giovane critica - n. 6 - dic.-gen. 1964-65

che era fuori•· Trapiantato in questa parte, idolatrando e compiangendosl nell'esaltazione di morte, presenta una tematica fondata su contradcJ!zlonl polari, non dialettiche. 2 - Il mondo ideologico di Pasolini entra parzialmente in crisi negli ::.nnl sessanta. e Le idee non sono pili chiare come lo erano due anni fa•, dichiara nel marzo del '64. A sconcertare l'ordine dell'ideologia subentra l'esperienza della desistenza rivoluzionaria ( e La Rivoluzione non è pili che un sentimento•) e del neocapitalismo. La trasformazione tecnologica gli appare come il regno della vita subumana. Il mondo proletario sembra ora come completamente finito, sommerso dalle trasformazioni economiche. Ma presto ricompare nella visuale del poeta. e Recentemente ho fatto un giro nell'Italia meridionale per cercare i posti e i personaggi per il nuovo film che sto preparando - scrive alla vigilia di girare il Vangelo - e ho visto come tutta l'Italia meridionale, che è metà della nostra nazione, è esattamente quella che era dieci anni fa •· La demistificazione del « miracolo economico• gli consente di ridimensionare la prospettiva divenuta uniforme, senza uscite, e d'impiantare una diversa antinomia (ancora mitica) di cui, ora, vive entrambi I termini. L'abiura di tutto un periodo della propria vita sfocia nel tentativo di identificare la condizione presente· dell'uomo (diviso, dice, in due razze, ormai, pili che in due classi) come l'inizio di una Nuova Preistoria. L'antinomia sta fra preistoria sottoproletaria e preistoria neocapitalistica. Protagonista della prima il sottoproletariato precristiano: natura priva di coscienza, ricca del bene Innocente della pura vita, sopravvissuta al mondo romano e passata indenne attraverso le dominazioni bizantine, papaline o borboniche. I sottoproletari rappresenterebbero, secondo l'autore, e l'uomo con elementi di tipo religioso, di tipo irrazionale, di tipo integralmente umano•· E dunque la miseria acquista misura epica: e la miseria è sempre, per sua intima caratteristica, epica, e gli elementi che giocano nella psicologia del miserabile, di un povero, di un sottoproletario, sono sempre in un certo qual modo puri perché privi di coscienza e quindi essenziali •. Da qui deriva la prima idea estetica di Pasolini: alla miseria epica corrisponde l'inquadratura ieratica, la figura statuaria, frontale, la violenza chiaroscurale dell'immagine. Di contro, protagonista della Nuova Preistoria (o dopostoria), 11mondo borghese, l'Impero della tecnologia. Tale nuova preistoria, verso cui precipita l'era neocapitalistica, significherebbe privazione di ogni dimensione umana, massificazione e cinismo: un e futuro nero•• assolutamente intollerabile. A questi contenuti corrisponde l'altra idea estetica di Pasolini: la protesta, la predicazione, la maledizione, la profezia. -47

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