rale e distante, fino alla tragedia, che è anch'essa gioco, gioco da nascondere e da nascondersi, perché la realtà sarebbe troppo squallida e dura per essere accellata, e provocherebbe una cesura dalle conseguenze incalcolabili. Ad ogni gioco occorre un perdente, ad ogni tragedia un capro espiatorio. Tenero e partecipe, sarà il solo ad aver tutto compreso e assorbito, senza la forza di distaccarsi. E su un piano divc-rso. lo stesso gioco si ripete, tra i domestici, inframettendosi a quello « superiore » nel momento della tragedia: servi e padroni sono uniti, i secondi nello spupazzamento dei primi, nella stessa irresponsabilità e nello stesso accecamento. La tragedia pesa su tulli, preannunciala dalla mirabile sequenza della caccia. Il cumulo di selvaggina e !"agonia delle bestie, e piu tardi la morte innocente del personaggio-coro preannunciano altre carneficine, altri capri espiatori ... Se Beaumarchais annunciava la Rivoluzione, Renoir annuncia la econda Guerra mondiale, la voragine. Scegliendo definitivamente il suo mondo, e non tanto per simpatia o per trasporto, quanto perché s'è ormai reso conto di quanto l'invasione in un altro sia provvisoria e fragile, cli quanto siano profonde le sue radici in quest'altro, Renoir ha raggiunto la vetta del suo processo di matUiazione e di conoscenza. Proprio per questo il suo film è il primo c l'ultimo, si badi bene, ad essere stato da lui realizzato in libertà totale, come produttore oltre che come regista, e con un 'éq~•ipe di amici fede! i; è il primo soggetto nella cui scelta non siano intervenuti altri fattori ( indicazioni di produttori, rinunce di altri registi, consulenze dei commissionanti) che la sua mat':'razione e la sua ispirazione. Opera unica e irrangiungibile, La Regola non è soltanto un capolavoro, ma anche, senza dubbio, il piu sintomatico esempio in chiave di balletto della crisi della borghesia di questo secolo. Renoir non ci ha dato e non poteva darci nel '39 l'analisi dello sgomento e della stanchezza operaie. Certo, La Bete hu,naine è pieno di sintomi di questo sgomento, come i film di Carné-Prévert; eppure si tratta sempre cli visioni programmatiche e parziali, che vengono da ispirazioni di tipo populistico, o romantico, o anarchicheggiante, o pie58 - colo-borghese a seconda dei casi, e spesso da una curiosa mescolanza di tulio questo. Se in cinema vogliamo dunque un consuntivo « di classe » di quest'esperienza occorrerà rivolgersi al solo esempio esistente, e che è poi un documentario: Contre le courant, documentario di montaggio realizzato dal Parti Socialiste des Ouvriers cl Paysans, di Pivcrt, e che purtroppo non conosciamo. Le poche parli di commento di cui Daniel Guérin si serve nel suo libro 86 possono comunque chiarircene lo spirito. Il testo è di Pivert, e le sue tesi sono note, ambigue spesso per un certo attendismo e lealismo verso Blum. o per un certo pacifismo non sempre basato su un'analisi serrala della situazione internazionale. Il film rievoca tutta l'esperienza del Fronte, dal '34 al '38, senza risparmiare critiche e autocritiche. Di esso riporteremo una sola frase, a proposito del giugno '36, ma che ci sembra applicabile a tutto l'esperimento: cc La rivoluzione proletaria passava a portata delle nostre mani: non abbiamo saputo afferrarla ». Non ha saputo afferrarla il suo gruppo di minoranza nella SFIO, non ha voluto afferrarla la SFIO, non ha voluto afferrarla il Partito Comunista nella sua fedeltà a Mosca e ad una politica difensiva. La grande speranza era finita; rinascerà con la Resistenza, ma sarà diversa e non nuova, perché stimolata nella reazione all'occupazione, soltanto da quel nazionalismo che era stato il piu accettato punto di unione del Fronte, e che, nel '39, aveva ancora avuto, nei momenti peggiori, il suo sostenitore piu convinto nel Partito Comunista. u J. Renoir, lntervùta URCJ, cit. 88 D. Guérin, Op. cit .. p. 120, ecc. 13 Strano che un anno cosi tremendo come il '39 des- • se voglia a piu di un regista di fare dei film, cosi all'improvviso, a distanza cli anni dalla Maternelle e dalla Guerre des gosses, sui bambini. Un film sui bambini vuol dire in generale, almeno voleva dirlo nell'ottica dei registi in questione, un film di speranza, di fiducia nel-
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