l'assurda contorsione dei discorsi dei politici, dove la retorica oratoria viene demistificata col portarla alle sue estreme conseguenze. Inutile dire che tutto ciò stride maledettamente quando esce dalla bocca di gente in uniforme kaki o in bikini; a parte che le armi automatiche creano situazioni assurde e ridicole nel pecullare contesto della battaglia del teatro elisabettiano. Né i tentativi, peraltro non approfonditi ed episodici, d1 fare uno stile di questa forzata contamtnatto - come nell'Enrico V diretto da Peter Zadek per Il Teatro di Brema - avrebbero portato ad altro, qualora riusciti, che ad una pseudo-avanguardia, da épater le bourgeots in ritardo di decenni, e in netto contrasto con -l'assunto polemico implicito nella scelta della messinscena. D'altra parte anche nel bilancio delle cose perdute e guadagnate rispetto all'originale, Il Trailo e Cressida di Squarzina è in netto passivo. Da una parte infatti, l'accennato contrasto d1 fondo tra linguaggio e costume-comportamento toglte alla rappresentazione proprio quella carica di attualità immediata e di riferimenti precisi e provocatori, che avrebbe dovuto costituire l'attivo della operazione, per l'ovvia costatazione che nessun generale o politico parla, e quel che piU conta agisce, in quel modo. Dall'altra le perdite sono talmente rilevanti da mettere in discussione lo stesso significato dell'opera. La fondamentale infatti riguarda addirittura 11 centro del lavoro: la satira del mito omerico in quanto primo mito eroico e guerriero, da cui prende origine tutta la posteriore produzione del genere. Mito, da notare, ancora vivo e conosciutissimo nella nostra società. La carica antieroica, e quindi moderna, dell'opera di Shakespeare era tale solo se riferita a questo mito, che è però fondamentale nella storta della civiltà occidentale. L'aver ridotto Achille a un pederasta vigliacco che uccide Ettore a tradimento, e Aiace a un bruto tutto muscoli e niente cervello, è un'operazione moderntsima proprio perché questi sono ancora portati a modello di virtU eroiche: e non è un caso infatti che anche Brecht abbia compiuto stmm operazioni di 'riduzione' di grandezza mitica (Lucullo, Don rnovannt). Ma, vestito in divisa kaki, Achille diventa solo un generale che incidentalmente si chiama Achtlle, e non il mitico eroe millenario cui sono legati un'infinità di riferimenti culturali e di costume, e quindi l'operazione che lo sgonfia perde ogni valore. Stupirebbe questo grossolano errore d'interpretazione in un regista tra i nostri maggiori, se non si conoscesse da gran teinpo in quale situazione di ristagno culturale versi il teatro italiano. E' evidente infatti che Squarztna non si è neppure posto 1 problemi al quali abbiamo accennato, o che vi ha sorvolato molto disinvoltamente con l'unico intento di ottenere, attraverso un'epidermica cnovità>, un mondano chiasso pubblicitario sullo spettacolo: obbiettivo puntualmente raggiunto. n guaio è che questa interpretazione del Trono e Cressfda non può neanche esser fatta entrare nella pur discutibile categoria delle <novità>, sia pure acritiche e prettamente formalistiche come abbiamo cercato di dimostrare, perché simil11nterpretaztoni abbondavano da anni sulle scene europee a cominciare dall'Inghilterra, dove, ad esempio, anni fa un gruppo di giovani mise in scena, portandolo anche In Italia sotto l'etichetta di Sh.akespeare tn blue-jeans, un'edizione moderna del multo Cesare, che ricorda stranamente in troppi particolari precisi - dalle divise kaki, le armi automatiche e t balU di moda, allo stridente contrasto linguaggio-costume, azione - la messinscena del Troflo e Cressfda dello Stabile genovese. Ma in Inghilterra Shakespeare gloria nazionale monopolizzato da pedanti Imbalsamatori puO diventare una cappa soffocante sulla vita teatrale, e quindi simili prese di posizioni provocatorie possono glustlflcarst, se non altro come salutare atto d'iconoclastia - 63
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