rigoroso del vero e del falso delle asserzioni simboliche ( Vero'), vengono applicate alle espressioni emotive ( Vero"). I critici usano spesso il Vero" delle opere d'arte, per cui dei simboli sarebbero ora 'convincenti', ora 'sinceri ', ora ' belli ' e cosi via. E ciò si fa comunemente, senza che si sia affatto coscienti della diversità dei simboli Vero" e Vero•. Esiste inoltre un uso puramente evocativo di ' Vero ', volto a suscitare atteggiamenti di accettazione o ammirazione; e cosi un uso puramente evocativo di 75

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