giovane critica - n. 10 - inverno 1966

tcralrucnte gli scriui di Blum, Thorcz, Paul.Boncour, ecc. ecc. ' G. A \!ENDOLA. Insegnamenti del Y Il Congre,so de/I'/. C. (Rileggendo Dimitrov). in Critica Marxi,ta, n. 4, luglio-agosto 1965. JI numero è prc, 1alcntcrucnte dedicato ad uno « discussione sulle politiche di fronte popolare e nazionale» e contiene anche un artirolo di J. M. Vincent sulla socialdemocrazia francese. Per una solida C'OnlC'Slazionesi ,•eda SERGIO BOLOGNA, Classe e capitale in Francia dal Fronte Popolare a Yichy. Clas,e operaia n. 4/5, 1965. • G. Di.11rnov, Dal fronte antifasci..ta alla democra:ia pop~ fore. Roma l 950. 9 le .lfo11de. 30 novembre 1965, p. 2. 10 les Temps Modemes, 1955, n. ll2-ll3. 11 J. 8ERL1oz, Une leçon de l'expérience dtt Front Populaire, in Cahier3 dr, Communi.sme, gennaio 1948, citato io: Bodin e Tou• chard, op. cir. i veda anche lo sludio ufficiale di ]ACQUES CnAM· e ,2, le Front Populaire pour le pain, la liberté et la paix, Parigi 1961, e la prefazione di J acques Duclos allo stesso volume. 12 Cfr. la Revue Socialiste, giugno 1956. 1 Il sonoro disorienta e lentamente distrugge il movi- • mento dell'avanguardia: gli Epsteio, le Dulac, i L'Herbier o cesseranno di lavorare, o si volgeranno ad imprese piu remunerative, scendendo alcuni sempre piu in basso. L'Age d'Or è arrivata, nel '30, a chiudere un periodo dandogli la sua punta piu alta e rivoluzionaria. Non si sbagliano i fascisti che assaltano e sconquassano lo Studio des Ursulines al grido di « Morte agli ebrei » e « Viva Chiappe ». Chiappe io effetti, il rozzo ed efficiente capo della polizia vicino agli ambienti di estrema destra, interviene e proibisce il film. Ma non è questa la sua ultima impresa, pur essendo probabilmente quella che, avendogli procurato un odio imperituro di Bunuel, gli varrà, grazie al finale vendicativo del Diario di una cameriera, un ricordo non invidiabile. lo compenso si fanno avanti giovani registi provenienti dal documentario, e che, pur formati dalle ricerche dell'avanguardia, vanno dimostrando diversamente dai « maestri » un interesse sempre crescente per personaggi e ambienti concretamente legati alla realtà, o per soggetti e temi piu aggressivi. Caroé gira Nogent, eldorado du dimanche ( 1930), sugli svaghi popolari di un villaggio sulla Marna; Jean Gremillon realizza documentari pieni di affettuosa attenzione per certi ambienti marginali e poco 30 - noti, e già nel 1926 ha girato un documentario su La vie des tTavailleurs ilaliens en France di cui forse si è ricordato Rcnoir al tempo di Toni. Il personaggio dell'immigrato - italiano o spagnolo, o polacco che sia - entrerà ben presto in una certa convenzione letteraria e cinematografica di tipo populistico, a simboleggiare un internazionalismo benevolente di cui troveremo ancora traccia io Reooir, Duvivier, Chenal. Chenal con Béitir ( 1930) e specialmente con Les petits métiers de Paris ( 1932) dà due cortometraggi nello spirito dei romanzi di Dabit: minute e affettuose immagini, non prive di risvolti drammatici, del mondo operaio e dei sobborghi. Il suo debutto nel lungometraggio è promettente: La rue sans n.om (1934) è forse il primo film per cui viene utilizzato l'appellativo di « realismo poetico >> 13 , e contiene già molti temi e ambienti che diverranno cari a Carné: il bistrò dominato da una spia della polizia e re della strada; il « tipico » guappo triste; la prostituta dall'aria misteriosa che fa un po' da angelo custode su tutti gli abitanti della viuzza, e sullo sfondo " gli italiani sradicati, terrazzieri o muratori, che sospirano pensando alle belle donne che non potranno mai carezzare, che si battono con la polizia quando li si vuol cacciare dalle loro stamberghe, che suonano dolcemente e tristemente la fisarmonica al cadere della notte »... Caroé e Chenal si indirizzano dunque su una strada tutt'altro che nuova e rivoluzionaria: la letteratura del tempo sta a dimostrarlo. Ma la vaga malinconia dei sobborghi, Io sguardo tra sentimentale e folclorico, un'ironia appena avvertibile e uno sfuggente compiacimento sono già l'indice e l'apertura ad una scuola e ad una maniera. L'invito di Caroé a " scendere nella strada » 14 è un invito demagogico e semplicista, nei termini io cui è rivolto. E l'aria nuova non viene dalla « strada senza nome » di Cheoal ( che d'altronde, una volta lanciato, cambierà rotta e tenterà con piu o meno fortuna tutte le possibilità di un cinema commerciale con qualche pretesa intellettualistica) e neanche da quella di Nogent. Bloccata per forza maggiore quella dell'avanguardia piu autentica ( Bmiuel e i surrealisti) e piu distruttiva, bisognerà aspettare l'evoluzione di Renoir e di Vigo - questa tragicamente interrotta appena ai suoi

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