degli nnni Quaranta, la religione rustica dei contadini friuliani, le loro campane, i loro vesperi. Ma cosa c'entrava li il cattolicesimo? Sono diventato comunista ai primi scioperi dei braccianti friuliani, nell'immediato dopoguerra: e da allora tutta la mia angolazione culturale e le mie letture sono state marxiste. Forse è appunto perché sono cosi poco cattolico che ho potuto amare il Vangelo e farne un film » (Vie nuove, 24 ottobre '64). • « Il difetto pili vistoso - nota V. BONICELLI, ne La fiera letteraria, 11 ottobre 1964- : una caduta di tensione a metà della crocifissione, come se a quel punto Improvvisa fosse sopravvenuta una sorta di stanchezza nell'autore. Stanchezza fisica, di nervi o di Ispirazione? Certo è che morte e resurrezione cl sembrano soltanto descritte ; e quell'angelo che in verità non persuade mal interamente durante Il film, unico personaggio al qunle Il richiamo alla grande tradizione figurativa non giovi facendolo troppo esemplare, e povero di mistero, quell'angelo suggella ll film come un'Immagine stanca ed elusiva•· capretti alla sinistra. E questi andranno al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna>. Ad altri episodi il regista cambia un poco l'angolatura. Per es., nel film la parabola della donna sposa successivamente di sette fratelli diventa quasi una gara fra l'intelletto luminoso di Cristo e la malizia dei sacerdoti, uno scontro di arguzie, in cui gli uni, in malafede, tendono un trabocchetto e l'altro si sgancia destramente: e si ride della schioccheria di chi propone la stramba situazione della moglie con tanti mariti (in paradiso neque nubent neque nubentur). Mentre nel testo letterario il motivo centrale, che coonesta il racconto, sta nella polemica contro i sadducei che negano la resurrezione. La resurrezione appare il tema di fondo, non la vicenda della vedova o la descrizione della vita in paradiso. Accade tuttavia che l'ortodossia religiosa non possa stare a mezzadria con l'angolatura laica, proprio per la contraddizione che non lo consente: le intrusioni vengono riassorbite, o smorzate (per es., la stretta parlata dialettale dei personaggi umili, corretta poi in semplici cadenze dialettali), e tuttavia in qualche modo intralciano, depositandosi sul testo come cartigli, propositi non concretati di indebolire la trascendenza. In un primo montaggio, ad es., il regista aveva omesso l'episodio del primato di Pietro: reintegrato nel film, esso mostra di essere stato girato sciattamente e, come naturale, senza intima partecipazione. D'altra parte, la scena della resurrezione era stata proposta da Pasolini per antefatto della vicenda, qualcosa non da eliminare ma comunque da sbrigare come preambolo devoto (per i devoti), per poi attaccare liberamente con il vivo della materia terrena fino a giungere alla tensione massima di questa materia terrena: la crocifissione. Anche siffatto proposito rientra, e la scena va al posto giusto, secondo il testo; ma si capisce che il regista tira via: la veglia davanti al sepolcro, i terremoti, la presenza dell'angelo, la corsa in gloria dei lavoratori verso il risorto sono momenti privi di misura, opachi, senza nerbo •. Analoga smorzatura capita ad un altro episodio significativo: la predica di Cristo e Ma guai a voi scribi e farisei ipocriti ( ... J > (XXIII, 16-25). Nella versione girata, non ha spicco particolare, rientra nell'ordine del testo; ma in una prima stesura la sceneggiatura inventava una specie di grosso comizio di lavoratori, una folla stretta dentro un immenso prato in forma di bacino, arringata da una sorta di sindacalista in piedi su un carro che fa da podio improvvisato, aggredita dalla e celere> del tempo che trascina via gll e scalmanati>. Per sottolineare la confusione che Cristo crea nella città nei giorni culminanti della sua predicazione pubblica, la macchina da presa si muoveva disordinatamente. Mentre Cristo continuava a parlare - 41
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