Ortodossia religiosa e in tru- Pur seguendo scrupolosamente la linea del testo, l'approccio di Pasosione laicistica lini guarda la materia da un punto di vista non confessionale: da qui deri- ,·ano certe omissioni e le sottolineature che calcano o diminuiscono determinati passaggi. Non sono cattolico, non credo alla sopravvivenza dell'anima e a Dio, ha ripetuto spesso Pasolini 7 • e immediatamente per ciascuno. Qw non si ha visione ordinata dall"alto, né intenzione d'arte. Appare un mondo che da un lato riconosciamo del tutto reale, quotidiano, riconoscibile per tempo, luogo e circostanze; dall'altro, continuamente scosso nelle sue fondamenta, moventesi e rinnovantesi sotto i nostri occhi. La diversità stilistica fra gli scritti antichi e i primi scritti cristiani poggia sull'essere stati redatti da altri punti di vista e per altri uomini. Per quanto diversi siano nel resto Petra. ruo e Tacito, hanno lo stesso punto di vista, vale a dire dall'alto [ ...]. In questa visuale (inconciliabile con lo stile illustre della letteratura antica) non c'è posto né per il moralismo né per la retorica nel senso classico ». 1 E di recente: « Non sono affatto cattolico, anzi sono certamente uno de. gli uomini meno cattolici che operino oggi nella cultura italiana. Mio padre ufficiale dell'esercito e non credente, mia madre credente, forse, ma non praticante: non ho mai frequentato catechismo e chiese, e tra l'altro non sono nemmeno cresimato. Non ho subito nelle mie letture nessuna fondamentale influenza cattolica. perché a quattordici anni ho cominciato con Dostojevskij e Shakespeare, e per quella strada ho continuato: unica influenza la lettura pura e semplice del Vangelo, una volta, la prima, nel '43 e la seconda, ad Assisi, dove mi è venuta l'idea del film nel '62. Ho amato, alla fine 40 - Pasolini non poteva girare l'intero Vangelo di Matteo; naturale, quindi, che vari episodi cadano. Interessa, invece, indicare la ragione di certe cadute. Scompaiono i momenti monarchici del testo, in cui il padrone governa il sottoproletariato imbelle e sconsiderato, e il dramma vi appare di coscienza individuale e non di classe o di gruppi (la parabola dei talenti, l'inutile servo gettato fuori nel buio, le lodi al servo fedele e prudente: e Beato quel servo che il padrone, tornando, troverà fare il suo dovere >). Si capisce che gli ostacoli pratici per girare i portenti non possono che scoraggiare il regista che miri ad altri valori, diversi da quelli spettacolari. Tuttavia non possiamo spiegare l'omissione del brano della trasfigurazione (XVII, 1-10) soltanto con il desiderio di evitare lo scoglio tecnico. Al regista riesce estraneo, infatti, questo aspetto del sacro nel senso della potenza trionfante, della trasfigurazione celestiale, in una parola della trascendenza: « [ ... ] li condusse sopra un alto monte, in disparte, e si trasfigurò in loro presenza e il sorriso risplendette come il sole e le sue vesti divennero candide come la neve. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia a conversare con Lui [ ... ]. Mentre egli ancora parlava, ecco una lucida nube avvolgerli: e dalla nuvola una voce che diceva: Questi è il mio figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto>. Idem per i passi della predizione della fine del mondo, della necessaria vigilanza dei servi che devono tenersi pronti alla chiamata del padrone e, in particolare, del ritorno di Cristo (XXIV, 29-31): « Or subito dopo la tribolazione di quei giorni, s'oscurerà il sole, la luna non darà più la sua luce, e cadranno le stelle dal cielo, e le potenze dei cieli tremeranno. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'Uomo, e piangeranno le nazioni della terra, e vedranno il Figlio dell'Uorno venir sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. E manderà i suoi angeli che, a gran voce di trombe, raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli>. Ed anche la caduta del brano del giudizio finale (XXV, 31-46): « Or quando verrà il Figlio dell'Uomo nella sua maestà, con i suoi angeli, siederà sul trono della sua gloria e si raduneranno dinanzi a lui le genti, e separerà gli uni dagli altri; come il pastore separa le pecore dai capri; e metterà le pecore alla sua destra e i
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