giovane critica - n. 7 - feb.-mar. 1965

;. per lui. con tutta e,1idenza 1 anche il silenzio di un'ideologia che pili non lo sostiene»). Le componenti del mondo bergmaniano sono acutamente messe in luce da Chiaretti: parlitamentc per il <e primo periodo », e poi riprese ncll"analisi dei singoli film. 1 rircrimcnti appaiono puntuali: ~i sarebbe preferita però. forse. una maggiore chiarificazione clclll' a'-CC'nclcnzec.sistcnzialistiche, per non rischiare di fame un.i matricl' troppo elastica l' alla fine generica. Le analisi, comunque. ~l\no rifpondenti alla chiarezza del discorso di fondo: e il rigore critico di Chiaretti. sempre attento alla sostanza e non ai contorni, ha modo di riconfermarsi proprio in questo libro di scrio impe• gno. L'apparato informati, 10, a parte qualche lieve inesattezza, è e'-auricnte: tra l'ahro la sceneggiatura dc) Silenzio • riportata in AJJpcnclice • ristabilisce il vero circa il finale del film che, come è noto. la \'ersione italiana ave, 1a arbitrariamente modificato. Una appendice 1,ibliogralica - data la lacuna esistente in Italia - a'"rebhc cli certo ulteriormente giovato al libro: una mancanza che \'arrebbe la pena cli colmare. Le penetranti analisi di Come in uno specchio e Luci d'inr.:erno avrebbero ben trovato un compie• menlo in quella del Silen:io, ma il libro fu redailo prima della uscita del film. i sarebbe maggiormente potuto precisare il signi. ficato di certo irrazionalismo bergmaniano: e in tal senso il <e si• lenzio della ragione» del film avrebbe poluto essere un ulteriore punlo di appoggio, ma anche un nuovo interrogativo. Perché se il film. come vuole anche l'aulorc (clr. Une trilogie, Laffont, Paris, 1961), è la conclusione di una trilogia, può anche essere l'apertura di un discorso da farsi. Per il quale sarà cli gran giova• mento la linea proposta da Chiaretti: la storicizzazione del mondo bcrgtnaniano. Se, come attesta JOrn Donner, « nonostante la sua ~rande capacità di astrazione, B. riflctle problemi che riguardano molti uomini del suo paese», una linea critica che storicizzi il suo mondo poetico, deve tener conto di quei conflitti, degli scacchi. di quel 'caos' di cui egli si rende interprete. [g. I.] \11TT0R10 Sr1NAZZOLA (a cura di), Film 1964, Milano, Fcltrinelli. 1961, pp. 236, 24 tavole fuod testo, L. 800. - Al suo quarto numero, l'annuale rassegna feltrinelliana non apporta varianti SO• stanziali all'indirizzo che, pur con qualche incertezze, contrasse• gnava i precedenti fascicoli. La fisionomia ormai consueta della pubblicazione può motivare comunque, al di là di un giudizio im• mediato non del tutto imprevedibile, una valutazione piti definita e documentata dell'àmbito entro il quale l'iniziativa stessa si muo. 70 - ''C. nei suoi pregi e nei suoi limili ormai pili che sufficientemente decifrabili. Notevole nelle premesse, sempre per qualche verso interessante, mai purtroppo risolto con decisione nei suoi esiti complessivi, il periodico ha essenzialmente costituito, nonostante h.• sue molte possibilità non sfruttate, una intelligente e volenterosa proposta cli ·ascolto' cinematografico al vasto pubblico non specializzato1 il cui contatto con certi temi viene ormai diffusamente soddisfatto quasi solo attraverso la cligcstiva e deformante media• zionc del rotocalco. Proposta di tutl'altro che ovvia formulazione iu ogni caso, i rui metodi richiederebbero un discorso non certo e~auribilc in questa sede, investendo per primo l'annoso e pili che mai attuale problema dei rapporti lacunosissimi esistenti non d.i ora in Italia tra pubblicistica cinematografica e una platea non circoscritta agli <<amatori». Da questa angolazione - la piti esatta acl inquadrarne la giusta portata - è chiaro che Film .. . ha re• calo un contributo di assoluta dignità a11a diffusione non limitata òi un certo discorso, cercando di fondere, in un contesto « a piti voci ,, ma strutturalmente organico, un notevole rigore culturale con le esigenze del vastissimo numero di lettori, fornito in potenza dalla diffusione popolare della collana. Nei quattro quaderni finora usciti, tuttavia, la duplice esigenza di un ampio panorama illustrativo dei fatti cinematografici d'at• lualità e nel contempo di una approfondita puntualizzazione dei ft.nomeni fra questi pill prepotentemente emersi, non ha trovato una risposta ùcl tulio soddisfacente. A parie Film 1961, dove le incertezze di rodaggio incide,•ano in maniera fin troppo eontrad• dilloria sull'ef{icacia dell'iniziativa (limitandone l'interesse quasi solo agli sviluppi futuri da essa suggeriti), i fascicoli seguenti, pur favoriti da un impianto pitl denso e organico, hanno ugualmente dt-nunciato esiti parzia]i. Non sempre difatti sono stati posti in luce adeguata i temi piU rilevanti e vivi emersi dalle ultime vicende del cinema mondiale (si pensi - per fare un esempio - al silenzio sotto cui son pnssate, nella rassegna. le recenti espe• rienze del cinema britannico, facenti capo, con varie sfumature, aJ un 'movimento' stimolante come il free cinema); al contra• rio si è data spesso ospitalità inopportuna ad argomenti di importanza modesta o di aggancio attuale inesistente, non di rado suscitando per l'insieme un sospetto di unità poco phi che o: an• tologica >,, nonostante le ben diverse, acute premesse da cui partiva ltt collana. Altrove è venuto meno, si direbbe, il coraggio (o la possibilità) di articolare il programma del periodico secondo direi• t:vc meno occasionali e frammentarie; il che non porterebbe senza esclusione a conferirgli uno stimolo n senso unico quanto darebbe luogo ad un contesto dove anche la presenza di contributi a carat• tcrc 'non omogeneo' mostrasse una sua precisa necessità, esclu•

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