Resistenza. Ora si rimedia all'omi sione. Per il resto, chi , uol fare faccia, ,pontancamcnte: quei giovani che inten- <le»cro costituirc gruppi dj teatro di parte, ne hanno l'autorizzazione. a patto che facciano di tutlo per « istituzionalizzar,i » e, dio ne guardi, non si mctlano in contrasto con gli Stabili dove csi tono. In questa pubblicazione dedicata alla situazione del teatro itaJiano non esiste posto che per una parte in causa, i dirigenti dei Teatri Stabili, che di,·cntano quinru anche giudici senza appello. Oplà, il gioco è fatto: nel cilindro del prestigiatore scompaiono i dis- •csti finanziari dello Stabile di Bologna, le sue mezzadrie culturalpolitiche, i bilanci e i costi del Piccolo, il tracollo ,intomatico del teatro a « gestione pubblica» di Trieste. ccc.•. Pio Baldelli [/. Continua] 6 filo di fede: « Quando ho parlalo di Cin del lcalro, una delle obiezioni che mi sono state mo<.~e è stata quella che. in un mondo did-.o. cli parti contrappo<.tc. :mchc il teatro non poteva non e!<-'-creun teatro di parte. La storia del no~tro secolo, almeno all'estero, è ciel rcqo piena di c<.:c>mpi cli teatri cli parte, piti o meno fecondi, pill o meno falliti. Non è meglio. ad ~empio, la(:;ciarc che in Italia na<.ca un teatro cauolico. o addirittura confessionale. accanto a un teatro comunista. o a un teatro muc:co, e cosi ,1ia? Bene. lo ritengo di no. lo rilcngo t'he i margini democratici del grande confitto storico !--iano oggi in Italia ancora tali. e io mi auguro ancora per molto tempo. da eon,;:entirc un lt·rrcno comunitario. dove si incontrino e si !'>C1.mtrinogli oppoi:.ti. un erogiuolo dove le volontà possano fondersi, le idee confrontar:--i: e questo terreno può ancora essere il teatro. l\fa un nuovo teatro. liberato dagli impegni burocratici, dalle viltà e dai comprome~ .. j di parte. di' Of!ni parte. ma che sia invece frutto di un impegno reale e di<:intcrc~sato cli tutte quelle organizzazioni - partiti, sindacati. enti pubblici. org::mifmi culturali, scuole, ecc. - attraverso cui si articola e , ive la dcmocrn...ia, e <:ia insieme sede di autogoverno e degli intellettuali del teatro e del pubblico stesso>). 7 <C La batt~glia per i teatri Mo.bili scrive -, che ha visto im. pcgnate da c1uo.si ,ent'anni le fonc migliori del teatro italiano, è andata molto avanti. Ed è mollo gra, e che proprio i due anni di centro sinistra e di ge~tionr socialii;;ta di questo settore abbiano visto rarrcslo. o quanto meno il punto limite, di una baltnglin che avevo cono<:ciulo diffitoltò forti~simc in altri periodi. eppure era andata nvonti 11. I potesi, consueta. di una <legracla'Uone del centro-sinistra. 72 - E cominciauo I n"mbrolli: il Piccolo perde una parte dc1 suo mor. dente coml)l]tti,o, si isola e !ronca la prospettivo unitaria; Genova si trasfornrn in una gros~a agenzia cli coordinamento di compagnie semi. stabili; la tabile romnnn ha scelto programmaticamente la via del. l"cclctli~mo. 1 n,c,rnma il ri~chio burocratico che questi enti pubblici siano codificati e quasi consacrati al vertice. I pericoli di inaridimento e cli ~confina veugono /utti diperulere <fai cambiamento di rolla di questo governo cli centro-sinislra (« che pure, dice, avrebbe avuto tulle le condi.tioni per impostare finalmente, dopo ,cnt'anni dj fasci-.mo e quindici di censure e diEcriminazioni, una politica organica per il teatro n). Eppure proprio <1uesto cenlro-sinistra sta muo• vendo i passi terso 1:m, politica organica del teatro: solo che in tale politica organic:1 manca il posti:, per la classe operaia e per la con• testarionc al sii;;tcma. A Schachcrl arrivano nolizic preoccupanti di pre~sioni dal basso: le briovani generazioni di attori, la gamma di nuo,•c iniziative sperimentali. cli nuo,ii gruppi di giovani e giovanissimi. 1'la si sbriga in frelln: « [. .. ] queste spinlc esprimono una ten. tazionc estrcmislica di contcsla✓ionc totale di tutto il lavoro svolto dal teatro italiano del dopoguerra, e per cosi dire, cli alternativa sperimentalistica n. S"aggiusta comodamente il bersaglio: i provinciali negano l'intero pass-110. si buttano ncll'altcroativa sperimentalistica. Non gli resta (!Uindi che confermare trionfalmente la parola d'ordine: ccla proposta che vengo sostenendo eia c1ua1che tempo. per una strut. tur:i della vita teatrale a guisa cli altrettanti Cln ,,. 8 Cfr. il caso csemph,re di Genova. Jnizia il precisissimo qua• dcrno del Cut gcno, e~c, maggio 1965, dedicato aJl"organizzazionc ciel teatro a Gcno,a. Obiezioni pesanti. cric. alle quali a movimento operaio e rimpulato, lo Stabile di Genova. non sanno e non pos. sono replicare. Pro<cguc con il diba11i10 apcrlo sull'Unità (24 e 30 settembre, 8 e 15 ottobre. 7 novembre). Il « Gruppo d'iniziativa cui• turale sc.'-itrcsc )> in, ia al giornale uno lcucra che si riallaccia alla de. nuncia del Cut. lnlen•icnc energicamente un giovane attore, i\1arco Parodi. E. tra gli altri. il Cut: « 11 nocciolo della questione sta qui: non è vero in ao;;.;:olutoche il potere politico imponga una linea alle direzioni. Sono le direzioni che impongono una linea di condotta in completa adcrcnrn al corso politico: siamo arrivati, eia questo punto di vista, all'autosuggec:itione ciel teatro, particolarmente del teatro statale. il quale si autocensura; sicché in questo clima di clemocrnz.io controllata proclamare la libertà di cultura divento poco meno che rca7ionario. Non c,è funzionnrio del Teatro Stabile di Gcno,•a che apra bocca o scriva se non per dire o scrivere di: numero di abbonati, numero •li repliche, milioni incnssnti, ristoranti. night-club, ccc. (. . .] ». L'Arei pro,·inciale chiede ulla direzione del Teatro stabile genovese l'impegno a porlnrc il teatro nelle delegazioni: « Bisogna dire che nonostante le cifre sbandierate trionfalmente dai funzionari del Duse (diciannovemila abbonati), il teatro a Gcnovo rimane ancoro un fenomeno pitl mondano che culturale, ristretto o zone sociologi•
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