giovane critica - n. 6 - dic.-gen. 1964-65

epurare gli elementi fascisti della Carbosarda. Tra i tanti episodi si racconta quello di un gruppo di facinorosi che organizzarono un assalto alla farmacia di un ex gerarca. Prima di compiere la spedizione si decise di prendere coraggio in un'osteria. Fini in un'ubriacatura, e solo alcuni, mezzi brilli, finirono per anda.re dal farmacista, che si difese con la pistola, ferendo un assalitore ad una gamba e sparando in aria per gli altri. Ma la lotta operaia prenderà lentamente coscienza di sé anche attraverso episodi inconsulti, dove l'anarchismo e l'immaturità sono per ora predominanti. Intanto avviene una prima rottura tra la direzione aziendale e i sindacati, che prospettano profondi cambiamenti nell'indirizzo della Carbosarda. Si arriva a far riconoscere un consiglio di gestione, composto da tutti i membri della Carbosarda, operai e tecnici, che già nel '47-'48 elabora un programma di sfruttamento in loco del carbone anche per i suoi sottoprodotti. Il programma non passa. Alla fioe del '47 avviene il primo grande scontro con i dirigenti dell'azienda, che non vogliono concedere indennità di mensa superiore alle 20 lire. Gli operai ne chiedono 80. Il malumore è al colmo, anche perché è stato annunciato un << ridimensionamento » dell'azienda, vale a dire licenziamenti di migliaia di operai. Viene proclamato uno sciopero che si realizza in pieno. Dopo cinque giorni di sciopero si fa luce un organizzatore semianarchico, già minatore in Francia, collegato ad un gruppo anarchico di Iglesias. Sostiene che lo sciopero non basta piu, bisogna manifestare in piazza. I sindacati non riescono a controllare la situazione, e da Iglesias giunge a Carbonia un drappello di uomini esasperati, che dà vita ad un corteo, pieno di incidenti, quasi una sommossa. La polizia si limita a temporeggiare. La città, per giorni, sembra occupata dagli operai. Il direttore dell'azienda, Rostand, è invitato in Comune a trattare col sindaco Mistroni, che tenta di fare da intermediario. Si arriva a un mezzo accordo per un contributo mensa di 40 lire, mentre sotto al Comune una folla di operai rumoreggia, in attesa della decisione. Si affacci!l Giardina uno dei sindacalisti piu att1v1 e amati. Chiede se sono d'accordo per 40 lire. Gli risponde un urlo uoaoime, un NO tremendo, rabbioso, e grida di Ottanta, o niente!. 11tumulto è al colmo, le proteste si fanno eccitate. Il sindaco prega Rostand di affacciarsi e, per calmare la folla, di dichiarare che accetta il contributo mensa di 80 lire. Il direttore rifiuta. Commette l'imprudenza di uscire, la folla si impadronisce di lui, lo solleva, sembra voglia farlo a pezzi, la giacca vola in brandelli, l'orologio è calpestato, gridano di concedere l'aumento. Rostand, pallido come uo morto, chiede di parlare. Con voce spenta dichiara di concedere le 80 lire. Uo urlo di vittoria, e Rostand scappa terreo, la camicia strappata. Naturalmente il contributo rimase, ed è rimasto (ioo ad oggi, di 40 lire. Ma il cedimento di Rostand è come uoa sciotilla di rivoluzione, i dimostranti assaltano carabinieri e poliziotti, disarmandoli, qualcuno spara delle raffiche di mitra contro il Comune. Una macchina targata Cagliari, che era servita ad alcuni sindacalisti per raggiungere Carbonia, viene ritenuta sospetta e distrutta. Per due giorni Carbonia è in mano ai dimostranti. Finalmente i capi sindacali riescono a far restituire le armi alla polizia. Non tarda a farsi sentire la reazione del potere costituito, che colpisce dove può colpire. 11 sindaco è costretto 11 dimettersi. Giardina e molti altri dirigenti sindacali sono arrestali e condannati a varie pene. La Carbosarda approfitta del momento di disorientamento per mandare avanti il suo programma di licenziamenti: le prime centinaia di operai sono liquidati. Il Comune cade in mano a uo gruppo di compagni che fauno velatamente il gioco dell'azienda, sordi alle sospensioni e alle espulsioni dai propri partiti, sordi agli inviti di non limitarsi alla pura e semplice amministrazione. Sindaco incaricato diventa Tullio Maxia, allora socialista, un insegnante che sposerà la signorina delle pellicce, Emma Perra. Lo stato poli.ziesco della città ugualmente si irrigidisce. Da Sondrio giunge a Carbonia il nuovo capo della polizia, Pirrone, famoso per il suo rigore quasi irrazionale. Lo ricordano corpulento, trasandato, con in bocca un lungo bocchino, senza giacca e - 65

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