degli inermi, delle plebi; lo sbalzo dell'inquadratura percorsa e ripercorsa come un dipinto da una macchina da presa; le altitudini e latitudini del paesaggio, illimitato o scosceso o ariostesco, come le montagne della tentazione del demonio e della predicazione, le rupi del suicidio di Giuda e del battesimo; poi il gridare profetico, sopraelevato, allargato ad ogni tempo; le citazioni da Dreyer, Rossellini, Ejzenstejn, Piero, Masaccio, Duccio; le misture della colonna sonora: dai canti mendicanti negri alle note di Prokofiev, tratte dal massacro di Pskov del Nevskij di Ejzenstejn: la fredda carneficina dei bambini e dei vecchi perpetrata dai cavalieri teutonici e templari del medioevo; da Mozart e dai motivi profetici di Bach alla messa in latino su ritmi negri. E lo strato inferiore, piscatorio: il sottoproletariato cencioso e innocente, vittima santificata; i ricordi neorealistici; le processioni del meridione e i sassi di Matera come ieri di Gerusalemme; l'inserto di metafore contemporanee quali la teppaglia fascista che muove agli ordini dei Romani e compie la strage degli innocenti o la famiglia di Gesù che parte per l'esilio come una famigliola di emigranti del sud potrebbe partire oggi, con poche masserizie, in un panorama brullo di catapecchie e di sassi, villaggi dell'Italia meridionale e bambine con gli orecchini della prima comunione come li portano a Matera, invece che ricostruire archeologicamente una. fittizia folla ebrea; il taglio e fortuito > dell'inquadratura, quasi registrando dei fatti che si muovano e avvengano nel presente: la materia grossa viene abbassata e inquadrata con gli occhi e la distanza di Pietro (il processo da parte dei sacerdoti: come dovette avvenire), con gli occhi di Giuda (il processo di Pilato), con gli occhi di Giovanni (il Calvario): l'Insieme diventa una specie di linciaggio, compiuto in fretta, sommariamente. E ancora: la dissacrazione dell'iconografia sacra tradizionale; le cadenze dialettali imposte ai personaggi unùli. La contaminazione stilistica riporta puntualmente il dato naturale (di natura, plebeo, quotidiano, angusto) alla cornice o Innervatura colta, antlnaturalistica, composita. Pensate alla prima inquadratura, alla e F. 1. di Maria, vicina a essere madre >: si può sfuggire, osserva il regista ancor prima di girare la scena, e alla suggestione della Madonna di Piero della Francesca a Sansepolcro? Quella bambina, di pelo biondo, o forse appena rossiccio, quasi senza ciglia, le palpebre gonfie, il ventre appuntito il cui profilo ha la stessa castità d~l profilo di un colle appenninico? E subito dopo, l'orto, o il brolo, in cui Giuseppe si raccoglie a riposare, non è uno di quegli spiazzi polverosi, rosa, con capre rosse, che ho visto nei villaggi egiziani intorno a Assuan, o ai piedi del vulcani violetti di Aden?>. - 31
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