giovane critica - n. 10 - inverno 1966

gilanza " degli intellettuali, vigilanza contro il fascismo naturalmente, nasce e si consolida in quei giorni, raccogliendo attorno a sé, dietro l'impulso di Alain, Langevin e Rivet, gli intellettuali democratici piu noti, da Malraux a Elie Faure a Mare Bloch, dai comunisti ai surrealisti. Tra i 32 firmatari del celebre ccappello alla lotta " del 1O febbraio 21 un solo nome rappresenta il cinema - a parte J eanson, che è ancora soltanto un giornalista noto per le sue brillanti polemiche e spiritose invettive 22 - ed è quello di Jean Vigo, all'avanguardia anche in questo caso. Qualche mese dopo, poco dopo la presentazione de L'Atalante di fronte ad un disattento pubblico parigino, Vigo muore e le speranze che era piu che lecito riporre nella sua influenza sul cinema degli anni del Fronte finiscono. E' certo che il suo intervento sulla scena cinematografica del tempo sarebbe stato importante, fondamentale anzi, e nel senso di un'accentuazione piu dura e meno generica di quella che ebbe coi Renoir e i Prévert. Ma il cinema, non meno della storia, non si fa con i se ... Il 1934 resta dunque l'anno della realizzazione di Toni, presentato agli inizi del '35, con l'equivoco avallo del produttore Pagno), dissipato peraltro rapidamente 23 • Le speranze per un nuovo cinema si spostano su Renoir. E' curioso che questo cupo dramma solare tra immigrati nel Midi, autentico precursore del neorealismo e, a ritroso, anche piu valido di certi « capolavori " del nostro dopoguerra, spiacesse proprio a qualche critico comunista. Ma Renoir non era ancora in contatto con la sinistra, e il tono pessimista di questo dramma passionale colpisce negativamente chi del mondo operaio aveva una visione populistica e rosea e vedeva il « sociale » solo in dichiarazioni speranzose e nella presentazione di qualche borghese antipatico. Per il critico del settimanale comunista Regards 24 , una volta lodate il « plein air » e l'aria del sud dei film di Pagno], il soggetto di Toni « non merita di essere ricordato. Ci stupiamo che cineasti cosi abili come Pagno! e Renoir sprechino tanti sforzi per un oggetto cosi misero. E' un fatto di cronaca, una storia complicata di furti e di assassini, senza la minima preoccupazione di estrarne il fatto sociale ». Via via che la situazione si politicizza, nel senso della grande spinta unitaria a livello di organizzazioni e di base verso il Fronte, ogni spettacolo e ogni manifestazione artistica deve c·ssere catalogata, discussa, accolta o rifiutata in base ai suoi contenuti politici. Un film è « rivoluzionario » opppre « controrivoluzionario »; nella critica di sinistra del tempo, aggettivi piu sfumati non ce ne sono, e un film va giudicato su questo metro, anche se è vero che i due termini non hanno ancora l'accezione che avranno piu tardi in fase staliniana. Cosi « rivoluzionari » sono anche certi documentari surrealisti, o certi film americani il cui interesse sociale è minimo, ma che tuttavia distruggono o propongono, aggrediscono o indicano, o piu semplicemente difendono principi come l'amore, la solidarietà. Sono rivoluzionari, ad esempio, i film dei fratelli Marx, la cui carica eversiva e liberatrice entusiasma giustamente i giovani alla pari delle cose migliori di Chaplin. Decisamente « controrivoluzionario » è La Kermesse héroique di Feyder, presentato appunto in pieno 1935. Esso offre il destro ai dibattiti piu accaniti, che saranno ancora accesi nel '39, e che si sono ridestati perfino in occasione della recente ripresa ( 1965) del film sugli schermi parigini. Questa salace farsa fiamminga al cui contenuto politico Feyder e Spaak asserirono di non aver mai pensato coscientemente, ha infatti non pochi motivi cli interesse: la tesi delJa « resistenza passiva » - fino alla collaborazione - di fronte all'invasore, che tornerà tristemente in auge col '38-'39 e l'approssimarsi delJa guerra; il ccvirile » fascino dei vitali invasori di fronte alla crassa ipocrisia delJa borghesia in pieno apogeo. La carriera del film ne fu intaccata seriamente: i cattolici e i nazisti lo detestarono, la sinistra lo attaccò. Oggi è stato possibile vedervi una certa parentela col film di Renoir, ma solo a livello di soggetti ( Chapier ecc.): la farsa di Feyder e la commedia di Renoir hanno, per strade diverse, visto giusto nell'analisi della borghesia di fronte al fascismo. Tutti e due preannunciano Vichy. Ma il loro spirito è talmente diverso, il loro valore talmente dissimile, da non permettere di andare oltre nel paragone. Quello di Feyder è uno scherzo bonario, fatto nel '35, e ambiguamente sollecitato dalle - 33

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