giovane critica - n. 7 - feb.-mar. 1965

sacerdote cattolico nel Nuovo Messico), Stanley Kubrick non aveva ancora ventinove anni durante la realizzazione di Orizzonti di gloria. Era stato a Hollywood solo nel 1956, per girarvi un film poliziesco, il bellissimo Rapina a mano armata; e fino a oggi non vi è piu ritornato. A New York, racimolando un po' di denaro fra amici nel Village, aveva realizzato prima del '56 due film, senza successo: Fear and Desire (1953) e Killer's Kiss (Il bacio dell'assassino, 1954). Pur essendo complessivamente mediocri, entrambi questi film presentano elementi significativi: l'esterofilia ad esempio, ché il primo è ambientato in un anonimo paese occupato (chiaramente identificabile con l'Italia) e il secondo insinua negli sfondi di una New York dimessa e grigiastra le brume del vecchio cinema francese e ancor piu le prospettive distorte del kammerspiel. Anche i temi ritorneranno, con maggior maturità, nelle opere successive: Fear and desire già condanna la follia della guerra con gli accenti di Orizzonti di gloria, e lo squallido amore di Gloria e David è minacciato da un'ombra torbidamente emblematica, come lo sarà quello di Humbert per Lolita. Purtroppo entrambe le storie sono raccontate direttamente, in modo oggettivo, senza intermediari o valutazioni «ideologiche": di qui le insufficienze umane, le immaturità del linguaggio (non a caso, ne Il bacio dell'assassino, il «cattivo" Vincent Rapallo, interpretato da Frank Silvera, risulta piu interessante delle sue 'scialbe vittime). C'è già anche il gusto dell'assurdo, che trionferà in Stranamore dopo aver pervaso piu o meno tutti gli altri film: un gusto che non vuol essere paradossale ed elegante, sl critico e combattivo, improntato allo sdegno e a un senso di sfida. Ma l'assurdo si concreta ancora in termini elementari: la follia che coglie il piu giovane e indifeso dei quattro soldati di Fear and Destre, a contatto con la realtà ostile del paese occupato, la ragazza che non può capirlo, la guerra ridotta a rischio 48 - folle e quotidiano al tempo stesso; i manichini che fungono da spettatori allo scontro decisivo fra David e Vincent, e trasformano un retrobottega della Settima strada in una succursale del surrealismo piu scontato. Piu articolato e complesso, nonostante l'apparente ovvietà del canovaccio, sarà Rapina a mano armata: dove anzitutto saranno rigorosamente bandite - e in modo definitivo, anche per il futuro - le sbavature sentimentali. Non c'è piu posto, nel rigoroso e millimetrico piano della rapina all'ippodromo, per gli umidi approcci dei quattro sbandati con la ragazza nemica di Fear and desire, o per i sogni georgici del pugile fallito del Bacio dell'assassino. Si pensi all'ingresso della moglie del protagonista, nella stanza d'albergo dove questi sta effettuando le ultime fasi del suo macchinoso piano: la donna non è che un elemento dell'ingranaggio, e l'amore fra i due coniugi è sottinteso non fra le consuete parentesi delle dissolvenze, ma fra due stacchi netti, un lume che si spegne poi si riaccende. Si pensi ancora alle figure del cassiere e di sua moglie: il loro inferno quotidiano è risolto con un epilogo secco e impietoso, una raffica di mitra; e l'inquadratura in cui vengono abbandonati ha l'immobilità « documentaria> di una foto per giornali della sera. Spesso le immagini vogliono avere un tono, appunto, documentario: ma non si tratta di attualità o di cronaca nera, si di una consapevole rievocazione del clima e dei fasti delle grandi epopee cinematografiche e gangsteristiche degli anni '30: l'era hollywoodiana per cui Kubrick ha piu di una volta confessato una nostalgica simpatia 5 • Ci avviciniamo dunque a un ben diverso discorso attuale su materiali « vecchi > : quello di Orizzonti dt gloria, dove la passione intellettuale parlerà in modo piu vibrante e concreto, superando una volta per tutte i rischi dell'aridità e del distacco intellettualistico, rischi intrinseci all'impostazione dell'opera di Kubrick. Quel che conta, a ogni modo, in Raptna a mano

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