giovane critica - n. 10 - inverno 1966

'19 llicordi~mo per tutti il titolo migliore: il prezioso libretto di Viazzi, for--e il miglior rritiro italiano degli .1nni del dopo• E?"ucrrsau, ]ean Cabin. già citato. Interessante anche il saggio di Bazin su Alba tragica in Regarcls neufs sur le cinéma, Parigi 1953. 80 P. P. TRO\IPEO. Zola e Renoir, in Bianco e Nero D. 8, •~OSIO 1911. 11 I on sarà inutile rifare brevemente la storia del- • le ini,iati\'c anli-fronte, rintracciabili piti o meno direttamente nei film di quegli anni. Ci serviranno a comprendere alcune delle componenti dell'opposizione, e forse anche alcune delle ragioni di debolezza del Fronte. La borghesia francese non ha, in questi anni, mai cessato di essere alliva. Il '36 l'ha spaventata per un po', e in quell·anno la ua azione si è ridolla o è stata di difesa ( per due-tre mesi) ma prima, e specialmente dopo, ha saputo mellere in gioco tulle le sue armi. E' rintracciabile in una lunga serie di film il suo spirito retrogrado, colonialista, collaborazionista, anche se piti o meno mascherato a seconda dei casi. Ovviamente, il filone patriollico è quello che assorbe la maggior parte dei suoi sforzi; e per questo essa dispone di registi di fama, che hanno avuto il loro momento di genio, come Gance - poi esaltatore di Pétain e di De Gaulle - o L"Herbier, noto simpatizzante delle Croix-de-feu del colonnello dc La Rocquc; oltre naturalmente ai piccoli colli misti ( Périer, Mathot, Choux, Bernard e cosi via). on va dimenticato l'apporlo occasionale dei Pagno!, Guitry, Duvivier e altri nomi piti noti, i quali, propendendo per un cinema di puro divertimento o per presunte ricerche personali estranee alla politica hanno finito con l'offrire opere sempre ambigue, e spesso losche. C'è tulla una serie di opere dedicate, ad esempio, alle imprese coloniali ( La Piste du Sud, Les sentinelles de l'Empire, Soeurs d'armes. ecc.) che vengono regolarmente realizzate anche nei momenti di trionfo del Fronte, che peraltro non ha certo lasciato un buon ricordo in fatto di politica coloniale, anzi. Un altro filone è decisamente patriottardo e guerrafondaio ( La Porte du large di L'Herbier, che venne realizzato con l'appoggio della Marina del governo frontista .... Le Révolté, di Mathot. dedicato « à la grandeur de la 56 - Marine de Guerre française, à la gioire de ses équipages », nel '38 ...). Un altro ancora si compiace di presentare un mondo ideale senza lolla di classe, come quello di Pcrris di J ean Choux, dove « il mondo del lavoro è visto senza lotta e senza odio di classe », e il popolo francese è « un popolo rispettoso del valore e dell'autorità, fiducioso nel suo duro mestiere, contrario alle brutte alleanze perché vuol avere una coscienza chiara, che trova la felicità nell'amore paterno e nel rispello delle tradizioni famigliari » ", e L' Argent, dove le lolle di classe provocano solo sciagure. C'è poi il proliferare di film di spionaggio alla Pabsl e alla L'Herbier, cosi spiritosamente presi in giro in un celebre « scenario comico » di Préverl 82 • Film di stretta propagauda fascista se ne conoscono pochi. Louis Chavance ne elenca qualcuno 83 in un articolo dell'epoca, da Croisière s1Lrle Campara, interpretato dal conte di Parigi in persona, a Versailles con lo stesso che pronuncia un bel dfacorso, da un film di propaganda del Parlilo agrario ad un reportage sulle « opere sedicenti sociali » delle Croix-de-feu, senza dimenticare un Passeurs d'homme e Aniis ... comme autrefois, quest'ultimo sceneggiato da Joscph Kessel ( con Mac Orlan, presente ad ogni manifestazione filo-franchista), che si serve di una storia di reduci per una aperta apologia del fascismo. E in Jérome Perreau, farsa che si svolge nel XVIII secolo, il comico Militon chiede« Che ci vuole per la Francia? » e risponde con una canzone: « Il lui faut un chef, ogué, Il lui faut un chef! ». Nell'ultima scena, una predizione per il 1938 ( il film è del '36): « Nel 1938 in Francia non ci sarà piti politica» ... Le coproduzioni intanto sono il pane quotidiano dei produttori, e perfino registi onesti e indubbiamente di sinistra come il buon Gremillon, lavorano per la Tobis ( Guele d'amour) dopo essere appena rientrati di Spagna ... La Grande Illusione non è il solo film pacifista del '3 7. Si può anzi dire che è il primo di una serie. Col 1937 e '38 anche i film della destra diventano tutti pacifisti. Gance ne approfitta per rispolverare il suo ]'accuse una volta ancora, ma i documenti piti impressionanti del periodo restano Paix sur le Ritine di Jean Choux (1938)

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