inizi - perché il cinema francese si liberi da queste scorie e affronti la realtà su terreni piu accesi. Bizzarramente, è però un regista già affermato quale maestro, e del tutto staccato sino ad allora da qualsiasi ombra di problema sociale a dare un film che secondo i contemporanei caratterizza meglio una certa preparazione alla svolta del '36. Dirà piu tardi Clair, a sua scagione, che allora aveva molti amici di « estrema sinistra » il cui contatto aveva influenzato il film. Non si riferisce alla crisi, però, che in quegli anni il controllo americano postbellico dell'economia europea stava importando a gran passi nei paesi vinti come in quelli vincitori, e di cui - con la disoccupazione crescente - non eran pochi coloro che teorizzavano le cause nel macchinismo invadente. Fabbrica e prigione, in un gustoso balletto di buon ritmo, si assomigliano; per liberarsene, c'è solo la strada di una evasione nel mondo dei vagabondi, in cui padrone e operaio, nonostante le avverse vicende sempre amici per la pelle, si rifugiano allegramente al canto di un motivetto di Auric: « La liberté, c'est toute l'existe11ce, Mais les humains ont créé les prisons, Les règlements, les lois, les convenances Et les travaux, les bureaux, les maisons. Ai-je raison? Alors disons: Mon vieux copain, la vie est belle Quand on connait la liberté, N'attendons plus, partons vers elle, L'air pur est bon pour la santé. Partout, si l'on en croit l'histoire, Partout, on peut rire et chanter, Partout, on peut aimer et boire, A nous, à nous la liberté! » 11 Rivoluzionario, tutto questo? Eppure apparve al tempo come una sincera rivolta contro la disumanità della fabbrica (inedita sullo schermo, in queste forme) e come un appello alla liberazione attraverso la riscoperta di valori individualistici, anche se d'ispirazione piccolo-borghese. Non si sbagliarono i surrealisti a LTattarlo di « controrivoluzionario >l " con la perentorietà che era loro propria, né i vari operai che scrissero all'Humanité lettere di protesta per la leggerezza del film e della sua ideologia 17 • Un film pieno forse di difetti dello stesso genere, ma ben piu stimolante e, per dir tutto, geniale, doveva circolare a Parigi negli anni del Fronte ed essere freneticamente applaudito, mentre in altri cinema della città veniva ripreso, dopo lo scarso successo della prima presentazione, ad essere proiettato il film di Clair. Tra A nous la liberté e Modem Times i punti di contatto non sono tanto quelli dei temi simili, quanto una comune tendenza individualistica, sottilmente irrazionale, che permellerà gli applausi congiunti della sinistra e di una certa destra". Anche se, è chiaro, la distanza tra i due film è enorme, e se quella di Chaplin può venir definita rivolta, contro la approssimazione e incomprensione di Clair. Il quale nel '34 cercherà di approfondire la sua « riflessione ,. sul mondo moderno con un film che affronta addirittura il problema della dittatura, Le dernier milliardaire, satira senza grinfie e senza nerbo. La dittatura, il fascismo, sono causati da pura e semplice follia, e tulio si perde in un balletto dove non esistono altro che buffoni e folli o ingenui in quieta rivendicazione, come nel film precedente. Eppure una satira della dittatura è pur tullavia una satira della dittatura, e il film - accolto con freddezza dal pubblico di periferia - è fischiato sonoramente dal pubblico degli Champs Elysées ". Fu migliore l'accoglienza riservata ad una farsaccia di Christian-Jacque, Le Père Lampion, che nello stesso anno ridicoleggiava la dillatura, coi toni della pochade compiacente e grassoccia. Intanto Benoit-Lévy ( La Maternelle, 1932), Pagno! (Marius, r. A. Korda, 1931; Fanny, r. M. Allégret, 1933; Jofroi, 1933; Angèle, 1934), e nel documentario i Dreville e i Lacombe da una parte; Renoir (La chienne, 1931; Boudu, 1932), Vigo (A propos de Nice, 1930; Zéro de conduite, 1932; L'Atalante, 1934), i Prévert (L'affaire est dans le sac, 1932) dall'altra si muovono per strade che hanno potuto essere confuse solo provvisoriamente, alla ricerca di un aggancio ( o di uno scontro) concreto del cinema - 31
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