giovane critica - n. 6 - dic.-gen. 1964-65

Per questo, un film su Carbonia diventa quasi necessario, perché evidenzia molti punti nevralgici del nostro momento storico, ria sumenclo tutto un passato cli errori e cli lotte. Il problema sta nel come rendere tagliente. incisiva, come popolarizzare una materia cosi complessa. Allo stato dell'indagine che sto conducendo, non mi sento di trarre delle conclusioni, ma solo delle ipotesi di lavoro. Ossia due pos ono essere le vie da percorrere: si potrebbe tentare una specie di/ ilm inchiesta storico ( il cui unico precedcn te sarebbe nel Salvatore Giuliano di Rosi), che desse il ritratto di una città attraverso grossi blocchi di cronaca, fedelmente ricostruiti, in una struttura corale anti-personaggio che non escluderebbe l'avvicendarsi di figure piu o meno definite durante lo svolgersi degli avvenimenti, durante lo svolgersi dellci città; oppure si potrebbe narrare la storia di un minatore, o di un gruppo di minatori in un ben preci o momento della vita di Carbonia, gettandosi proprio sui personaggi ma in modo direi politico, definendo con precisione ogni loro rapporto. Sia per l'una che per l'altra strada si tratta comunque di cercare delle storie di uomini, dopo aver capito la storia della città, e operare una scelta. Bisogna cioè condurre un'inchiesta approfondita sulle persone, sui sentimenti, sugli atteggiamenti, sui fatti dei singoli abitanti della città. Poi sarà solo questione di scelta, perché la materia è ricchissima e incandescente. Giuseppe Ferrara 68 - « Quando /,o presentato questo progetto di film m Carbonia ci scrive Ferrara - negli 11/fici di q,wlcl,e produttore, o mi /,anno riso dietro le spalle o mi hanno e/alo clel pa::o. La prima obiezione è che 'non farà una lira'; la seconda è che ' i film sulla Sardegna sono sfortunati'; lo ter:a è che un giovane regista non può cominciare con temi cosi im.pegnativi: 'mi porti il soggetto di un film. commedia e vedremo'». A differen:a di altri Ferrara no,i. ha portato a nessun produt.tore progetti di film-commedia; e questa cueren:a Ira pagato col non aver ancora firmato il suo primo lun• gometraggio. Sappiamo eia tempo ciel resto che le vicende ciel cine• ma sono ben altra cosa da quello che il cinema potrebbe essere e realizzare. Necessità dunque di un « cinema libero», che nasca in condi. :ioni produttive eterodosse. Ma su cli esso gravano talora ipotecl,e pesanti. Durante il dibattito che ha arricchito l'ullima rassegna porrettana Marcel Martin ricordava il singolare dest.ino toccato a Marce/ Colten, regista del promettentissimo 10 juin '44. Questi aveva approntato un progetto per 1111 film contro il rao=ismo(cli ogni taglia) giudicato dai produttori « meraviglioso » ma da essi ugtwlmente respinto. P. L. Tl,irard aggi,mgeva come Col1en si fosse rivolto olle varie associazioni antira::iste: da tutt.i era stato congedato perché nel suo progetto - concepito con estrema nette::a ra:ionale, sen:a code 'commemorative' - ravvisavano, di volta in volta, poco rilievo doto alla persecuzione degli ebrei, alla a'iscriminazione dei negri ecc. Non vorremmo cioè che il <( cinema libero» na.scesse sotto tutele cli segno opposto ma analoglte nella sostan:a a quelle di cui sono prodiglti i patrocinatori clei «film-commedia» o del cinema << del ventre in primo piano>). Le note di Ferrara, viceversa, dànno ampia garan:ia di ricche possibilità di sviluppo tematico, d, ricerca espressiva; potrebbe essere /"occasione buona per alfron• tare in una maniera nuova e vigorosa la condizione operaia. senza paternalismi o «intellettualismi.» di .sorta: ricordandosi, come dicet 1a qualcuno, che la vera democra:ia non consiste nel dire ' io sono uguale a te ' ben si ' tri sei uguale a me '. ( Con tutto quanto di esalt,mte ciò comporla sul piano e/e/l'arte.) g. m.

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