che ( argomento, questo, sottaciuto benché piu che chiaro), boicottarono in ogni modo quel governo, col trasporlo dei capitali aJl'estero e coi finanziamenti ai « cagoulards », da una terza infine coi suoi propri gruppi dissidenti, trotskisti e pivertisti 12 , peraltro eliminati con una certa sveltezza e messi in grado di non mettere i bastoni tra le ruote. I radicali, buoni ultimi, preferiscono dimenticare del tutto que• gli anni e parlano tutt'al piu di semplice « Fronte repubblicano». Il Fronte è ancora un elemento di discussione e di divisione, ma solo in un ristretto campo, intellettuale e politico, intrattenuto con cura dal PCF come dalla destra sotto i suoi due aspetti ricordati. Solo la Comune, su scala piu vasta, suscita una adesione sentimentale piu grande, positiva o negativa, e ugualmente non ragionala per quanto piu giustificata. Il mito 5punta anche nel campo della cultura, e in quello cui rivolgeremo piu dettagliatamente, per ora, la nostra attenzione, del cinema. Il Fronte è stato identificato troppo spesso con l'operaio dal berretto storto impersonato da Gabin, con la sorridente ed espansiva bonarietà nazionalpopolare di Renoir, per non stimolarci ad una messa a punto che non ci pare sia stata fatta troppo spesso. Non l'ha fatta certo ad esempio Sadoul, storico, protagonista non tanto indiretto del periodo; né l'hanno fatta in Italia i pochi che hanno dedicato un articolo d'insieme a questo argomento, di solito con una certa superficialità. Ma non è solo questa la ragione che ci spinge a studiare un periodo che speriamo di esaminare in futuro sotto altri aspetti. Abbiamo già detto quanto il tema del Fronte stia tornando o sia destinato a tornare di attualità: studiarlo, sia pure da punti di vista settoriali e limitati, può, chissà, servire anche a chiarirci le idee sul nostro presente. L'occhio sul passato non vuol essere gratuito, e non è distaccato neanche nel nostro caso. 1 Intervista di Pierre Philippe, in Cinéma 61, n. 60. Per la steoura del presente articolo abbiamo preferito limitarci ad uno studio di carattere storico-critico. Esistono molti studi ed articoli ml cinema del Fronte Popolare ( SADOUL, in Il cinema e ruomo moderno, volume a cura di U. Barbaro, Romo 1950; .1\1. MrnA, in Il Politecnico, 20 ottobre 1945; O. CAMPASSI, Dieci anni di cinema franceset 2 voli., Milano 1948; eccetera eccetera) e un'infinità di testi su Rcnoir, Caroé, Prévert, Clair, Fcydcr... Pur tenendoli presenti, abbiamo preferito rivedere i film in questione e cercare una documentazione dell"cpoca, al Ciac di inquadrare meglio i film presi in esame nel loro tempo e di fare opera originale. Tanto pili che non condividiamo la gran parte delle idee espresse io ques1i s'ludi, spesso rigidarncnle ossequienti alrortodossia critica del PCI o del PCF dei periodi io cui sono stati scritti, oppure - i pili recenti - fedeli all"impostazione critica frontista. e con decise innuenze del Lukaes della Di,tru:ione della ragione, che non è quello che noi pili apprezziamo. 11 nostro articolo ha due limiti: l'esame delle opere è fallo dal solo punto di vista dei loro rapporti con il Fronte Popolare, è dunque parziale e non risponde alla ricchezza di analisi necessaria per i vari aspetti, ad esempio~ dell'opera di Rcnoir; manco di un discorso piti generale o approfondito sull'ideologia del Fronte Popolare, che però intendiamo compiere a ségu.ito di alcuni altri studi parziali sul periodo. 2 • li limite della tradizione antifascista ( ad esempio, per il Politecnico) era proprio il Fronte Popolare f.ranccsc, la guerra di Spagoo, il New Dcal [ ... ]. on è a caso che dalla caduta del fascismo ci siano voluti vent'anni perché venisse pubblicata in Italia una storia della guerra di Spagna» (F. FORTINI, Verifica dei Poteri, Milano 1965, p. 115). E quel che vale per la Spagna vale ancora, anche in Francia, per il Fronte Popolare. 3 GEORCESLEFRANC, Hi,toire du Front Populaire, Parigi 1965. Lei.rane era al tempo nella SFIO e si occupava di questioni sindacali. Ma fu poi anche lui coinvolto nello politica di Vichy. Il suo libro è un resoconto documentato degli anni '34-'38, ma senza che se ne dia un'interpretazione qualsiasi. Lasciar parlare i fatti, in periodi confusi come quegli anni, è insufficiente ed inutile. • Cfr. ad esempio, A. GAROSCt, Storia della Francia moderna, Torino 1946. La storia più completa della lii Repubblica rimane sinora quella di JACQUESC1uSTENET, in 7 volumi, Parigi 1952 • 1963. Si veda anche la recente Storia della Francia moderna, di D. W. BROCAN,Firenze 1965. • J. T. MARCUS, French Sociali•m in the Crisis Years (1933 • 1936). New York., 1958; D. CAUTE, Communism and 1/1e French lntellectuab (1914-60), Londra 1955. Esistono numerose storie del PCF, ufficiali e no: si veda io proposito R. PARIS, Il Partito Comuni.sta Francese. Storia e Storiografia, in Quaderni piacentini n. 22, marzo-aprile 1965. 6 Vanno ricordate tuttavia le seguenti opere, che avremo in parte occasione di citare: D. GuÉRIN, Front Populaire, Révolulion manquée, Parigi 1963; L. BootN e J. TouCHARD, Front Populaire 1936, Parigi 1961; PLUMYÈRE e USERRA. Le, fa,cisn1e, françai~. Parigi 1963; G. DANASe M. GrnELJN, /uin 36, Parigi 1952; e oa- - 29
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