giovane critica - n. 6 - dic.-gen. 1964-65

• taccuino • ANNBOuvlll:R e LoclllN GoU>KANN, • L'lmmortelle • est de retour su France Observateur n. 751, 24 settembre 1964. Noterelle bibliografiche e apita talora al critico di avere quella fantasia che è mancata al regista. Mi pare che in questo errore sia incappato pesantemente Lucien Goldmann nel parlare recentemente del film di AJain Robbe Grillet, l'Immortelle. e Si tratta - scrive Goldmann - di un'opera notevole tanto in sé quanto per il posto che occupa nell'evoluzione intellettuale d'uno dei maggiori scrittori francesi d'oggi> •. Accentuando quel vizio sociologico che sta sempre al fondo delle sue analisi Goldmann confessa di trascurare, in questo scritto, l'aspetto tecnico ed estetico del film per parlare e soprattutto > del suo e contenuto > intendendo per quest'ultimo le intenzioni d'avvio, la topografia concettuale che sta alla base dell'opera e non quanto, di dette intenzioni ecc., è maturato, è calato nella espressione e da essa conquistato (svelato). Alain Robbe Grillet avrebbe ripreso la pista segnata da tutta la sua opera e dal suo film precedente (gli appartiene difatti phi che a Resnais), i problemi cioè della relazione tra 11soggetto, 11mondo disumanizzato della reificazione e le possibilità d'una speranza umana, degna dell'uomo e a sua misura. Il personaggio di Laila, secondo Goldmann, sarebbe 11 cardine di questa concezione. e Essa costituisce l'immaginario, reale e irreale a un tempo che permette all'uomo di realizzarsi in quanto uomo, di affermarsi e - per quanto la cosa non sia detta esplicitamente nel film - di volere qualche cosa, di sperare>. Il mondo diventa cosi sopportabile grazie alla presenza di Laila, che dal mondo, simbolizzato dal cane che si drizza in mezzo alla via, verrà distrutta. Alain Robbe Grlllet avrebbe voluto - dice Goldmann, commettendo una vera e propria sbandata di gusto - e sottolineare espressamente che il mondo reificato e inumano nel quale né Laila né 11narratore riescono pili -19

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