giovane critica - n. 7 - feb.-mar. 1965

► Schiller, una ninfetta ingrassata e priva di fascino: prima della parola fine, una didascalia in funzione dl epilogo appare sull'immagine del quadro sforacchiato dalle pallottole di Humbert nella scena dell'omicidio. Per tutta la durata della vicenda vera e propria - racchiusa fra le due immagini simmetriche del quadro settecentesco sforacchiato - lo spettatore già conosce dunque, a differenza di Humbert, le molteplici identità dell'onnipresente Quilty, e può seguirne la lenta, diabolica opera d'inseguimento e di seduzione. In questo modo, la storia viene ridotta alla sua essenza: la cronaca di due diversi amori, una sorda lotta fra due intellettuali di diversa origine e natura per una posta intrinsecamente inerte (Lolita). Non solo: in questo modo le pressioni della società benestante sull'amore colpevole e incestuoso di Humbert Humbert vengono private di ogni senso e giustificazione. Il poliziotto sulla veranda dell'albergo e The Enchanted Hunters >, il professore tedesco che dice e Ve Arnericans >, noi americani, con forte accento teutonico, e impone a Humbert di lasciare libertà alla sua e figliola>, il misterioso moralista al telefono, l'inseguitore non meno misterioso sulle autostrade del West. sono altrettante divertite e malefiche incarnazioni di Quilty: gli spauracchi della Società e della Morale, che minacciano e schiacciano il peccatore Humbert Humbert, sono dunque le maschere trasparenti di altri peccati, di altri colpevoli desideri. E questa variante appartiene per intero a Stanley Kubrick. Non si creda peraltro che le cose siano cosi semplici: che Nabokov potesse rassegnarsi tranqu1llamente a lasciar trasformare le sue acrobatiche e prestigiose fumisterie 1n uno schietto, disperato e virile canto d'amore. La rivista inglese Sight and Sound, che aveva pubblicato nel numero di autunno del 1962una recensione, piuttosto severa, a firma di Arlene Croce, ospitava nel 1963,·sempre sull'argomento Loltta, una strana lettera proveniente da Ithaca, N. Y. (proprio la cittadina, vedi caso, in cui vive e lavora Nabokov) e firmata da tre misteriosi lettori (William Schiff, Jesse Smith, Lorie Ryback) sulla cui esistenza fisica confessiamo di nutrire legittimi dubbi (non occorre Leo Spitzer per notare che certe espressioni, come la conclusiva e Forse dovreste esaminare ancora il film /or bigger game, per scovarvi selvaggina piu grossa>, somigliano molto agli americanismi compiaciuti e divertiti dell'autore di Pale Fire). e La sequenza del pedicure apre il film>, scrivono Schiff & C. e Qui Humbert (Nabokov) prepara Lolita, una nuova Lolita, per Il pubblico del cinema. Dopo i titoli abbiamo una delle ultime sequenze del libro - l'assassinio di Quilty. Questo può essere visto come un dialogo travestito fra Kubrick (Qullty) e Nabokov (Humbert). Si ricordi che Quilty si autonomina 'Spartaco' e porta la toga; piu tardi lo vedremo sempre con una macchina fotografica come compagna costante. Grazie a questa interpretazione, avvenimenti e dialogo acquistano nuovi significati, cosi che quando Humbert lamenta il rapimento di Lolita da parte di Quilty, egli si riferisce sia alla ragazza sia al libro. Quilty cerca di sfidare Humbert a una partita di ping pong: forse il gioco del cinema. Piu avanti nella stessa scena Quilty suggerisce di scrivere una canzonetta Insieme, proponendo la classica melodia della Polacca, e chiedendo a Humbert di scrivere le parole (copione). La scena termina con la morte di Qullty, ucciso da Nabokov per vendicare il furto di Lolita, e di Lolita (Kubrlck è ucciso dallo spirito di Nabokov). I colpi mortali sono sparati attraverso un quadro raffigurante una ragazzina (capolavoro o riproduzione?), sfigurando cioè Lolita. Questa 'chiave' vale anche per le altre scene del film. Quilty travestito da psicologo viennese convince Humbert che Lolita deve avere il permesso di apparire ln pubblico, nella 'recita scolastica'. Cioè, Lolita deve abbandonare le lenzuola incestuose di Humbert ed essere la Lolita di una recita scolastica (il - 55

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