giovane critica - n. 10 - inverno 1966

profonde simpatie della borghesia francese verso il fascismo. di cui risente e dj cui è, inconsciamente o meno, una e pressione. Mentre per iJ film di Rcnoir si tratta di una spietata e accorata visione di un mondo in sfacelo, a poche settimane, a pochi giorni dalla guerra, la cui lucidità agghiacciante 11011 nasconde nulla, neanche dell'atteggiamento dcll"autore che è chiaro e dolente: quello di un protagonista che in quel mondo si riconosce e che ne vede la frivolezza, la crudeltà. il patetico. in tutta la loro tragica incoscienza. 21 Eccone il passo centrale: « L'unità di azione della classe operaia non è ancora realiz• zata. Occorre che lo sia immediatamente. Facciamo appello a tutti i lavoratori. organizzati o no, decisi a sbarrare la strada al fascismo con la parola d"ordine UNITÀ D'.4ZIONE Quest'unità che gli operai vogliono e che i partiti mettono all'ordine del giorno, è necessario, urgente, indispensabile realizzarla, apportandovi il largo spirito di collabora=ione richiesto dalla gra• vità dell'ora» (C!r. G. Lefranc, Op. cit., p. 430). 22 Vale la pena di darne qualche esempio tra i piii deliranti, prendendo come bersaglio l'odiosissimo Chiappe, cui Jeanson non dà pace, settimana dopo l'altra, dalle colonne di tutti i giornali ~u cui riesce a scrivere ( in particolare Le Canar<l enclwiné e La Flèche). Un titolo: Chiappe ou /e flic errant (28 marzo 1936), un altro: Quanc/ M. Chiappe dit • Bout-de-Mégot », dit « Bas-duChiappe », dii « Jlloins-d'un,.mèlre », dit e< Talon-de-Clièque », dii • Al Chiappone » devient cl,ef de bande (25 aprile 1936) ... 23 Due lettere di Pagno! e Renoir, pubblicate il 2 marzo sulla Cinématograpliie française,' precisano l'indipendenza del regista e la sua piena responsabilità del lilm. D'altronde proprio io quei giorni Pagno} lanciava tra )e altre sue produzioni a lungo e corto metraggio ( era il tempo della rinascita dello sketch fuori program• ma, il ritorno alla farsa finale) un /llarseille diretto da J. Monti e J• Margueritte, in cui Tino Rossi faceva il suo numero abituale tra i caratteristi piU noti di Marsiglia. Due concezioni piU diverse del cinema era impossibiJe metterle assieme, e il sodalizio RenoirPagnol fini dopo Ja prima esperienza, nonostante il buon accordo s111 piano commerciale e produllivo. Cortometraggio e film vennero a volte abbinati. .. 24 P.-F. A., in Regard,. 28 febbraio 1935. 34 3 Il primo fiJm che possa davvero richiamarsi alle ideo- • logie del Fronte è ancora di Renoir: Le crime de Monsieur Lange. Esso è denso di tutto il ribollire di entusiasmo e di speranza che anima la Francia popolare di quegli anni, che può specchiarvisi e riconoscervisi con la stessa gioia che più tardi animerà gli operai delle fabbriche del giugno '36 nel vedersi ripresi sullo schermo in quei giorni magnifici 25 • Renoi.r lo realizzò con molta libertà, ma aJ momento della elaborazione ·definitiva della sceneggiatura si rese conto chiaramente di quanto gli mancasse una conoscenza partecipe del mondo e delle speranze che egli voleva descrivere. Si rivolse dunque a Prévert e attraverso questi al « Gruppo Ottobre », chiamandoli alla collaborazione. L"intervento è talmente sensibile che Bernard Chardère ha scritto: << Bisognerà decisamente cambiare i dati del cast: Le cri,ne de M. Lange - un film del Gruppo Ottobre - assistente tecnico: Jean Renoir » ". La sua è una conclusione forse esagerata, che contiene però molto cli vero. Ed è un peccato che la collaborazione PrévertRcnoir sia durata soltanto lo spazio di un film. Prévert probabilmente doveva stancarsi per primo dell'inquadramento ideologico in cui la politica del partito cercava di restringere i suoi aderenti. Tanto piu che egli aveva mediato dal surrealismo e dell'anarchismo una tendenza opposta ad ogni irreggimentamento, e solidamente individualistica, inadatta a resistere in un gruppo politico oltre il periodo della rivolta e della protesta. Lo stesso Renoir non è esente da questa tendenza: in fin dei conti è il regista di Boudu, e il suo accordo con Prévert, avviene immediatamente su] terreno di uno spirito anli-flic, anti-prete, antipadrone con il quale è del tutto consenziente. Prévert gli porta, oltre la precisazione di questi elementi di rivolta finora vaghi, l'adesione al proletariato, nell'accezione che ne conosce e considera Prévert, come tanta letteratura del tempo: il piccolo mondo delle sartine, delle lavandrue, degli operai di piccole imprese ancora artigianali, che pullulano in quasi Lutti i quartieri della metropoli, invece di quello piu impegnativo della fabbrica - che né l'uno né l'altro affronteranno mai, tanto è loro estraneo e poco comprensibile ( in teatro, però, Prévert ne ha trattato nel '33-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==