con le scarpe prive di calze. Ogni comlZIO è un pretesto per far assaggia.re agli operai il manganello della « celere ». Pirrone aspetta in un angolo che l'oratore pronunci una ira e piu accesa, allora soffia in un fischietto e ordina la carica. Durante un comizio imponente, quello di Dessanay. i poliziotti sono talmente duri che feriscono 50-60 per,one, tra cui anche dirigenti dell'azienda. Bastonano con i sacchetti d1 sabbia, senza badare a donne e bambini. Anche Dcssanay viene percosso, rinchiuso per venti ore in un caHè, e minacciato con un pugnale alla gola. Gli operai reagi,cono a gruppi, lanciando sassi che raccolgono in strada. La celere cerca di disperderli con le camionette e con le bombe lacrimogene. La sassaiola è fitta, si sentono le pietre che rimbalzano sugli elmetti. Il clima instaurato da Scelba in tutta Italia dà a Carbonia i risultati piu gravi. La lotta sindacale, nonostante tutto, è viva, continua all'interno e fuori della miniera, opponendosi alla smobilitazione dell'azienda. Ma l'attentato a Togliatti esaspera ancora una volta i minatori. Si ripetono violenze e incidenti. Nuovamente i dirigenti sindacali sono arrestati. '.\Ii troni. l'ex sindaco, insieme a Sellitti, rie ce a fuggire prima dell'arrivo della polizia, va al mare, s'imbarca su un peschereccio. e raggiunta la Tunisia, finisce per rifugiar,i in Polonia, dove rimarrà dieci anni prima di ritornare. l\Ientre la politica della smobilitazione, dei licenziamenti. si fa sempre piu minacciosa, la crisi di Carbonia, nel novembre del '48, giunge ad uno dei suoi punti culminanti: lo ciopero dei 72 giorni. In quest'occasione le maestranze dànno una grande prova di maturità e di forza. L'obiettivo da raggiungere, sul piano aziendale, è la revisione e l'aumento delle tabelle di cottimo; sul piano politico, l'attuazione del progetto di sEruttamento del carbone sul posto, attraverso una vera e propria industria chimica. Gli operai vanno ogni giorno al lavoro, ma si rifiutano di lavorare a cottimo, pretendendo che le loro prestazioni vengano calcolate in economia. È una grande lotta per impedire lo sfruttamento bestiale del minatore. La dire66 - zione aziendale reagisce licenziando le squadre che dimostrano di aver lavorato meno. Dopo un mese i licenziati arrivano a circa 700, ma questi vanno lo stesso al lavoro come gli altri. La polizia si mette agli ingressi, e impedisce loro di entrare. Devono entrare a tutti i costi, dicono i dirigenti sindacali. Allora si infilano nei pozzi attraverso i fornelli, si mescolano agli operai dei turni di notte, e rimangono sempre dentro, in una dimostrazione che mai era stata cosi fermamente tranquilla, cosi imponente, con la partecipazione della popolazione di Carbonia, e l'attenzione di tutto il Paese. A un certo punto gli stessi sorveglianti si ribellano all'azienda, non indicheranno piu chi lavora in economia e chi a cottimo. I licenziamenti sono bloccati. Dopo 72 giorni di lotta, punteggiata da episodi bellissimi, arriva la convocazione al Ministero del Lavoro, e La Pira, allora sottosegretario, riceve la delegazione dei minatori. La vittoria degli scioperanti non è completa, ma è ugualmente una grande affermazione. Tutti gli operai licenziati sono riassunti, i cottimi sono pagati come avve• nuti, e le 72 giornate vengono considerate come lavorative. La revisione dei cottimi è iniziata e, dopo mesi di trattative, si giunge all'abolizione del cottimo collettivo. Si ottiene soprattutto la nomina di una commissione di studio per l'elaborazione di un programma per la verticalizzazione dell'indu tria carbonifera. Tale commissione elabora nel '49 un piano ( Piano Levi), che prevede la costruzione di una centrale elettrica e di una fabbrica per la produzione di azotati. Ma il piano avrebbe intaccato gli interessi monopolistici della Montecatini, della Italcementi, e della Elettricasarda : lo si trasforma e lo si ammorbisce nel piano Carta, attraverso il quale si arriva comunque alla costruzione di una piccola centrale elettrica alimentata da scisti carboniosi. Siamo sempre nel periodo di lotta frontale contro la smobilitazione, che si fa sempre piu grave, nonostante che, dopo le elezioni del '52, il Comune torni a schierarsi attivamente con gli interessi dei minatori. I licenziamenti si susseguono a catena. Nel '48 gli operai sono 12.000 (da 14.000), nel '57 sono 6.775, nel '58 3.500,
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==