delle eredità piu ricordate del Fronte, e una delle parole d"ordine cui la sinistra piu spesso si riferisce? A guerra finita film come Le point du jour di Daquin, o A ubervilliers di Prévert e Lotar vorranno richiamare in vita ( come, su un altro piano, farà Carné col proseguimento artificioso del « realismo poetico ») il tono e l'ideologia del passato, come se la guerra non fosse stata che una parentesi provvisoria Ovviamente, resteranno esempi isolati e anacronistici. Ma tuttavia buona parte del loro spirito so. pravviverà nei film dei registi comunisti, per i quali in effetti e prospettive e schemi si direbbe siano restati immutati ( si pcn i ai film di Le Chanois, o a certi documentari come il recente Gennevilliers di Daquin ...) a riprova di una certa fossilizzazione all'interno del partito sull'ideologia del VII Congresso. Ma, nel quadro dell'attuale cinema francese, si tratta di sopravvivenze di poco conto in giorni in cui Aragon esalta Godard. Nessun film ha cercato di offrire un consuntivo delJ"epoca. Ma è ancora Gremillon ad averlo almeno tentato. Questo regista schivo e inadatto alla lotta nel mondo di affaristi e di rivalità che è quello del cinema in generale, e di quello francese in particolare, ha lasciato sulla carta i suoi film piu impegnativi, adattandosi a realizzare cose di scarso o di nessun conto, salvo rare eccezioni. Non riusci a realizzare il suo 1848, sulla prima rivoluzione del proletariato urbano francese; e non riusci a realizzare Il massacro degli Innocenti, il suo progetto piu ambizioso. Questo film voleva essere la storia di un amore, tra un operaio francese e una comunista ceca in tre episodi e sfondi diversi: la guerra di pagna. la i-:rancia del patto di Monaco, i campi di concentramento e il dopoguerra. Le parli spagnole e francesi avrebbero dovuto offrire non una visione dei giorni gloriosi ma di quelli della disfatta. Non crediamo che Gremillon avrebbe saputo darci il film definitivo su questi momenti, né che la sua analisi e visione della storia di quegli anni avrebbero potuto essere esenti da quel sentimentalismo che gli è tipico, e che investe Le ciel est à vous come Lumière d'été. Ma certo si sarebbe trattato di un'opera sincera e appassionata, semplice e priva di ogni magniloquenza, come è stata la sua stessa vita. Renoir invece, il protagoni60 - sta principale del nostro studio e del cinema francese di mezzo secolo, sarà nel '40 in Italia su invito di Mussolini jr., lui che aveva scritto: « Non solo credo di essere membro di ques:a nazione, e mi sento solidale della comunità nazionale, ma sono assolutamente certo che, al di fuori di questa comunità, sarei incapace di produrre un film decente» 89 • La sua evoluzione successiva è nota: egli darà ancora buoni film, se non capolavori, ma che rifletteranno sempre di piu il suo assorbimento in una ideologia sempre piti distante e scettica, se non retrograda. Ma non è forse questo processo lo stesso della maggior parte dei sopravvissuti della sua generazione, la generazione dcli' « impegno » e del '36? Goffredo Fofi • 7 In Cin~nw n. 85, 10 gennaio 1940. aa In Confluences, aprile 1944, firmato « Claude Jacquier •· " Rispoòla ad un questionario dei Cahier, de la jeune,se &ul « sentimento nazionale» ( le domande sono sul tipo: vi sentite so• liclale con la comunità nazionale? (< Faut-il continuer la France?», la Francia del '38 deve additare al mondo la via del progresso umano? e simili) Giono rispose con tutti «no».
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