media cli Diirrenmatt cli rifugiarsi nel manicomio, di assumere la maschera del buon re Salomone, di imitare i gesti dei folli, e di sfuggire cosi alle conseguenze della propria indagine, delle proprie formule. Conosciamo l'opera, conosciamo la raccapricciante pointe che consiste nel fatto che questo sacrificio è privo di senso; che di contro la tesi cli Diirrenmatt viene rafforzata nelle Annotazioni a I fisici: un 'opera sarà finita solo quando sarà stato ideato il peggiore degli esiti possibili. Essi vedono posta, questo è il problema dei fisici, la questione cli una responsabilità umanamente scientifica. Senza dubbio a questo riguardo in Brecht la componente ottimistica è ancora la fede nella possibilità di un 'azione tipica rappresentativa, possibilità che esiste anche quando Galileo sottrae se stesso a questa richiesta. La sua smentita, che appare con valore cli condanna, deve dimostrare secondo il volere cli Brecht come sia appunto possibile un 'azione da prendere a modello. La tesi opposta in Diirrenmatt, che si domanda: azione rappresentativa dei fisici - si, ma in qual modo, in quale mondo dunque? Nelle Annotazioni cli Diirrenmatt troviamo la frase: la fisica interessa solo i fisici. Cioè partendo dai fisici - cosi si devono interpretare le annotazioni cli Diirrenmatt alla propria commedia - non è af. fatto possibile un 'azione positiva da prendere a modello nella realtà odierna. Cioè a dire: i fisici non sono nella condizione di risolvere il problema delle conseguenze della loro indagine, ma è questo un còmpito di tutti, cioè della umanità di oggi. E con ciò, con questo contrasto dei due drammi, Vita di Galileo e / fisici, è definita l'antitesi che risollevano sempre i due importanti drammaturghi con le loro opere - lo vediamo anche ora nell'azione pratica. Infine mi sia concesso a questo punto tracciare in un breve schizzo l'evoluzione drammaturgica cli Brecht per schizzare poi in maniera altrettanto concisa il cammino di Friedrich Diirrenmatt verso le sue posizioni attuali sino al suo contrasto con Brecht. In questo periodo si rappresenta a Vienna la geniale opera prima di Bertolt Brecht, l'autobiografia lirica, come la ~i può chiamare, il Baal. E negli ateliers teatrali pende un tendaggio trasparente che senza dubbio rappresenta la prima testimonianza delJ'efficacia della sua Dranwtik: un ' trasparente ' che egli aveva ideato per la première del suo secondo lavoro, Tamburi nella notte: « on sbarrate gH occhi in modo cosi romantico! ». L'espressione « on sbarrate gli occhi in modo cosi romantico! » era dapprincipio in Brecht il rifiuto di ogni sorta di emozione sulla scena in relazione al teatro, alla Dramatik, al pubblico. Non doveva esserci commozione ma finalmente il tentativo di un effetto didascalico e provocatore dell'avvenimento scenico sullo spettatore. Noi non dfoiamo se ciò riusci, se poteva riuscire: ci preoccupiamo soltanto di ricalcare il cammino di Brecht. Infine il provocatorio, l'inaspcttato - e questi principi provocatori li abbiamo del resto in una singolare ripetizione trent'anni piti tardi proprio in Diirrenmatt. Il provocatorio, che consiste nel mostrare l'inaspettato. Non soltanto in Baal ma anche in Tamburi nella notte. el periodo in cui dunque, verso il 1920, tutti gli altri piu giovani drammaturghi tedeschi, un Fritz von Unruh, un Walter Hasenclevcr, un Ernst Toller, per nominarne soltanto alcuni, un Friedrich Wolf si preoccupavano egualmente di portare sulla scena la Rivoluzione, l'uomo massa, i « distruttori di macchine », di fare permanentemente e riprodurre sulla scena una sorta di Rivoluzione che nelJa realtà era sfociata in risultali discutibili. Una singolare audacia romantica, che però al principio del trentennio afferrò senza dubbio il pubblico che andava a teatro. Un rivoluzionamento romantico che senza alcun dubbio si era impadronito nell'espressionismo e nella sua Dramatik della scena e anche dello spettatore. In Brecht, in Tamburi nella notte, proprio il contrario: in lui la rivoluzione ha luogo senza il ritorno a casa, cosa che Andreas Kragler alla fine spiega interamente in modo provocatorio: « Ora io vado a casa, ho ritrovato la mia sposa e mi stenderò nel grande letto bianco e molle ». Cosi questo provocante rifiuto di tutte le cosiddette consue- - 53
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