« abbindolare >l lo spettatore. Noi chiediamo immediatamente al contrario di Diirrenmatt: ma che cosa accade quando lo spettatore non si lascia raggirare, che cosa accade allo scrittore, quando lo spettatore riconosce perfino il raggiro, quando questi se la cava da sé, quando questo nuovo modo di illudere viene sostituito da una disillusione? Qui Brecht avrebbe probabilmente risposto da filosofo marxista. Poiché nonostante tutto in Brecht la fede nella possibilità dell'individuo e nella possibilità di libere decisioni attraverso l'esame delle relazioni sociali è sempre presente dal principio ancora quasi ingenua e intatta. Perciò in Brecht non è esclusa la possibilità del tragico e di una azione tragica da parte del singolo perché nonostante tutto per lui l'individuo viene ancora presupposto con la sua dignità, anzi formulato di nuovo, ma riconosciuto. In Diirrenmatt questa fede non esiste piu: egli non vede piu nessun individuo, non vede piu eroi, ha abiurato i suoi principi e non crede piu nemmeno nella sensatezza e nella possibilità del sacrificio; non può percorrere il cammino della trascendenza; percorre un cammino secolarizzato che lo allontana visibilmente dai singoli individui, dalle possibilità di un'azione libera e degna di essere presa a modello. In questo modo gli viene a mancare la possibilità oggettiva del tragico. Cosi, laddove in Brecht erano concepibili ancora libertà, responsabilità, azione anche ex-negativo, come forse in Gal.ileo, sorge soltanto indifferenza e mancanza di responsabilità. Nonostante tutto in Brecht c'è ancora la nozione di colpa. Brecht crede nella colpa di Galileo. In Diirrenmatt la nozione di colpa è sparita assieme alla nozione di libertà, non vi è tragedia in lui, non vi è piu alcuna colpa. Diirrenmatt ammette nella sua Dramatik soltanto ciò che egli ha scelto come titolo di una delle sue piu significative creazioni - che è contemporaneamente un radiodramma e un racconto -: in Diirrenmatt esistono soltanto Panne. Ma « panne » significa « disdetta » senza che qui si possa parlare di moralità e immoralità. E' questo l'interrogativo. Come proseguirà il cammino di Friedrich Diirrenmatt, noi non lo sappiamo. Come proseguirà, io non lo so. Ho tentato di porre le domande. Le risposte sono risposte della nostra vita, risposte dell'artista e del pensatore e inoltre anche - come a me sembra - dei critici e degli storici letterari del nostro tempo. [ 1 J Haoo Mayer [ 1 Il testo che precede, trascrilto da una registra:ione su nastro di una conferenza tenuta all'Università di Vienna, è stato pubblicato da Die Osterreichische Volkshochschulc 11. 54, Settembre 1964. Rispetto alla versione originale. abbiamo modificato ampiamente la punteggiatura e cerri andamenti troppo evidentemente 'discorsivi'. Di quest.o e di altre sviste o imperfezioni che la traduzi.one presenti, ci scusiamo anticipatamente col Prof. flans /\layer.] - 59
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