► problematicismo, ordinato e propedeutico, ma in definitiva troppo generale perché possa servire le idee. E', cosi mi appare, il tipico documento leggibile in pili modi e utilizzabile prospettivamente dagli eredi i pili vari e magari in contrasto. Ma certo un capolavoro di lucido opportunismo politico). Non è possibile, questo; che si possa cioè procedere sulla strada di una continua e ulteriore socialdemocratizzazlone •. I cattolici intelligenti hanno dimostrato come si possa progredire dentro se stessi e intendere la lezione del mondo; con una coerenza che è segno di una maturità moderna e autorevole (pur perseguendo anche una chiarezza interiore). Dovranno coloro che si dichiarano marxisti accettare d'essere superati per la novità del dettato e relegati o al margine perché esautorati o in un limbo di mistificata e mistificatoria tolleranza? La metafisica non è ricuperabile al marxismo. La nuova e diversa dignità, il e nuovo umanesimo> ipotizzato dai teologi della cultura, l'uomo lo ritrova (e lo verifica ritrovandolo) nella società libera finalmente, o in via di liberarsi dalle strettoie delle strutture tradizionali e dalle sovrastrutture culturali malamente ridotte a strumenti di blanda e infida pressione; e nella capacitd, in una forza di collaborazione sociale. Il marxismo è una ideologia, non rigida ( e anche un manuale di ingegneria è per alcuni anni religiosamente infallibile. Col tempo, essa diventa un libro di favole>) •, ma autonoma e articolata; non è soltanto (direi che non è affatto) la bonaria speranza di un mondo migliore nel rapporto fra oppressori e oppressi; non è soltanto la speranza di migliorare economicamente gli umili, ma il modo piu completo di guardare e intendere il mondo. Dà forza nella misura che riempie di nuovi dubbi; provoca, non raffrena; dà fame, non soddisfa. Il marxismo è il progetto di società razionale (contro tutte le crisi mistiche e le utopie surreali); è la sicurezza, non la speranza, di un futuro civile e ordinato. E' cioè un Intendimento e non una romantica felicità. Ma sua è la fatica di programmare e e raggiungere>. Non è certo la prospettiva generica, o la profferta, di un abbracciamento universale. Anche se per molti sarebbe bello, In un paese come il nostro, che ha la lacrima facile e che riesce a spappolare anche il proposito pili severo (per l'antica noia della sua miseria), un comunismo all'italiana; che è tale quale il matrimonio all'italiana, il divorzio all'italiana, la politica all'Italiana: un coacervo di rispettose Incongruenze e di luoghi comuni, di intelligenti intuizioni, di sapide invenzioni, di machiavelll, di sentimentalismi, di ripetizioni, di lucidità un poco polverosa, di retorica dello sguardo. E di poco Marx, alla fine; o di un Marx barbuto. Noi crediamo che non si voglia questo, dopotutto. Nonostante tutto. Non di evangelizzare l'economia. Roberto Ro,·crsi • Il dialogo alla prova. Vallecchi. 1964; M. GOZZINI, /ntro• duztone al dialogo, p. 54. 2 M. Gozzrn1, cit., p. 53. > M. VERREI', cit., p. 291. • Il dialogo ecc. cit.: LUCIO LoMBARDORADICE, Un marxista di fronte a fatti nuovi nel pensiero e nella coscienza religiosa, p. 87. • ~ già In atto tutta una attenuazione terminologica. • GIANROBERTO 5<:ARCIA In Nuovi Argomenti, n. ~' End, clopedla sovietica e sensibllltb. religiosa, p. 48. - 43
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