circondava, non già comunisti, ma briganti nel phi schietto senso della parola, per quanto presentati con tutte le finezze di una mente poetica>. Questa Interpretazione scatenò, come è facile immaginare, un mare di polemiche e di Invettive, che dettero modo a Plscator di approfondire criticamente I suoi presupposti e di fondare con forza la legittimità e la necessità di simili Interpretazioni. « Rendere pili viva, avvicinare a noi l'opera classica è possibile solo mettendola con la nostra generazione nello stesso rapporto In cui si trovava con la generazione sua propria>. < L'opera teatrale deve essere trasferita, al di sopra dell'Interesse puramente storico ed etimologico, nella capacità di comprendere e di rivivere di ogni successiva generazione>. e Il regista non può essere semplicemente un •servo dell'opera', perché quest'opera non è qualcosa di rigido e di definitivo, ma una volta messa al mondo si sviluppa con l'epoca, mette una certa patina e assimila nuovi contenuti Ideali. Da ciò deriva per Il regista Il còmpito di trovare un punto di vista dal quale sia possibile mettere a nudo le radici della creazione drammatica,. « Questo punto di vista può essere determinato sia artisticamente sia filosoficamente. Solo In questo secondo caso sarà possibile trovare quel rapporto con l'opera d'arte che, per I rappresentanti dello sviluppo di un'epoca, è Impegnativo al di là delle contingenze del caso Individuale,. Sono punti fermi anche oggi, anche se l'unica sua messinscena In questo senso rimane un esempio un po' particolare, risolvendosi In fondo piuttosto In una operazione «contro>l'opera stessa, che In un vero e proprio e rendere.plu viva e avvicinare a noi l'opera classica, mettendola con la nostra generazione nello stesso rapporto In cui si trovava nella generazione sua propria>. Operazione legittima e salutare d'altronde, proprio perché l'opera aveva messo e una certa patina , ideologica negativa. Bertolt Brecht prosegue, in tempi pili vicini a noi, questa strada, compiendo il necessario approfondimento teorico e tecnico di questi presupposti e specialmente Il chiarimento e la determinazione precisa di quel e punto di vista filosofico> con cui trovare • il giusto rapporto con l'opera classica>. Nella sua opera bisogna però delimitare due soluzioni di questo problema, che hanno tra loro differenze abbastanza notevoli, dato il diverso piano teatrale su cui operano. La prima è quella dell'intervento drammaturgico, come egli l'ha attuato ad esempio nel modello per Antigone 1948, dove intere parti vengono riscritte di fondo, e nel Don Giovanni di Molière, dove nuovi passi vengono interpolati nel contesto originario. In Antigone 1948 infatti - a parte il prologo preposto, dove la situazione classica viene presentata nella Germania nazista, con le due sorelle che non possono riconoscere, e quindi seppellire, pena la morte per complicità, il fratello ucciso e appeso come disertore dalle SS. -, nello stesso contesto della traduzione di Holderlin Brecht riscrive vari passi, per i quali la guerra difensiva di Tebe diviene di aggressione, e viene sottolineato il carattere tirannico del governo di Creante e la acquiescenza complice del coro. Secondo il modello di regia, il prologo veniva recitato davanti a un fondaletto, che levandosi rivelava la scena vera e propria: una specie di pedana delimitata da quattro pali, su cui erano appese barbariche insegne guerresche - teschi equini, spade ecc. - con un fondale su cui erano proiettate le foto di città tedesche distrutte dal bombardamenti. E' chiaro che Brecht ha sentito l'Impossibilità di rendere una tale contemporaneità col testo originale, - 65
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