giovane critica - n. 7 - feb.-mar. 1965

Pos1T1F,Paris. n. 66, ja11"icr 1965, pp. 152, 6 F. - L'attenzione <-Ostanteriservata da1la critica hance!le ad Antooiooi non è piU un folto che desii ( compiaciula) sorpresa: se molli ' amori' dei trans• alpini muo,·ono spesso allo sconcerto e non di rado al sorriso, l'interesse suscitato dal noslro regista è sempre stato presso di loro molto piU che una « moda ». anzi. n livello di stimolo se non di analisi. un folto apprezzabile e talvolta esemplare. Come era da prevedere. li de,erto ro5Jo ha dato occasione a piu di una rivista d'ohralpe di dedicare fi1ti do"iers al regista italiano e Po,itif ( preceduta dal penuhimo fascicolo di Cinima 64 con un accurato e non del lutto inedilo i\liclw!langelo période rouge) è, al rno numero 66, l'ultima in ordine di tempo e la pili documentata. .\ccanto alla traduzione di materiale già noto in Italia ( ripresi da Cinema .Yuoco: la prima parte del soggetto /lfakaroni, estratti dalla nota di Antonioni La realtà e il cinema diretto, brani del diario cli la,·orazione del De,erto) {igurano due contributi originali di Robert Benayoun ( Un cri dans le dé,ert) e di Jeun,Micbel Delar• brr ( lfarilyn dan, le dé,ert rouge); al primo il conlagioso quanto inrontrollato e vago entusiosmo per l'uso del colore sotlrac un ten• ta1i,•o di un'analisi più penelranle e meno asliatta dell'opera (si arrl, a a do,•tr legeere: « le Dé.sert rouge est une telle révolutioo dans le langage antonionien qu'il eùt pu se passer d'un titre et, adoptant ces raccourcis géniaux du comique Toto, eùt pu s'nppeler, sani; p)u;:. Antoniani a colori.»!); piU misurate e interessanti le con,iderazioni di Delarbre il quale lenta, operando gli opportuni dislinguo a livello espressivo, un non del tutto impossibile parai, lelo tra l'uhimo Anlonioni e la Roslyn-Marilyn de Gli Spo,tati di lluslon e i\liller. Il maleriale, rapporlato all'area della pubbli, ri-tira francese. non manca cli un certo interesse ma la misura rritira originale lascia ancora una volta insoddisfatti. L'impressione particolare richiama un giudizio, tuttora inconcluso e da vcri(icnre, ~ui modi e p.li ~usi' della critica francese. In effetti, a parte il ra•o dei Ca/1ier, ( di cui 'pure qualche rivisla noslrana sembra in molle pagine la non del lulto causale lraduzione) e, nl polo op• posto. l'eccellenle Premier Pian con la sua parlicolare fisionomia monografica. i due pili di((usi periodici specializzati d'ohralpe Po,itif appunlo e Cinéma 65 che, quale organo della Fédéralion fran~aise des einé,elubs gode dell'invidiabile tiralura di piu o meno , rnti<•inque mila e~cmplari - sembrano situarsi in un àmbito a , ari livelli di•culibile. Più organica la fisionomia del secondo - rhr nell"11lta diHu.sione trova un suo ruolo ma anche suoi netti limiti -; sorprendente il primo, che, pur non mancando di una impo:,tazione avanzata né di singole collaborazioni eUicaci (per 1u11i il nome di un Thirard ma anche dello slesso Benayoun, non di rado aculo). disperde volenlieri le proprie energie in imprese 76 - divagalorie quanlo bizza re: si pensi un momento al numero triplo della rivisla consacrato di recente a l'érotùme, dove ad un materiale iconografico di indubbia grazia corrispondeva un apporto cri• lico di rara evasivi1à, lasciando stupefatti dinanzi al dispendioso quanlo vano exploit editoriale. Non c'è dubbio - lo si deve ripe• lere ormai spesso - che la critica francese attuale, anche ai suoi migliori livelli e a parte qualche felice ma isolato contributo, resti assai più agile che profonda, simpaticamente 'malata di cinema ' ma alquanlo pigra ad elaborarne i dati significalivi per un discorso più arlicolalo e soslanzioso. Il sommario del numero 66 di Positi/ include, Ira l'ahro, una dettagliala sintesi fotografica di un sin, golare documentario, Pierre Molinier, di Raymond Borde e una rassegna dei feslival (Venezia. San Sebastian), dei film, dei libri. [g. a.] C1i\E -ruo,o, n. 12. Lui, Bunuel, monogralia di Guido Fink, pp. 24+ Vili. L. 300. - L'uhimo numero dei sempre intere5Janti c1tiadcrni monzesi è dedicato, assai opportunomentc, n Luis Buiiuel: c·on l'inlelligenza e la disinvohura consuete Guido Fink muove un'ampia panoramica sull'attività del regista riperconendo, alla luce delle sue ultime smaglianti prove - Viridiana soprallullo, e oggi si polrebbe cerio aggiungere Il diario di una cameriera - l"arco avvcnluroso di una carriera tormentata e signiiicativa come poche. Più che procedere ad un esame analilico di tutta la vasta opera del regisla ( cosa in pralica difficile per la limitata reperi• bili1à dei lilm ma anche non indispensabile dato il peso chiara• mcnle lrasrurabile di alcuni esemplari) Fink è attento a ripro• porre, liberi da miliche distorsioni come da sbrigativi rifiuli, i tratti nodali della personalità buiiueliana quale si rivela, singolare e coe• rcnte, anche in opere cli assai diversa impostazione, attraverso 1P cspcricnze-<'hiavc del suo tumultuoso lavoro. Ampiamente d'accordo ci trova il giudizio di Fink laddove la conoscenza dirella dei tesli ci permelte un raffronto personale con le tesi del critico: cosa ,·he purlroppo non sempre avviene data la mancata pubblicazione in Italia ,Ii opere non cerio fra le secondarie di Buiiuel - ci rileriamo. per limilarci alle più recenli, a TM young one e El angel exlerminador oltre che a Na:arin, tradotto a quanto risulta io ita• liano mn di limitatissimo circuito -. Ciò non toglie che la lettura del saggio risuhi in ogni caso preziosa e indispensabile, specie in un momenlo in cui sulla figura del maggior regista spagnolo con• tinuano a gravare vecchi e non del tutto disinteressati equivoci. li quaderno è completato da un profilo biografico di Buiiuel e da una filmografia; quest'ultima in verità &5Sai sommaria e non pri,·a di qualche veniale svisto. [g. a.]

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