giovane critica - n. 6 - dic.-gen. 1964-65

appaiono le sue considerazioni sul cinema come linguaggio arllsllco (« si deve osservare che gli attributi del film derivano dalla natura intrinseca del suo linguaggio, non da altri fattori quali l'argomento, l'interesse del racconto e l'importanza ideologico-propagandistica •) e l'idea fondamentale, di chiara derivazione pudovluniana, che le informa. Lontano dalle degenerazioni tecnicistiche o formalistiche della teoria del montaggio, per Rotha il film si costruisce come svolgimento attraverso il montaggio: « un processo di precisione matematica, paragonabile alla costruzione di un edilicio con una serie di mattoni. L'unità del film viene raggiunta attraverso la combinazione dei tre momenti successivi del montaggio •· E' chiara l'impostazione raziona• listica data dal Rotha all'arte del film, sottolineata dall'affermazione che il materiale cinematografico viene organizzato intorno ad un « tema nanativo •• pertanto chiaro, definito e definibile, cioè razionale: motivi di aggancio all'attuale discussione sul linguaggio del film e alla e]aborazioae di un'estetica materialistica, com'è facile no,, tare, non mancano. Meno condividihili, ma spiegabili se rapportate agli anni del tramonto del muto, sono le pessimistiche previsioni del Rotha sul « nefasto parlato •: nella sua incomprensione verso il ftlm « parlato • v'è pili il risentimento di chi vede ' tradita ' una forma di espressione che la sfiducia motivata verso un nuovo, pili ricco mezzo di comunicazione. Lievemente diversa è l'impostazione data dal Griffith alla sua cronistoria del cinema sonoro: il suo sguardo tende ad abbracciare correnti ed indirizzi generali pili che singoli film. II discorso si fa di necessità pili stringato al fine di comprendere nella veloce sistemazione venticinque anni circa di storia del cinema, de.osi e ricchi di avvenimenti. Com'è facile immaginare, la discussione su questa Storia del cinema diventerebbe pili interessante, qualora ci si impegnasse pili direttamente nel vivo delle sue affermazioni e dei suoi giudizi intorno ai singoli film presi in esame. E qui le contestazioni non mancherebbero, come non manca la piacevole sorpresa di vedere ricondotte in pili appropriate dimensioni tante opere la cui « grandezza • è pili il risultato di una pigra tradizione che il frutto di un 'attenta verifica. Non vorremmo però passare sotto silenzio il fatto che una certa spregiudicatezza di tono sia alla fine almeno pericolosa, quando per essa si accomunano opere ed autori assolutamente non comparabili in un identico impegno critico, laddove una conoscenza appena un po' approfondita avrebbe evitalo rischiose attribuzioni con il risultato di convincerci ancora piu della intempesti• vità di altre pubblicazioni del genere, rispondenti ad una concezione del cinema e della sua funzione che oggi non accettiamo pili. [11.0.] - 73

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