giovane critica - n. 10 - inverno 1966

ni di fretta e di capitali, a determinare con una certa tranquilla e cosciente noncuranza lo strano sdoppiamento del film, che si rnlgc in Russia e i cui protagonisti hanno tutti nomi russi, ma che si svolge anche nella baoJicu parigina e i cui protagonisti si muo, ono e comportano come nei suoi film precedenti. 1é va dimenticato che egli ha clirctto, nel frattempo. Une partie de campagne. con la sveltezza geniale di chi cono•ce perfettamente ormai qual è il suo stile. l\la la decisione finale sull·ambicntazionc viene dal Partito Comunista 47 • che intendeva fare indirettamente cli questo film un "azione di omaggio a Gorkij ( che peraltro si interessò molto alla sccneggialurn ' 8 } e un film « à la russe », sul tipo de La giovinezza di iHassimo che è uscito proprio in quella stagione. r dei oliti film populisti della tradizione sovietica. Insomma, si trattava insieme di un omaggio ad uno scrittore e ad una scuola, cli un 'operazione attuale di fiducia politica. e contemporaneamente di difesa e illustrazione di uno stile, quello nascente del realismo socialista. E' chiaro che Renoir e Spaak arrivano nonostante tutto a dare al film il loro tono schiettamente personale, quel gusto anarcoide per gli sbandati e i relitti, per le batlute di spirito tipicamente parigine, per un Gabin che, inventato nel suo personaggio prcvcrtiano proprio qui, ne Les bas-fonds, con quel suo « Pepe! in camicia scura, cappello floscio a tese basse, foulard di tela sgargiante, passo ondeggiante [ ... ] inconfondibile apache parigino venuto dirctlamcnte dai 'romans dc la pègre·, dai libri di milieu cli Carco, una delle 'Tendres canailles' di André Salmon n "· Un groviglio dunque. in cui è difficile distinguere tra gli elementi casuali e quelli voluti, tra gli apporti originali e quelli derivati, tra l\Iaupassant e Gorkij, tra Russia e Francia. Inconfondibile resta tuttavia per il clima, l'atmosfera che vi si respira, e che è schiettamente 1936, proprio in questo groviglio e in c1ueste mescolanze, che appaiono determinate non solo dall'operazione commerciale e dalle necessità artigianali che stanno dietro ad ogni film di Renoir, ma anche dalle scelte e daUe influenze del momento. La via è ancora all'ottimismo, e lo rivelano tra l'altro gli omaggi commossi a Tempi moderni, film del '36 (Junie Astor che rifà il verso a Paulette Goddard, e il finale ripreso 46 - esplicitamente, da quello del film di Chaplin). Tra Rcnoir e il partito, è comunque già avvertibile la differenziazione che non è mai sparita, neanche, a scavar bene, nella Vie est à ,wus: il gusto di Renoir per i narodnil, e gli sbandati, i marginali, i vagabondi, piuttosto che per i solidi operai rivendicati dal partito; e il gusto per un narrare pittorico e diretto che è lontano dagli scherni del realismo socialista, per agganciarsi invece alla grande letteratura francese di fine secolo. Ad unire Renoir al fronte e al PCF è precisamente l'apertura unanimista. nel partito apparentemente solo posizione tattica del momento, ma da cui comunque si lascerà profondamente inficiare, e in Renoir un'adesione sentimentale e ideologica profonda, derivata da una tradizione nazionale che egli rivendica e cui sente di appartenere. Egli farà dire pi11 tardi nella Règle: « Quel che è terribile su questa terra è che tutti hanno le loro ragioni n. Per ora non siamo a questo punto, ma sia Renoir che il Fronte allargano a molti l'ascolto delle loro ragioni, piu o meno apparentemente. La confluenza può durare dunque fintanto che la buonafede e l'entusiasmo di Renoir trovano nel partito la rispondenza a questa sensibilità; quando gli atteggiamenti del partito si faranno piu schematici, essa comincerà a incrinarsi, per venire definitivamente distrutta dalla scoperta della inadeguatezza di quelle risposte alle nuove situazioni, e da come dietro vi si nasconda meschinità e calcolo. L'adesione moralistica diventerà rifiuto altrettanto moralistico, e dalla sfiducia ad un certo tipo di cinismo il passo sarà, per Renoir, breve. In Renoir si avverte dunque, attraverso una serie di scelte che la sua estrema duttilità e disponibilità al momento lo portano a fare, una lenta maturazione, una scoperta graduale delle proprie convinzioni e di una propria personalità registica. Toni, Lange, la Partie e La Vie est à nous lo aiutano a definire, da obiettivi diversi, il suo campo, e la sua posizione, o meglio ancora: lo aiutano a farsene una. Il punto culmine di quest'evoluzione sarà la Règle, oltre la quale alla lucidità e alla maturità si sostituirà una lenta decadenza nell'accettazione di una realtà meschina, e una filosofia spiritualistica e facile.

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