giovane critica - n. 7 - feb.-mar. 1965

avventura eccitante oltremare e l'occasione per una colonizzazione morale (i e quattordici punti>). Ma è anche sangue versato senza perché: mentre la e dolce vecchia eccetera > zia Lucy di e. e. cummings chiarisce a tutti nel suo salottino perché si combatte, e la sorella Isabella confeziona calze e passamontagna e camicie antipulci; e il tenente Frederic Henry si prepara a dare l'addio alle armi con una pace separata. Poi verranno i disordini del dopoguerra, gli anni ruggenti, la depressione, il New Dea! e un'altra guerra e un altro dopoguerra pili isterico e fragile del primo. Quando Kubrick porta sullo schermo Cobb, il cinema americano ha già annacquato nella ventata maccartista le speranze e le folate di aggressivo naturalismo portate dai Dmytryk, dai Dassin, dai Kazan, dagli Huston: da tempo non risuonano sullo schermo parole di impegno, di fede nell'uomo. Tre anni prima, in Italia, un altro film storico, che Kubrick non conosce, ha pronunciato una parola noli dissimile: sl tratta dl Senso. Dove peraltro il motivo dell'engagement è contrapposto ai veleni dell'estetismo e della decadenza, sempre operanti nella nostra cultura: mentre il colonnello Dax si troverà di fronte il cinismo e la durezza di leaders ben facilmente collocabili nell'àmbito di quella élite del potere già bollata da C. Wright Mills. Girato in Austria e Germania per ragioni di opportunità, il film dl Kubrick non vuole riallacciarsi a una tradizione hollywoodiana e nemmeno a radici tipicamente americane: l'esterofllia è del rest.o una componente non trascurabile nella personalità del regista. Ma lo sguardo retrospettivo e critico sulle prime manlfestazlonl violente di mali destinati a pesare sul destini del secolo - il nazionalismo, il militarismo - implica gludlzl precisi sul- !' America della corsa agli armamenti; sulla natura stessa dl strutture retrive, non plli al passo con il mondo moderno, al dl là degli eplsodl clamorosi e lsolatl. e E' la mia parola contro la tua>, dlce ll tenente Roget al caporale Paris, un subordinato che lo accusa di omicidio: e quale credi che accetteranno? > Kubrick attacca dunque la stratificazione gerarchica in astratto, e il suo discorso vale, al limite, per l' America del 1957 come per la Francia del '16, come pure per altri tempi e paesi in cui Il peso del militarismo sia anche del tutto trascurabile: chi potrebbe sostenere, per esempio, che oggi in Italia i regolamenti militari siano compatibili e coerenti con la Costituzione? eOh, quando è scossa la gerarchia, che è scala a tutti i sublimi disegni - dice l'astuto, lungimirante Ulisse di Shakespeare - l'Impresa langue. Come potrebbero infatti le comunità, i gradi nelle scuole, le fratellanze nelle città, il commercio fra opposte sponde, la primogenitura e il diritto di nascita, la prerogativa dell'età, e corone e scettri e allori conservare il loro legittimo posto se non per mezzo della gerarchia? Sol togliete la gerarchia, falsate quell'accordo, e udite che dissonanza ne segue! > •. n vero bersaglio dl Kubrick è la concezione della massa su cui la gerarchia e i suoi miti possono riposare: la concezione, tipica della civiltà capitalistica, che la folla sia un gregge, bisognoso di guida, di e gradi>, di orientamento. Che al di là di tali strutture, vi sia Il caos animalesco, brutale, insensato. Da "Look,. a "Lolita,,. Com'è giunto Kubrick a un risultato tanto incisivo, unico finora nella sua carriera e nel cinema americano del dopoguerra (escluso, s'intende, il Verdoux)? Ex fotografo di Look, autore di cortometraggi a carattere sperimentale (Day of the Ftght e Flying Padre, rispettivamente imperniati sulle ansie di un pugile prima dell'incontro e sulle esperienze di un - 47

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