Il Fronte Popolare cinema del in Francia (1934-38) U n giorno « Renoir ci convocò al Congresso del Partito Comunista. lo ero titubante, non mi sono mai occupata di politica. Ma Renoir dice: si tratta di scegliere, o prendere o lasciare. Ci vado, dunque, per amicizia per lui. C'erano tutti i suoi amici, e un grosso signore simpatico che non conoscevo. Mi avvicino proprio a quest'ultimo e lo prendo per la giacca: • Di': com'è che ti chiami, te?'. Gli altri si mettono a ridere, senza che io capissi perché. Il signore simpatico mi dice: • Io ti conosco, però '. E qualcuno si decide a spiegarmi che avevo fatto conoscenza con Maurice Thorez, che aveva trovato l'episodio divertente e che m'invitò a sedermi vicino a lui, alla tribuna( ... ] » '. La deliziosa Nadia Sibirskaia, la piccola lavandaia de Le crime de M. Lange, si ritrova cosi tra le protagoniste de La Vie est à nous, film del PCF per la propaganda elettorale del 1936, diretto da Renoir. Un po' a caso dunque, come molti altri, trascinata anche lei nell'ondata di entusiasmo che la politica di Fronte Popolare andava suscitando, e portata, nella necessità di una scelta, a mettersi spontaneamente dalla parte dei simpatici e dei « prolos », contro le camicie azzurre e le « croix de feu » amiche dei Mussolini e degli Hitler. La stessa ondata di entusiasmo, di debole consistenza ideologica, ma sincera, gioiosa, doveva trascinare molti altri, in un movimento che fu allora - 1936 - all'orlo della Rivoluzione, e cbe tra il 6 febbraio 1934 e il 30 novembre 1938 ebbe vicende alterne, di slancio e abbattimento, di fiducia e confusione, di ristagno e crisi. Un periodo controverso, confuso appunto, che bisognerà pure analizzare un giorno o l'altro in tutte le sue componenti ideologiche e politiche fondamentali. Come le altre arti, piu delle altre, il cinema partecipò a questa storia in un ruolo non secondario, l'industria subendo, con poche differenze, i destini dell'economia nazionale e l'arte mossa dalla necessità dell'engagement, anche se, ovviamente, solo nei registi ed autori piu coscienti. Di questo periodo non esistono a tutt'oggi esami completi, storie generali, e tantomeno per il fondamentale rapporto tra cultura e politica, che ha in quest'epoca protagonisti del peso di un Gide e di un Malraux, di un Breton e di un Nizan, di un Aragon e di un Eluard. Il dibattito sui rapporti tra l'artista e la classe operaia, e la rivoluzione, e l'ideologia comunista - divampato tra noi con il '45, col Politecnico, con la politica culturale del - 27
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