giovane critica - n. 7 - feb.-mar. 1965

pensi, per esempio, alle e cose, nella Notte), ma per certi versi una realtà primaria. Ma proprio nel far prendere COrPO a questo tipo di analisi, Antonlonl rivela certe sue propensioni che, In questa direzione, limitano la precisione del discorso (Ideologico, conoscitivo-poetico). Da un lato vi è Il difficile punto di contatto tra ambiente (storia) e personaggio (e biografia,), per certe persistenti suggestioni individualistiche: l'Incidente del bambino (che è poi la robotizzazione delle nuove generazioni, il loro rifugio nella mitomania) non sembra Incidere diversamente dallo sciopero (visto come sfondo: il superamento della posizione rispetto al Grido sembra assumere il tono di una giustapposizione dall'esterno). Qui comincia ad evidenziarsi una sorta di settorlalltà nella visione di Antonionl; perché attribuire la perdita del nostro umanesimo, e collegare quindi la conquista di un neoumanesimo, ad una polemica di questo tipo, rischia di restare generico, e vano, nella misura In cui non si dà pili corpo a questa espressione collegandola ad un pili generale contesto economicosociale 1 • Con una maggiore caratterizzazione in questo senso (e cioè: il mondo della produzione, lo sviluppo anzi dalla produzione per la produzione alla produzione per Il consumo, Il meccanismo allenante di un tipo di società strutturata su quest'ultimo) si darebbe maggiore plausibilità ad alcune constatazioni antonioniane: per esempio, al perché di certa corrosione In altre classi (l'operaio - qui - resta un fatto episodico e marginale). Ed è questo, probabilmente, Il riflesso di un generale atteggiamento nel rapporti tra cinema (ma ancor piu letteratura) e Industria (la espressione è di comodo): il contenuto viene sussunto come quella porzione del reale che è interessata al fenomeno, come aspetto particolare insomma, senza quasi intravedere la possib111tàdi fare del mondo produttivo un punto nodale globale, interessante cioè per certi versi il complesso dei rapporti intersoggettlvi. Da un lato quindi vi è la necessità di precisare il discorso in senso socio-economico, di sfuggire alle impressioni, dall'altro, e nel contempo, quella di non esaurirsi In un determinismo che può risultare parziale. La vastità del fenomeno comporta la necessità di una interpretazione a diversi livelli. Ha ragione Scalla quando scrive: e Cl si rende conto che una Interpretazione del marxismo, restrittiva e anacronistica, con I suoi presupposti di economicismo, di svalutazione deterministica o di sopravvalutazione 'umanistica' delle soprastrutture, di persistente pratica di una storiografia del 'fattori' (di ascendenza insieme positivistica e idealistica), di delimitazione Inaccettabile di una teoria dell'alienazione nei termini della alienazione economica, ecc., ha fatto perdere di vista l'estendersi, il complicarsi, il 'totalizzarsi' della nozione di industria come un complesso costitutivamente strutturale e ideologico, economico ed esistenziale?, 2 • E Antonioni tende verso questa interpretazione. Da qui l'interscambio tra sociologo e scrittore'· E Antonioni tende a questa interpretazione globale, almeno nelle intenzioni: ma è chiaro che una tale interpretazione non va disgiunta dalla posizione dell'autore nei confronti di questa realtà. Viene allora alla luce l'Insufficienza, l'equivoco ideologico. Perché Antonioni sembra avere alle spalle ancora un umanismo di tipo romantico, e la proposta che egli avanza, di fronte al deserto delle cose estraniate, al peso del tempo, alla sfasatura tra l'uomo e li suo ambiente è quella di un ritorno ad una naturalità di tipo russolano, ad una e semplicità , prestrutturale. Dopo aver constatato cioè la definizione In una certa direzione della visione laica di Antonioni (la solitudine è prodotta, perlomeno come concausa, da una serie di fenomeni storici, sul quali è perciò possibile agire), dovremmo ammettere che l'elemento dialettico prospettato sia In sostanza questa forma di eva- - 19

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